La Coppa Italia Promozione Lazio è ormai entrata nella fase decisiva: in questo mercoledì delle Ceneri, infatti, sono previste le gare di andata delle semifinali. Si giocano contemporaneamente Montespaccato ˗ Polisportiva Monti Cimini e Sermoneta ˗ Fiumicino: tre squadre, dunque, del girone romano ˗ viterbese (gir. A), a conferma della tradizionale superiorità tecnica delle compagini dalla provincia di Roma in su rispetto a quelle basso ˗ laziali.
Il teatro della gara odierna è il “Comunale” di Norma, un impianto composto da un’unica e capiente tribuna, incastonato in un paesaggio mozzafiato tipicamente montano, caratterizzato da una natura aspra e selvaggia. Questo stadio è ormai la casa, da diverso tempo, del sodalizio di Sermoneta, il noto borgo medievale che dista pochissimi chilometri da qui. Per la prima volta metto piede in questa struttura, che ha già comunque visto la presenza della nostra testata in occasione della sfida Sermoneta ˗ Formia dello scorso anno.
Appena arrivato non ho problemi a mettere piede in campo: i dirigenti locali si dimostrano cortesi e disponibili, contribuendo a rendere piacevole e distesa l’atmosfera. È un aspetto, questo, da sottolineare ampiamente e sicuramente non superfluo: non è raro, infatti, vedersi sbattere le porte in faccia da società dai nomi impronunciabili e militanti in categorie infime (mi è capitato anche in seconda categoria, ultimamente), che si confermano, con tale atteggiamento, dilettanti di nome e di fatto; per questo motivo, tendo ad evidenziare comportamenti positivi, costruttivi e collaborativi ogni qual volta mi si presenta l’occasione.
La Coppa Italia Promozione permette, alle vincitrici, di accedere in Eccellenza, alle finaliste, invece, di guadagnare un ottimo piazzamento nella graduatoria ripescaggi. Non si tratta, pertanto, di una competizione avente valore esclusivamente in termini di prestigio, ma, appunto, di un torneo concretamente utile alle partecipanti per tentare il grande colpo (soprattutto per quelle compagini balbettanti in campionato, che vi possono trovare una via alternativa per migliorare e, a volte, salvare la propria stagione agonistica). Generalmente apprezzo moltissimo questi formati che garantiscono un titolo spendibile, traducibile in un avanzamento nella piramide del football, rispetto ad altre coppe di categoria che invece non permettono l’accesso alla serie immediatamente al di sopra nella gerarchia.
Per tali ragioni, le due società si presentano a quest’evento cariche e ben motivate. Nei giorni immediatamente precedenti la gara, leggevo un appello, lanciato dalla società portuale ai propri sostenitori, a presentarsi in buon numero sui Lepini, per sostenere una squadra formata da giovanissimi, che sta ben figurando in questa competizione e sicuramente desiderosa di ostacolare il cammino del più quotato ˗ sulla carta ˗ Sermoneta, ritenuto favorito dagli addetti ai lavori insieme alla Polisportiva Monti Cimini (tanto che molti già parlavano, ancora prima che iniziassero le partite, di possibile “derby dei monti” in finale). Ma il calcio, si sa, non è una scienza esatta e sovente le previsioni vengono ribaltate dall’esito del campo, l’unico giudice supremo.
Il Fiumicino 1926 è una società prestigiosa, rappresentativa dell’importante cittadina posta sulle rive del Tirreno a pochi chilometri dalla Capitale. Un glorioso sodalizio, dai colori rossoblù, fondato agli albori del secolo scorso e che negli anni passati ha militato in categorie più consone (andando a memoria, ricordo, in particolare, il Campionato Nazionale Dilettanti disputato nel 1997 ˗ 1998, in un girone di ferro che vedeva coinvolte squadre importanti come Campobasso, Latina, Giugliano, Terracina, Casertana e altre). La squadra portuale disputa le proprie gare nello storico e mitico “Desideri”, un grazioso impianto in erba naturale ubicato nel centro cittadino in prossimità del porto ˗ canale. Sullo stemma della società è rappresentata la Torre Clementina, la struttura a base quadrata voluta dal pontefice Clemente XIV e distrutta dai Tedeschi in ritirata dal litorale romano nel 1943.
Ma torniamo alle vicende odierne. La tribuna non presenta il tutto esaurito, anzi, a dire il vero, le presenze sono davvero minime (complici, ovviamente, il turno infrasettimanale e, di conseguenza, il giorno lavorativo). Per i locali presenziano pochissimi appassionati che assistono alla gara passivamente, mentre in numero maggiore sono i tifosi ospiti. Sulla recinzione, alla mia destra, viene srotolato un bandierone rossoblù, mentre gli ultras fiumicinensi si sistemano nella parte opposta.
La prestazione dei ragazzi ospiti è positiva, caratterizzata da un incitamento costante alla squadra. Si sistemano in buon numero dietro la loro unica pezza, rendendosi protagonisti di un ottimo tifo. I cori, lanciati con buona continuità, sono tutti per la squadra, per la città e per il movimento. A livello visivo, ben riusciti risultano i diversi battimani, accompagnati spesso dallo sventolio di alcune bandierine e dall’accensione di qualche luminaria. A inizio gara espongono anche uno striscione di incitamento alla squadra, chiamandola ad affrontare con coraggio e determinazione questa importante sfida; tuttavia ˗ e chiedo scusa ai lettori ˗ a causa di un problema tecnico alla macchinetta occorsomi nei primi minuti e poi risolto dopo un quarto d’ora dal fischio iniziale, non riesco ad immortalarlo. Se non ci fossero stati loro, la partita si sarebbe giocata nel silenzio più assoluto.
La sfida in campo non è certamente di quelle memorabili. I padroni di casa, a partire dal 40’ della prima frazione, sono costretti a giocare in dieci uomini, a causa dell’espulsione di Trapani, che ferma con un braccio un’azione rossoblù, guadagnandosi il secondo giallo. Nonostante la superiorità numerica, il Fiumicino non riesce a colpire, anzi, sono proprio i locali a ricompattarsi al meglio nello spogliatoio e a trovare la rete del vantaggio dopo un quarto d’ora della ripresa: Onorato è bravo a sfondare sulla fascia destra e a mettere al centro, dove Ianniello si fa trovare pronto, capitalizzando il cross basso. Il risultato, fino al termine della gara, non cambia: il primo round se lo aggiudicano così i Lepini, che dovranno affrontare la trasferta sul litorale romano con un vantaggio minimo, in un “Desideri” che sicuramente si trasformerà in un bolgia, pronta a spingere la squadra di casa alla rimonta.
Vorrei chiudere questo resoconto con l’immagine più bella di questa giornata: verso la mezz’ora della ripresa, nella stradina posta dietro la tribuna, compare un trattore, il cui guidatore, dopo aver dato un’occhiata veloce a cosa stesse accadendo in campo, prosegue indifferente sul suo cammino, mentre un simpatico cagnolino corre felice sugli spalti: questa è la magia del calcio minore!
Andrea Calabrese.