Torre Annunziata è una di quelle città di cui ti innamori prima ancora di vederla. La vista da via Gino Alfani abbraccia la penisola sorrentina e mostra Capri in tutta la sua bellezza. Torre Annunziata è notissima per l’industria delle paste alimentari, seppur oggi meno fiorente rispetto al passato e per la fabbricazione di armi con uno spolettificio. La Annunziata, dove un tempo si vendeva il pesce appena pescato, oggi è purtroppo solo una strada percorribile in auto, che lascia i ricordi di una città che negli anni d’oro viveva i suoi periodi di maggiore prosperità.

Scattare a Torre Annunziata, per me, ha un gusto particolare: essere figlio di questa città e tifare per questi colori rende l’impresa di calcare il manto erboso del Giraud più di un’emozione. La partita di oggi offre molti spunti ultras. Di fronte ci sono i reggini che non hanno bisogno di troppe presentazioni anche se si ritrovano ancora impantanati nelle sabbie mobili del dilettantismo: ad accompagnarli in questa calda domenica di fine settembre, ci sono con loro anche i gemellati di Salerno con la pezza UMS.

Questo big match del girone I di Serie D, rappresenta la terza gara in casa per i bianchi di Torre Annunziata i cui ultras, già nei giorni precedenti, avevano invitato tutti i tifosi ad accorrere allo stadio con una maglia bianca. Dal 2001 a oggi, questa piazza ha sofferto ogni sorta di sventura e accanimento, eppure l’amore e il sostegno per i propri colori non è mai venuto meno, neanche nelle categorie più infime.

Prima del mio ingresso in campo, anche se conosco la città come le mie tasche, rifaccio tutto il perimetro dello stadio come un rituale, scattando foto ai tanti murales e scambiando qualche chiacchiera con gli ultras già in giro, prima di ritirare l’accredito ed entrare sul terreno di gioco.

Circa 120 gli ospiti che espongono sulla balaustra gli striscioni “Solo per la maglia”, “Gravina infame”, “Curva Sud A.C. Reggina 1914”, “Diffidati liberi” e il già citato “UMS”. Il tifo è continuo, anche se il loro settore, purtroppo, è una parte della tribuna locale adibita momentaneamente a ospiti, poiché lo stadio è ancora alle prese con diversi lavori di ristrutturazione.

I reggini cantano per quasi tutta la partita, trovando ulteriore spinta al 20’ del primo tempo dopo il vantaggio su calcio di rigore della loro squadra. Accendono anche qualche torcia, colorando ulteriormente il settore. Una buona prova, tutto sommato, anche se si nota su di loro una patina di grigio e di stanchezza per il post-fallimento da cui forse credevano (e sicuramente meritavano) di riaversi più in fretta.

I bianchi invece, all’ingresso delle squadre, sfoggiano una coriandolata molto vecchio stampo, alzando inoltre lo striscione “Noi dal millenovecentootto”. La muraglia bianca composta dai tanti che hanno accolto l’invito a vestire i colori sociali è bellissima a vedersi, e mette i brividi: difficile non pensare ai tempi della Serie B e della Serie C, quando questo stadio traboccava di entusiasmo. Tempi che, anche se lontani, continuano a rappresentare un’eredità e un’aspirazione per il Savoia e i suoi tifosi. Molto belli anche i battimani, che coinvolgono anche il resto dello stadio talvolta.

Il match è combattuto anche in campo, come sugli spalti: le due tifoserie dimostrano rispetto reciproco, senza intonare alcun coro di sfottò o di risposta, solo una domenica ultras a sostegno dei propri colori e dei propri ideali.

Se il primo tempo sorride ai calabresi, la ripresa è tutta di marca bianca e il pubblico spinge ulteriormente il proprio Savoia. Dopo varie occasioni mancate, al 21’ del secondo tempo Ledesma pareggia i conti, mandando in visibilio tutto lo stadio. Dopo il pari, la partita scivola via fino all’88’, quando un brutto fallo di Montalto costa il rosso agli ospiti che stavano vivendo un buon momento. I locali provano il tutto per tutto, ma al triplice fischio non vince nessuno. Le due squadre si prendono gli applausi delle rispettive curve. I calabresi intonano però il coro “Meritiamo di più”.

Con la stanchezza che si fa sentire, anch’io adagio la reflex nello zaino dopo le due partite del weekend. Felice di aver assistito a una partita dal campo, guardando la mia tifoseria del cuore in tutta la sua bellezza e a cui auguro le più sincere fortune.

Davide Gallo