Non nego che scrivere un articolo su questa partita è un esercizio assai difficile e poco stimolante. Nel giro di dieci giorni infatti mi ritrovo a dover commentare un scenario simile, vale a dire con la Curva Sud chiusa ai possessori di Club Home. Ma se in occasione della gara di Coppa Italia gli ultras capitolini avevano quanto meno potuto accedere alla Tribuna Tevere, oggi la loro presenza è del tutto interdetta. Questo perché se si è in possesso di un abbonamento non si può comprare un altro titolo d’accesso. Una delle tante pagliacciate all’italiana insomma.

Così lo scenario offerto dall’Olimpico è di una desolazione unica. Una vera e propria camera mortuaria del pallone. Circa 20.000 spettatori “affollano” i suoi spalti, di cui un centinaio provenienti da Empoli. Una vergogna per una partita che vede scendere in campo la squadra seconda nella classifica di quello che, in molti, ancora si affannano a definire “il campionato più bello del mondo”. Ma dove? Ma quando? Di una povertà unica. Dal calcio giocato, alla gestione dei tifosi.

La cosa che davvero mi toglie la voglia di scrivere è che rischio di cadere nel ridondante. Nelle settimane precedenti la società non solo non si è minimamente espressa in merito, ma non ha neanche formulato un ricorso che, pur venendo probabilmente respinto, sarebbe comunque stato un segnale. Quello che resta di questa fredda serata dell’Olimpico sono quindi le voci dei giocatori, lo squallido “tira tira” durante le invettive offensive giallorosse e il tifo costante degli empolesi. Per tutto il resto chiedete ad Osservatorio, Casms, Ministero dell’Interno e società calcistiche che ormai da troppi anni fanno orecchie da mercante preferendo un piccolo danno economico ad una presa di posizione netta e senza compromessi.

Sul campo la squadra di Garcia incappa nell’ennesimo pareggio (il quarto di fila), con il gol di Maicon che recupera l’iniziale svantaggio siglato da Maccarone su calcio di rigore.

Simone Meloni