Sedan-Epernay 1-0, CFA 2 Francese 2013/14

Sedan-Epernay 1-0, CFA 2 Francese 2013/14

Nelle Ardenne, regione a cavallo tra Belgio, Francia e Lussemburgo, sorge sul lato francese una città abbastanza grande, di 20.000 anime, con al centro una bella roccaforte medievale. Sedan è un luogo importante nella storia francese, dove le guerre franco-tedesche hanno lasciato il segno. Oggi come oggi, la zona non è più vittima dei conflitti militari, ma della guerra economica, con la crisi che porta alla scomparsa di diverse industrie. Che sia la metallurgica, l’automobilistica o il tessile, le fabbriche chiudono una dopo l’altra, lasciando tanti disoccupati (circa il 25% della popolazione) e tante preoccupazioni per il futuro. La crisi non è soltanto economica, ma pure sportiva. Di fatto, questa cittadina ospita una squadra che vanta una tradizione calcistica di grido e che ha scritto più di una pagina di gloria all’interno della storia del calcio francese. L’anno scorso, il C.S.S.A. (cioè Club Sportif Sedan-Ardennes) ha compiuto la brutta impresa di retrocedere e fallire in immediata successivo. Ora il Sedan disputa il corrispettivo della Serie D italiana, dopo l’ultima stagione in B finita nel maggio 2013.

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Il Sedan può comunque contare ancora sui suoi fedelissimi tifosi. Lo stadio “Louis Dugauguez”, vicino al fiume Meuse, è ubicato in un quartiere popolare e dista qualche minuto a piedi dal piccolo centro cittadino. Costruito nel 2000, con una capienza di 23.000 posti, è ovviamente e totalmente sovradimensionato per la Serie D francese, anche se la media spettatori dei “Cinghiali” (il soprannome della squadra, dato dalla folta presenza della specie nella zona) è di 2.500 in Serie D, con una punta di 5.000 per una partita di Coppa di Francia.

Mi fa piacere vedere uno striscione con i colori rossoverdi e la scritta “Allez Sedan” attaccato sotto un balcone, segno di un calcio d’altri tempi e di una passione sempre viva. Ad un’ora dalla partita, ci sono già in giro i tifosi e ragazzi delle squadre giovanili, un buon segnale per la crescita di futuri tifosi col cuore rossoverde. C’è un grandissimo campo in erba di fronte allo stadio che serve da parcheggio ai tifosi. Mi dispiace un po’, perché qua c’era il vecchio impianto del Sedan, l’“Emile Albeau”; di questo edificio rimangono i pilastri che segnavano l’entrata e le biglietterie. Il vecchio stadio è stato demolito per costruirne uno nuovo quando la squadra era tornata a scrivere le sue pagine di gloria, alla fine degli anni ’90.

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Ma facciamo un salto indietro nel tempo, per capire come una squadra di una città di 20.000 abitanti ha saputo scalare i gradini della storia calcistica. Fondata nel 1919, sotto la denominazione di “Union Athletique Sedan-Torcy”, la società non ha fatto parlare di sé prima del 1947. A quel tempo vegetava nelle serie interregionali, finché i fratelli Laurant, direttori di fabbriche tessili, ne presero la presidenza. L’anno successivo arriva Louis Duguaguez, uomo chiave che occupa la funzione di allenatore-giocatore. La squadra si allena la mattina, così i “calciatori-operai” possono lavorare in fabbrica nel pomeriggio. Duguaguez, in appena cinque anni, porta la squadra dall’Eccellenza alla Serie B francese. Nel 1954 arriva perfino in semi-finale di Coppa di Francia. La stagione che segue riesce a portare la squadra in Serie A, con una rosa composta in maggioranza da calciatori-operai (comunque semi-professionisti). Lo stadio “Emile Albaux” viene rinnovato e la sua capienza è portata a 17.800 spettatori, più della popolazione della città. Finalmente, nel 1956, c’è la consacrazione, con il Sedan che vince la Coppa di Francia di fronte a 47.258 spettatori. Ci sono 10.000 tifosi rossoverdi che hanno intrapreso la trasferta di Parigi portandosi dietro… un cinghiale catturato nelle Ardenne, che non potrà entrare allo

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stadio di Colombes per colpa della Federazione. Cinque anni dopo, arriva una seconda coppa di Francia nelle Ardenne, e il Sedan approda perfino nella Coppa delle Coppe. Questa volta saranno quattro i cinghiali ad accompagnare la squadra in finale, i quali entreranno sul campo prima della partita. Quando la squadra torna da Parigi, dove ha disputato la finale, c’è una folla immensa di fronte alla piccola stazione. Durante la presentazione del trofeo, uno dei giocatori del Sedan, di origine camerunese, Zacharie Noah, mette il suo figlio neonato dentro la coppa: si chiama Yannick e diventerà, vent’anni dopo, una delle stelle del tennis francese, ultimo vincitore transalpino del famoso torneo del Roland-Garros.

Per la prima volta, nella stagione che segue, la squadra è composta solo da professionisti, e il Sedan diventa fisso in Serie A, alternandosi tra le posizioni d’onore, con una finale di Coppa persa nel 1965, e per due volte un terzo posto (nel 1963 e nel 1970). L’allenatore Louis Dugauguez diventa pure selezionatore della Nazionale francese dal 1967 al 1969. Nel 1975 comincia il declino della squadra, che vede Louis Dugauguez dismettere il suo ruolo di allenatore per problemi cardiaci. E così, l’anno dopo, la squadra precipita nell’anonimato, tra stagioni in Serie B e C per un quarto di secolo. Nel 1993, Pascal Urano, un imprenditore locale di

Sedan-Epernay 1-0, CFA 2 Francese 2013/14

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origine calabrese, diventa dirigente del club che presiederà dal 1998. L’anno seguente il Sedan arriva di nuovo in finale della Coppa di Francia e torna in Serie A. La squadra alternerà la massima serie e quella cadetta, perdendo un’altra finale di Coppa nel 2005. La stagione scorsa la squadra fallisce, il presidente decide di vendere la società e si riparte della D. Due fratelli ed imprenditori decidono di far ripartire la squadra che non ha più un solo giocatore. Un disoccupato, Farid Fouzari, ex-giocatore del Sedan nei decenni a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, è stato scelto per fare l’allenatore, ed ha costruito una squadra partendo con cinque giocatori della primavera, gli unici rimasti.

Ora il Sedan vuole salire in C2 (Campionato Francese Amateur) e per questo deve finire al primo posto della classifica. Ha un budget importante per la categoria (1,5 milioni di euro) e dei giocatori di un certo valore, ma per ora è al secondo posto. Per le partite in questa serie, solo la Tribuna e la Gradinata sono aperte. Il pubblico si concentra di solito nel primo anello, e questa sera ci saranno 2.300 tifosi circa. Quando le squadre entrano in campo, un paio di bandieroni a scacchi rossoverdi vengono sventolati e una ventina di stendardi sono issati. La squadra è sostenuta da un gruppo ultras, gli Young Boys, e come indica il loro nome, anche se sono nati come gruppo nel 2005, i componenti hanno un’età piuttosto bassa. Sono una trentina e, accanto a loro, c’è il “Kop Rouge et Vert” (cioè rossoverde), un club di tifosi che conta nelle proprie fila un’ottantina di membri; pur essendo un club, i membri sono attivi nel sopporto per i loro beniamini e canteranno senza sosta, in piedi, sotto la regia del lanciacori degli Young Boys.

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La partita è noiosa. Anche se è difficile avere le motivazioni al massimo, tra la serie D e solo gente seduta intorno, il cuore della tifoseria rossoverde, cioè un centinaio tra tifosi ed ultras, è in piedi e canta, facendo quello che può. Mi fa piacere vedere dietro al gruppone, un giovane tifoso dei “Cinghiali” di una decina di anni riprendere i canti lanciati dal megafono, con sua nonna che canta pure! Bellissima immagine, tra nuova guardia e la parte più anziana del tifo. I canti sono accompagnati da un tamburo; stendardi e bandiere saranno alzati con insistenza durante la partita. A poca distanza dal nucleo cantante, c’è un gruppo in disparte, in piedi senza riprendere i cori: sono gli ex-Bulldogs, uno dei primi gruppi di tifosi più accaniti del Sedan, nati nel 1993 e ora sciolti, anche se sugli spalti ci sono sempre.

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La partita riprende e il megafono, che per un po’ non ha funzionato tanto bene, riprende il servizio e il tifo può continuare. La partita è difficile per il Sedan, che ha bisogno di punti per riprendere la testa della classifica. Finalmente il gol arriva all’ 82° e la gioia può tornare da queste parti, con la squadra che si riprende il primo posto in classifica. L’obiettivo di tornare al più presto in serie C2 è più vicino, ma ci vuole ancora tempo. Siamo a metà campionato, ma il Sedan vuole ritrovare un ruolo degno del suo glorioso passato.

Testo e foto di Sebastien Louis.