Il primo effetto della retrocessione dalla massima categoria alla Serie B lo avverto avvicinandomi allo stadio Matusa con la macchina. La zona di Viale Aldo Moro, lo scorso anno ampiamente transennata e inibita al traffico, è priva di qualsiasi barriera, tanto che è tranquillamente possibile transitare davanti la Curva Nord e costeggiare la Tribuna Coperta. Fattore non da poco quando si è abituati a sottostare a regole spesso poco logiche nella gestione della viabilità attorno agli impianti sportivi. Se si pensa poi allo spazio angusto e stretto dove è ubicato l’impianto di Via Mola Vecchia, bisogna davvero accogliere come una manna dal cielo cotanta elasticità. Un ritorno al passato recente, in realtà.

I giallazzurri affrontano il primo incontro ufficiale della stagione. Di fronte il Como, per quella Coppa Italia che in agosto assume dei contorni a dir poco affascinanti, grazie all’incontro tra squadre di differenti categorie, con numerosi revival di vecchie sfide in grado di far riemergere rivalità sopite nella notte dei tempi. Non è il caso della sfida tra ciociari e lombardi, ma per ambo le tifoserie questo rappresenta sicuramente un ottimo banco di prova. Gli ospiti, nel turno precedente, si sono sbarazzati agevolmente del Montecatini a Pavia, a causa della cronica indisponibilità dello stadio Sinigaglia. Indisponibilità che ha creato diversi malumori all’interno della tifoseria, messa alla prova anche dalle condizioni di una società che fino all’ultimo ha rischiato di non disputare il campionato di Lega Pro, andando a rinfoltire quell’ampia schiera di squadre che ogni anno regolarmente abbandonano il calcio professionistico a causa di problemi astrusi dal contesto sportivo. Chissà quando ci si renderà conto che i problemi del nostro pallone cominciano proprio dall’alto. Ma prevenire anziché curare non è propriamente un italico costume.

Ritirato l’accredito posso finalmente entrare nella pancia dello stadio. Il vecchio Matusa farà ancora da proscenio a una stagione dei canarini, che però dovrebbe essere l’ultima. I lavori al nuovo impianto di Casaleno sono andati avanti anche durante l’estate e, stando a quanto dichiarato dal presidente Maurizio Stirpe, il trasloco potrebbe avvenire addirittura in gennaio. Staremo a vedere, di certo per chi ama gli stadi e le loro storie sarà una perdita ingente. Anche perché il “campo sportivo”, come viene chiamato da queste parti, sarà raso al suolo per regalare alla città un’area verde. Pur capendo le necessità di tutti, a me questo genere di cose lasciano sempre una ferita nel cuore, essendo la prova provata di come i legami con il calcio che fu vengano di anno in anno recisi senza remore.

Venendo alla gara di questa sera, senza perdersi in ulteriori ciance, le gradinate presentano un discreto colpo d’occhio. Ovviamente non c’è il pienone della scorsa stagione, seppure il club abbia totalizzato, finora, circa 6.000 abbonati, il che rappresenta comunque un ottimo numero. Dalle sponde del Lario giungono una trentina di sostenitori comaschi, con le insegne di Como Supporters e Pesi Massimi. Considerato il momento del club, la partita non di massimo interesse, la distanza (685 km) e il periodo vacanziero, si può dire che i lombardi non sfigurino affatto. Inoltre, se da una parte c’è da constatare una scarsa continuità post Fossa Lariana, per quanto riguarda gruppi e insegne, dall’altra gli si deve riconoscere di esserci sempre e comunque. Senza mai dimenticare le difficoltà logistiche per chi, una domenica su due, deve spostarsi da uno dei lembi più a nord della Penisola.

Il pallone rotola nel centrocampo e la sfida può iniziare. La Nord sembra subito vogliosa di riscaldare i motori e si produce in un tifo costante e abbastanza compatto. Bello udire nuovamente dei cori del repertorio italiano anni ’80-’90, mentre nell’intervallo da segnalare uno striscione del Vecchio Leone per i gemellati di Pagani, in settimana riammessi al campionato di Lega Pro. Nella ripresa il tifo si mantiene su ottimi standard e, pur calando leggermente nel finale, viene condito dall’incessante sventolio dei bandieroni. Nel settore ospiti i lariani si danno da fare e, anche se peccano un pochino di continuità, forse a causa del numero, si fanno sentire diverse volte esibendosi con manate e cori a rispondere.

Sul terreno di gioco la sfida è tutt’altro che scontata. Prima che i ciociari trovino il vantaggio, gli ospiti sfiorano la rete almeno in tre occasioni, mettendo i brividi sulla schiena di Zappino. Il fortunoso vantaggio di Paganini (un cross che finisce in porta non venendo sfiorato da nessuno) agevola i padroni di casa, che nella ripresa mettono il punto esclamativo con Frara e Ciofani. Per il Frosinone ci sono gli applausi di un pubblico che sembra non aver accusato il salto all’indietro  ma, anzi, durante la serata ha spesso invitato la squadra a “riprovarci”, così come per il Como, cui i tifosi riconoscono l’impegno profuso e l’ottimo avvio di stagione nonostante le molteplici difficoltà.

I laziali se la vedranno con il Pescara domenica prossima, poi entrambe le formazioni si tufferanno nei rispettivi campionati, che quest’anno si preannunciano davvero caldi e interessanti dal punto di vista del tifo e delle sfide campanilistiche.