Della serie: se le grane te le vai a cercare non venire poi a lamentarti se finisci per trovarle. O, il che nella sostanza non cambia, esse trovano te. Fuor di metafora, la gestione logistica del derby è stata discutibile a livello di organizzazione preventiva e senz’altro censurabile durante la sua messa in atto. E pensare che, noi testimoni oculari, chi doveva provvedere alla bisogna ha iniziato a fare sopralluoghi accurati (?) quanto pomposi già da una settimana prima dell’evento, con tanto di mappe, videocamere, blocchetti degli appunti. Se questi sono i risultati… Ma andiamo con ordine. Il primo errore è da individuare nella tempistica. Vorremmo sapere chi è stata quella mente geniale che per venire all’appuntamento più atteso dell’anno ha deciso di prendere un treno dato in arrivo a Fano (salvo ritardi, puntualmente verificatisi a conferma della Legge di Murphy) appena una mezz’ora in anticipo rispetto al fischio di inizio del match. Dai, su, che lo sanno anche i muri che alla sfida di campanile non è mai troppo presto per presentarsi: perché la partita giocata sugli spalti ha orari tutti suoi ed è un dovere esserci all’alba dell’agone per confrontarsi a suon di tifo con i rivali di sempre. Per dire, noi che abitiamo ad un tiro di schioppo dallo stadio già alle 13, pieni di adrenalina allo stato puro, non abbiamo più resistito chiusi dentro casa e ci siamo incamminati verso il ‘Mancini’. Comico poi il giro turistico della città che è stato fatto compiere al corteo, già imbufalito di suo all’approdo in stazione e costretto a farsi a piedi il lungo rettilineo dell’Adriatica per poi attraversare l’intero quartiere San Lazzaro. Visto che c’erano, perché non farli passare a Metaurilia o addirittura a San Costanzo? Non regge affatto la giustificazione del percorso di sicurezza, dal momento che si sono allungati i tempi di esposizione a possibili contatti fra le parti e si è percorsa una zona paradossalmente ancor più popolata di quelle che si voleva evitare. Mah… La ciliegina sulla torta (diventata gradualmente una ciofeca) è stato infine il disbrigo delle operazioni di ingresso di quella massa inferocita. Una conoscenza di base della psicologia delle folle ed minimo di sano buon senso avrebbero dovuto indurre a fare entrare il gruppo dal portone più ampio, senza tanti preamboli, a quel punto del tutto inopportuni e come si è visto controproducenti. Quello che è successo non è in definitiva che la somma dei tanti errori commessi. State tranquilli, comunque, che la colpa sarà dei soliti ultras, esattamente come è accaduto per i fatti di Alma-Venezia. Brutti, sporchi e cattivi perché fa comodo etichettarli così, ormai sono divenuti un facile capro espiatorio delle colpe altrui. Ma chi ha occhi per vedere ed una mente sgombra per ragionare sa che la verità è un’altra. E ben altre le responsabilità.

[Fonte: PU24]