Cosa fanno, di solito, i veri ultras quando la compagine societaria che gestisce la propria squadra del cuore va in crisi e non sembra più intenzionata a portare avanti il progetto sportivo che si era prefissata?
Che succede, dopo che da buoni ultras ci si è attivati per avere chiarimenti e spiegazioni dai diretti interessati, per cercare di farli desistere dall’intenzione di mollare o per convincerli a passare la mano ad altri, interessati a subentrare alla guida del proprio club?
Beh, se tutto ciò non funziona, il bravo ultras contesta. Ed organizza manifestazioni di protesta e di sensibilizzazione.
Inoltre, cerca di coinvolgere le istituzioni, le amministrazioni comunali ed il tessuto imprenditoriale locale.
Tutto ciò è sicuramente più semplice da realizzare se la propria squadra del cuore milita in un campionato degno di nota e, di conseguenza, potrebbe ancora fare gola a qualcuno.
Ma se invece così non fosse? Se invece si trattasse, ad esempio, di una squadra che milita, che ne so, nel misero campionato di Promozione di una qualche regione del Sud?
Magari una di quelle squadre abbandonate al loro destino già da anni, con un fallimento alle spalle (forse anche più d’uno), un tessuto sociale non certamente ricco (come spesso accade nel Sud Italia), un tessuto imprenditoriale disinteressato e comunque non così facoltoso come in altre aree del Centro-Nord.
In tal caso, ci sarebbe ben poco da fare, se non sperare nella buona sorte o nel buon cuore di qualche “Paperon de’ Paperoni” locale o, magari, nel politico di turno disposto a farsi un po’ di pubblicità in vista delle prossime elezioni.
È vero, di solito è così che vanno le cose, soprattutto al Sud.
Di solito, sì, ma non a Fasano.
Non questa volta.
Non con questa generazione di ultras che ha deciso di farsi carico del proprio destino e di quello della propria squadra del cuore.
Stavolta si fa così.
Certo, obietterà qualcuno, facile farlo in Promozione dove i costi di gestione di una squadra di calcio sono molto contenuti.
In parte è vero. Ma è altrettanto vero che per portare avanti un progetto di questo tipo, i soldi non sono tutto.
Ci vogliono volontà, entusiasmo e passione.
Il tutto condito da abnegazione e, soprattutto, tanto lavoro, costante, quotidiano.
E, credetemi, quando si è da diversi anni impantanati nelle paludi della Promozione, quando il ricordo più recente sono i campetti in terra battuta della 2^ categoria, mentre i fasti (!) della serie C2 sono ormai un lontano ricordo che si ritrova solo nei racconti dei più vecchi, allora sfido chiunque ad andarseli anche solo a comprare entusiasmo, passione e voglia di metterci ore e giorni di lavoro gratuito.
Tutto questo, oggi, a Fasano c’è.
Un entusiasmo ed una capacità organizzativa mai viste prima d’ora da queste parti, che non solo hanno permesso di mantenere in vita una società altrimenti destinata all’ennesimo fallimento ma che, grazie alla forza ed all’ostinazione dei suoi stessi tifosi, oggi divenuti anche soci del Fasano, hanno portato la società ad un passo dal ripescaggio in Eccellenza, categoria che punta a riconquistare sul campo, come è nelle sue corde, dopo la delusione che si è consumata in estate.
E non fa niente se qualche errore è stato commesso o se altri ancora se ne faranno.
Perché, come diceva mio nonno, sbaglia solo chi fa.
E stavolta, quelli che fanno, ci mettono il cuore e la faccia, senza secondi fini o interessi nascosti.
Così vanno le cose oggi a Fasano, dove per raggruppare in un’unica compagine tutti coloro che hanno veramente a cuore le sorti ed il futuro del calcio cittadino è nata l’associazione “Il Fasano siamo NOI”. Ossia l’unione di tutti coloro, ultras in testa, che oggi sono soci, oltre che tifosi, dell’Unione Sportiva Città di Fasano.
Ed è in questa nuova veste che ritrovo gli amici della Fasano Ultras e degli Allentati.
O, più semplicemente, la Curva Sud.
Dopo il primo impatto con la dura realtà di una gestione societaria, in cui si sono impegnati ad aiutare la squadra a portare a termine il campionato di Promozione 2015/2016, mancando addirittura di un soffio la conquista della Coppa Regione, nel corso dell’estate si sono rituffati a capofitto in questa avventura, alle prese con le tribolazioni per rafforzare la compagine societaria ed ottenere l’iscrizione al campionato e, nello stesso tempo, riuscire ad allestire una squadra competitiva.
Malgrado i tanti e nuovi impegni che si trova ad affrontare per continuare a garantire la sopravvivenza ed il rilancio del calcio Fasanese, la Curva Sud non perde la propria natura ultras, ostinata e battagliera e, con grande entusiasmo, continua a fare ciò che da sempre le riesce meglio, ciò per cui oggi è costretta a battersi giorno dopo giorno su svariati fronti, anche quelli non prettamente ultras, sostenere i propri colori a gran voce dagli spalti della propria casa.
Giangiuseppe Gassi