I maggiori campionati europei stanno terminando ed emettono le loro prime sentenze. Tra chi l’ha stagione l’ha appena finita e chi è in vacanza da un pezzo, il Lugano di Zeman sarà una squadra che tribolerà fino alla fine per ottenere (o forse no) l’agognata salvezza: collettivo non eccezionale, troppi giovani a fronte di poca esperienza e l’unica “puntata” forte del presidente Renzetti sul tavolo dei grandi, affidata al tecnico boemo.

Quando arrivo a Cornaredo gli schermi del bar proiettano San Gallo-Vaduz: il match tra due delle quattro protagoniste nella lotta per non retrocedere vede avanti per 0-2 la squadra del Liechtenstein, il peggior risultato possibile per i fedeli bianconeri. In attesa del match contro il Lucerna, il Lugano è ultimo e deve vincere per non retrocedere all’ultimo gradino della classifica che significa Challenge League.

Cosa significa per il pubblico di Cornaredo la Super League, sinceramente, faccio fatica a inquadrarlo. I Lucernesi sono presenti al completo già oltre un’ora prima della partita con gli striscioni ben in vista, mentre quando entrano i padroni di casa per riscaldarsi, ricevono solo i fischi del settore ospiti in uno stadio ancora vuoto e forse non ben conscio dell’importanza della partita.

Lugano è stata già sazia di soddisfazioni sportive, con la squadra di hockey su ghiaccio arrivata a sfiorare il titolo, e i tifosi del calcio variano numericamente da partita a partita, con punte per i big match e le occasioni particolari. Una di queste, appuntatevela, è il 29 Maggio a Zurigo: contro la squadra locale che porta il nome della città, mister Zeman potrebbe vincere il suo primo trofeo e il Lugano rialzare la Schweizer Cup dopo 22 anni.

Ora il presente si chiama salvezza. La società ha fatto appello alla propria tifoseria, ma a rispondere presente sono circa 4.000 spettatori, comunque non molti per la massima serie elvetica. Le Teste Matte del Lugano entrano una mezzora prima del calcio d’inizio, ma la curva avrà i suoi pieni numeri solo dopo diversi minuti dal calcio d’inizio. In mezzo a tutto ciò gli ultras bianconeri, alcuni dei quali (quelli che hanno vissuto la Challenge League, per intenderci) veramente motivati e in prima linea. Sono sotto al loro settore quando il “megafonista”, con convinzione e capacità di persuasione, parla dell’importanza della partita e dell’importanza di mettercela tutta.

La tensione del match tutto sommato non mi appartiene, per quanto non disdegni simpatia per la cittadina lacustre e soprattutto per mister Zeman. I “Cervelli bianconeri”, gruppo di tre ragazzi nei distinti, oltre a tappezzare il settorino con più striscioni che persone, omaggia il tecnico con un drappo recante la scritta “ZZ 4 3 3”.

Noi siamo abituati a “Zemaniare” tutto, ma qua a Lugano il discorso Zeman non è il più influente: ci sono calciatori troppo giovani, attaccanti non sempre brillanti, troppi infortuni e una difesa che quando comincia a prendere acqua, affonda da tutte le parti. Insomma, probabilmente nemmeno un tecnico celebrato in questo momento come Claudio Ranieri potrebbe fare di più. Tuttavia il Lugano se la giocherà fino alla fine per non tornare tra i cadetti.

Io mi godo alcune scene “svizzeramente” belle: la poca tensione intorno alla partita, il pullman dei tifosi lucernesi con un graffito sulla fiancata, pirotecnica a volontà. Inservienti che aprono i cancelli per far mettere gli striscioni in campo ai tifosi, megafoni, tamburi e coristi arrampicati con piedi e gambe verso la pista di atletica; buvette che servono birra e salsicce, biglietti acquistabili anche a partita iniziata, nessun documento esibito neanche per ritirare l’accredito e altre belle scene che vi racconterò.

Il motivo principe della mia visita domenicale a Cornaredo sono i Lucernesi: essi sono tra le poche tifoserie di Super League che non ho mai visto, e i giudizi raccolti finora sono abbastanza positivi. Il Lucerna è quasi matematicamente salvo, ma qualche punto in più senza dubbio fa comodo. Ciò nonostante, dei 200 presenti nel settore ospiti, solo una piccola fetta sarà composta da tifosi comuni. Il grosso del contingente sono i gruppi ultras. Come da impronta teutonica, gli striscioni rappresentano numerosi gruppi, tante bandiere, tanti due aste, voce in gola e birre in mano. La loro partita inizia già alla grande: quando le squadre entrano in campo, i tifosi d’oltregottardo accendono fumogeni blu assieme a numerose torce e chi non ha nulla alza le proprie sciarpe o sventola qualche vessillo.

Dalla parte opposta le Teste Matte propongono diverse bandiere e, soprattutto, tanta voce.

Una nota fondamentale la assolvo subito: entrambe le tifoserie tiferanno ininterrottamente e senza sosta alcuna per tutta la partita, affrontandosi viso a viso ma rispettandosi nella sostanza (fra le due fazioni non vi sarà alcun gesto d’ostilità). Insomma, dal punto di vista prettamente canoro tutti promossi con pieni voti.

Dei numeri si è già parlato: entrambe le tifoserie possono offrire un potenziale sicuramente maggiore, ma è inutile dare spazio agli assenti quando i presenti ce la mettono tutta, mettendoci l’anima e anche qualcosa di più.

Ovviamente, la mia “prima” coi Lucernesi mi porta più spesso sotto il loro settore. Non posso non ammirare il colore e la scenicità di questa tifoseria della Svizzera Interna, contrapposta a un modello tipicamente italiano (nei cori e nei modi di impostare il tifo) delle Teste Matte.

Nonostante il campionato comune, di influenza reciproca nel tifare tra ticinesi, svizzero-tedeschi e romande ve n’è poca se non zero: i primi vanno di pari passo con le tendenze delle nostre curve; i secondi con quelle della Bundesliga tedesca; i terzi con quelle della Ligue 1 francese. Insomma, la barriera linguistica è più forte di una coesione nazionale sentita ovunque a livello sociale. Eppure alcuni cori in lingua tedesca si adatterebbero bene all’italiano e viceversa, ma ognuno si tiene la propria cultura di tifo.

Il Lugano passa subito in vantaggio con un colpo di testa di Donis e Cornaredo emette esultanza e sospiro di sollievo: il Vaduz (che intanto si è imposto a San Gallo per 1-3) torna di nuovo dietro in classifica.

Sulla partita mi soffermo poco o nulla perché ciò poco interessa al lettore di Sport People. Va comunque notata la tensione dell’intero stadio ad ogni minima sortita lucernese.

Il secondo tempo della sfida, infatti, diventa un’attesa del fischio finale poiché è chiaro che la squadra di casa non ne ha e difficilmente può trovare il raddoppio (benché in un paio di occasioni ci si vada persino vicino). Dalle curve il tifo si alza notevolmente. Poi, al 74°, Neumayr punisce la poca incisività del Lugano regalando al sottoscritto la bella esultanza dei tifosi ospiti, e che esultanza! Prima una, poi due, poi il settore si riempie di tifo e di torce, coi decibel innalzatisi in maniera paurosa.

Cornaredo ha quell’attimo di gelo ineluttabile in una situazione del genere, ma poi torna a crederci. Peccato che gli attaccanti luganesi non ne abbiano più, e il loro “due di pressione” non produce più nulla.

Finisce con 1-1 migliore per gli ospiti. Mi aspettavo dal pubblico di casa qualche rimbrotto e qualche malumore, ma sono italianamente abituato male e Cornaredo riserva solo applausi e incoraggiamenti ai propri beniamini, benché non abbiano assolutamente giocato una grande gara. Le Teste Matte che rimangono compatte a tifare anche dopo il fischio finale e dopo il passaggio sotto la curva della squadra a battere cinque è sicuramente l’immagine più bella di oggi.

Stefano Severi.