Quest’oggi al “Goffredo Bianchelli” di Senigallia scendono in campo i padroni di casa reduci dalla sconfitta in casa della capolista Sambenedettese e il L’Aquila in piena zona play-off. Dal capoluogo abruzzese arrivano un centinaio di ultras mentre la Curva Nord di casa, nonostante gli ultimi risultati altalenanti risulta bella gremita.

È sempre un piacere per il sottoscritto vedere la Curva Nord da bordo campo, sempre colorata e piena di striscioni e che per stile e impostazione, ricorda molto da vicino le “vecchie” curve anni ’80 o ’90. I Senigalliesi hanno evidente voglia di divertirsi e iniziano a sostenere la squadra ancor prima che i giocatori scendano sul terreno di gioco, mentre sul fronte ospite, gli Aquilani, come nel loro stile, fanno quadrato e iniziano anche loro a sostenere la propria squadra non solo con dei battimani molto coordinati ma anche con cori molto originali e mai sentiti.

Un primo tempo molto equilibrato, sia in campo che sugli spalti, con i padroni di casa che accendono qualche torcia a riscaldare l’ambiente in questa fredda domenica mentre gli ospiti, tra cori e bandiere sempre al vento, spingono la loro squadra al momentaneo vantaggio.

Il secondo tempo vede una Vigor in campo molto più combattiva che infatti, all’ottavo minuto, porta il risultato in parità con la Nord che accende ancora un altro paio di torce per festeggiare. La gara si conclude proprio così, in perfetta parità, e a fine partita entrambe le compagini vanno sotto il proprio settore a prendersi il meritato abbraccio dai loro tifosi. Cala ovviamente il sipario anche sulle due tifoserie, a cui va riconosciuto il merito di una bella performance di tifo: i padroni di casa quest’anno sembrano davvero in ottima forma e tanto di cappello anche agli aquilani che oltre al loro stile inconfondibile, colpiscono soprattutto per un repertorio di cori ben lungi dal solito “copia e incolla” che siamo ormai costretti ad ascoltare indistintamente dalla serie A fino alle categorie minori.

Testo di Francesco Fortunato
Foto di Francesco Fortunato e Jürgen De Meester