Allo stadio Vittorio Papa di Cardito si gioca la semifinale di ritorno della fase regionale della Coppa Italia di Eccellenza. Il Savoia è chiamato a ribaltare il risultato dell’andata quando l’Acerrana si era imposta per due reti a uno grazie alla doppietta di Spilabotte. L’impresa a cui sono chiamati i bianchi di Torre Annunziata è resa ancora più complicata dal campo neutro in cui loro malgrado sono costretti a giocare. Dopo le gare giocate a Pompei infatti, da qualche tempo è stata eletta Cardito a sede della gare interne del Savoia. Sempre calorosa e colorata la risposta del pubblico di fede savoiarda che, dopo l’avvento della nuova compagine societaria, s’è stretto con ancora più affetto attorno ai propri beniamini.
Ad aggiungere sale e motivi d’interesse alla contesa, va registrata anche la presenza degli ultras di Acerra, che marcano il proprio territorio con un paio di pezze, sventolano spesso il bandierone “Vecchio Ideale Ultras” e soprattutto creano un bel colpo d’occhio grazie all’uso di pirotecnica che, nel suggestivo scenario della gara in notturna, risaltano in modo particolare.
Tanta pirotecnica anche per i tifosi del Savoia, tanti bandieroni, tanta voce, battimani. Non si può insomma dire che abbiano lasciato qualcosa di intentato per recuperare la gara di Acerra del 14 dicembre, ma purtroppo per loro la squadra da poco affidata al tecnico Criscuolo non ha mostrato in campo la stessa verve, la stessa caparbietà, facendosi imbrigliare su un pareggio a reti bianche dagli avversari.
Per la gioia dei suoi tifosi che a fine gara festeggiano in un abbraccio ideale con la propria squadra, è dunque l’Acerrana a guadagnarsi la finalissima che si giocherà il prossimo primo febbraio contro il San Marzano, uscito invece nettamente vittorioso dal doppio confronto con il Pomigliano, sconfitto 3 a 0 in casa e poi 2 a 0 anche al ritorno fra le mura amiche. È stato bello sognare per il Savoia, ma ora testa e cuore per lo sprint finale in campionato, dove è chiamato ad uscir fuori dalla zona playout e raggiungere una salvezza che non debba passare attraverso le forche caudine degli spareggi.
Foto di Davide Gallo
Testo a cura della redazione