Dopo un anno ritorno al Pierro di Saviano. Stessa atmosfera vintage con campo in terra battuta, settore locale stile anni ’80-’90 e settore ospiti senza gradoni. Anche questa volta gli ospiti sono rossoblu, l’anno scorso gli Ottavianesi e quest’anno i Pompeiani. I padroni di casa li trovo numericamente migliorati rispetto all’anno scorso, ma lo stile ed il materiale sono praticamente immutati. Gli ospiti, in circa 25 unità, arrivano una mezz’ora prima del fischio di inizio e si rendono protagonisti di cori a ripetere molto potenti, che rimbombano anche all’interno dell’impianto. Entrano quando i locali già cominciavano ad assiepavare gli spalti. L’ingresso in scena è di quelli che tanto piacciono per l’impatto scenico: minicorteo con tanto di bandierine, portamento e tanta voce, il tutto ovviamente “salutato” dai fischi dei savianesi, ai quali gli ospiti rispondono cercando di alzare ancor di più il volume dei cori che stavano cantando.
Quando fanno il loro ingresso in campo i ventidue protagonisti della partita, i savianesi iniziano a cantare con uno stile che può ricordare molto da vicino quello delle curve napoletane, i rossoblu di Pompei invece, per salutare la squadra puntano tutto su una bella fumogenata. Il primo tempo scorre quindi via veloce, con un tifo ottimo in entrambi i settori pur al netto delle differenze di stile. A fine primo tempo ci pensa un gol ospite ad accende ancora di più l’entusiasmo dei suoi tifosi, mentre fisiologicamente ne attenua quello locale.
Il secondo tempo invece è un monologo, sia in campo che sugli spalti, perché il Pompei dilaga, tanto che i savianesi decidono di abbandonare gli spalti in segno di protesta. La partita finisce perciò con la gioia massima degli ospiti che festeggiano in un abbraccio ideale insieme alla squadra un’altra importante vittoria.

Emilio Celotto