Se per Sassuolo – Lazio ci si aspettava un’invasione laziale, a smentir tutti ci pensa una decisione del duo Osservatorio – CASMS che vieta la vendita dei tagliandi per i residenti della regione Lazio, anche di quelli in possesso della tessera del tifoso. A determinare questa decisione, la notizia di alcuni furti in una stazione di servizio da parte di tifosi laziali in trasferta a Napoli. A corollario, persino la revoca – con relativo rimborso – dei circa 200 biglietti venduti prima dell’ufficializzazione del divieto.

Alla fine la presenza ospite si aggira a poco più di 150 persone, con le pezze di club quali SAN LORENZO OVUNQUE e LAZIO CLUB APUANIA a rimarcare l’origine extra-regionale dei convenuti. Tifo ovviamente quasi assente, escluso qualche sussulto al momento dei goal.

Pochissimi i presenti nel settore di casa, forse poco più di 300 persone sparse un po’ ovunque e anche nel resto dello stadio i numeri non sono altrettanto entusiasmanti: i dati “ufficiali” parlano di circa 6.000 spettatori complessivi, ma è evidente ad occhio nudo che si tratta di una stima fin troppo ottimistica. La dimostrazione netta, quest’ultima, che l’operazione Mapei Stadium è stata a dir poco infelice, avendo sradicato una squadra dal suo territorio, trapiantandola come un corpo estraneo e in maniera coatta in una città con la sua persino superiore tradizione calcistica che ha sempre visto questa come un’arrogante invasione. Forse lavorare sul proprio territorio, costruire uno stadio persino più piccolo, ma in quel di Sassuolo, avrebbe favorito una diversa e migliore partecipazione della comunità, perché alla fine, checché se ne dica e per quante campagne di marketing si facciano, il calcio e il tifo sono ancora una questione di appartenenza sociale, di identità.

Lugi Bisio