Perdere un amico fa male, molto male. Perdere un amico ultras, per chi vive ultras come lui e con lui, se possibile fa ancora più male. Perché vivere ultras significa condividere tanto, momenti belli, ideali, passione e qualche volta anche guai. Quanto possa essere forte il legame tra amici ultras è reso evidente proprio in Scafatese-Sarnese, nello specifico dalla coreografia dedicata all’ultras gialloblù Peppe, in occasione del primo annivversario dalla sua scomparsa.
La circostanza in cui è morto è ancora più particolare, infatti questo ragazzo è deceduto in un incidente stradale al ritorno da una trasferta della Scafatese contro il Castel San Giorgio. E spesso in questo anno i ragazzi di Scafati si sono prodigati affinché la sua memoria non venisse mai meno, prima attivando una raccolta fondi da destinare alle sue figlie rimaste sole, poi cori al suo compleanno, poche settimane fa dedicandogli un murale.
Ma stavolta i suoi vecchi amici di curva si sono superati, la coreografia dedicatagli è semplicemente stupenda: ai lati due teloni, uno giallo ed uno blu, al centro una gigantografia che rappresenta Peppe con la sciarpa recante uno dei motti degli Ultras Scafati, “Il Daspo passa la fede resta” e sotto una rappresentazione dello stadio Comunale con una frase che ha il sapore di una promessa: “La nostra voce sempre sentirai, al nostro fianco oggi e per sempre resterai”.
Per l’occasione è ricomparso anche lo striscione “Nuova Guardia Scafati”, gruppo momentaneamente sospeso di cui Peppe faceva parte. Nulla da aggiungere, le immagini parlano da sole e certe emozioni trasmesse in occasioni come queste, sono d’altronde difficilmente descrivibvili in parole.
Dal punto di vista del tifo strettamente detto, invece, la partita è stata piacevole, con tanta voce ed uso di pirotecnica. Agli ospiti Sarnesi sono stati concessi solo 40 biglietti ma il loro apporto è stato comunque positivo, visto che si sono fatti intelligentemente sentire nei momenti in cui il gruppo di casa prendeva fiato. Prova generosa anche la loro, non me ne vogliano se ho dedicato la maggior parte dei miei pensieri alla coreografia e al ricordo di questo ragazzo: il contesto era fortemente emotivo e sono sicuro che da ultras che condividono un certo modo di vivere, potranno ben capire.
Giusto per la cronaca, la partita in campo, che nel quadro di questa vibrante giornata è passata inevitabilmente in secondo piano, ha prodotto un molto meno interessante pareggio a reti bianche.
Emilio Celotto