Nel novero dei testi inerenti l’analisi del movimento ultras e, più in generale, dell’antropologia e sociologia della conflittualità sociale, non può non essere citato questo libro di Claudio Dionesalvi. Nato a Cosenza, mediattivista, scrittore e giornalista, Claudio è stato uno dei fondatori della Nuova Guardia Ultrà Cosenza, nonché del C.S.A. Gramna e dell’associazione “Coessenza”. Direttore della rivista “Tam tam e segnali di fumo” e del blog “Inviato da nessuno”, ha scritto per numerose testate, ma soprattutto è stato (e continua ad essere) un militante della “strada”, dalla quale trae spunti per disegnarne tracce.

“Scritti ultrà” (pagg. 225, I ed. dicembre 2016 – saggi Coessenza, ISBN 978-88-96741-45-0, costo 15 Euro) può essere definito esattamente così: una sorta di testamento in vita dell’attività dello scrittore, e delle sue considerazioni inerenti la degenerazione del mondo moderno, con specifico riferimento alle curve.

Introdotto brillantemente da Matteo Falcone, con postfazione del dott. Billotti (ricercatore giuridico presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro), il libro è sostanzialmente una raccolta di scritti, che Dionesalvi ha sapientemente conservato, nei suoi 20 anni di attività, imbracciando la penna come simbolo di lotta, ed affrontando le tematiche più importanti che hanno segnato una generazione. 

Da qui, nasce il libro. 34 piccoli capitoli, così piccoli che lo rendono di facile lettura e leggero, seppur altamente interessante. 34 argomenti dettagliati, analizzati. 34 cazzotti nello stomaco dei benpensanti. “Scritti ultrà” è proprio questo. Una sorta di collazione dei pensieri dell’autore, senza banalità, demagogia, né autocelebrazioni. Con la giusta dose di autocritica ed a mezzo di un’analisi credibile ed autorevole, di chi parla di ultras perché ultras lo è stato.

Claudio sviscera una serie di temi che, partendo dalla “sua” Cosenza, acquisiscono una consistenza generale, il tutto senza disdegnare aneddoti, facezie ed episodi simpatici: daspo, repressione, pay tv, tessera del tifoso, commercializzazione sono solo alcuni degli argomenti che l’autore affronta, in un turbinio di pensieri scritti “sempre dalla parte di qualcosa o qualcuno, contro qualcos’altro o qualcun altro, purché sul versante opposto della barricata, sempre alla ricerca di un nemico più forte da sfidare”.

Mi piace chiosare, parafrasando proprio un suo pensiero : “Quando, intorno alla metà degli anni 90, sugli ultrà iniziarono a piovere manganellate, lacrimogeni e proiettili, io e pochi altri decidemmo che bisognava resistere. Da quel conflitto uscimmo barcollanti, ma a testa alta. Molti dei miei più cari fratelli di quel tempo oggi sono in carcere o sotto terra. Altri mi consigliarono di continuare quella lotta impugnando la penna e non ho mai smesso di farlo. Questo libro raccoglie una selezione degli articoli e dei brevi racconti scritti in questi 20 anni. Oggi guardo indietro e non riesco a correggere una virgola di quanto ho scritto e fatto”.

Un “libro che si fa leggere”, insomma, e che sicuramente consiglio di non farvi sfuggire.

Gianluca De Cesare