Torno a Seravezza dopo qualche anno dall’ultima occasione e trovo uno stadio che ha subito una ristrutturazione parziale, mantenendo forma e settori ma rendendo il tutto molto più accattivante. Una bella miglioria come capita raramente in altri ambienti, uno stadio accogliente e funzionale, dovrebbe essere la norma ma invece, purtroppo, non lo è. Malgrado il timore di chissà quali disordini ventilato alla vigilia, le zone intorno allo stadio non sono assolutamente militarizzate, non sembra nemmeno che si giochi una partita di cartello. Scelta assolutamente azzeccata, inutile mostrare i muscoli e gettare benzina sul fuoco quando il fuoco non è neppure acceso.

L’arrivo dei tifosi dalla vicina Livorno viene gestito bene, ai labronici viene destinato l’ampio settore ospite, gli ultras si sistemano nella parte centrale ed in questo pomeriggio si fanno vedere pure gli striscioni dei club che più di qualche assenza ingiustificata la devono comunque mettere a referto. Non è la classica invasione ma i numeri sono buoni, la stagione della squadra amaranto doveva avere altri obiettivi ed invece la squadra vivacchia ai limiti della zona play off, del resto le attenuanti ci sono tutte, da una campagna acquisti effettuata in fretta e furia fino a giungere al fatto di essere una neopromossa.

Il pubblico raramente ha contestato e soprattutto lontano dalle mura amiche, gli ultras hanno preferito seguire la strada del sostegno ad oltranza: impegno, corsa ed abnegazione sono pilastri indispensabili ma nel calcio esiste anche la tecnica, l’amalgama, l’agire di squadra, tutti concetti che non si possono comprare al mercato. L’arrivo degli ospiti avviene con un discreto anticipo rispetto al fischio d’inizio del direttore di gara, c’è il tempo abbondante per sistemare striscioni e pezze e fare quadrato a centro settore. Gli ultras chiamano a raccolta tutti i presenti, la risposta è buona e si forma un bel gruppone che parte con il piede giusto, incitando la squadra a più riprese. I cori si sprecano, c’è l’evidente voglia di lasciare il segno, la voce non viene mai meno mentre le bandiere creano anche un bel tocco di colore.

Malgrado l’incitamento dagli spalti, il Livorno strappa un solo punto ma a fine partita ci sono comunque gli applausi dei tifosi che esortano la squadra a mettere sempre grinta e carattere in campo. C’è anche qualche mugugno ma sono in netta minoranza e vengono immediatamente messi a tacere.

Valerio Poli