Dopo aver assistito alla bellissima sfida tra Lecco e Vicenza mi sveglio molto presto nella città lombarda per un nuovo viaggio ed un’altra interessante partita. Questa volta scendo di una categoria, più precisamente in serie D ed il raggruppamento è il girone A, quello comprendente squadre liguri e piemontesi con in aggiunta l’unica della Valle d’Aosta. Arrivo nella città ligure di Sestri Levante che non sono nemmeno le 11, quindi ho tutto il tempo di visitare in maniera approfondita almeno la stazione e lo stadio “Sivori”.

Ad accogliermi purtroppo non ci sarà il meraviglioso sole di Lecco del giorno prima ma una coltre di nuvole nere che minacciano pioggia a secchiate, ma non desisto e dopo aver visitato la bella stazione di Sestri, cammino fino ad un piazzale dove la mia attenzione viene richiamata dalle tipiche voci d’incitamento di un qualche campo sportivo contiguo. Le indicazioni stradali in zona segnalano la via per lo stadio intitolato ad Hans Christian Andersen, scrittore e poeta danese, che decido di andare a visitare.

L’impianto è formato da un’unica tribuna coperta e un gentilissimo dirigente del Rivasamba, in attesa di partire con i suoi giocatori per la partita di Eccellenza in quel di Lavagna, mi racconta diverse storie su quest’altra squadra di Sestri Levante. La sua fondazione risale all’anno 1926 ma è solo nel 1994 che si assiste al cambio denominazione con la seguente fusione tra la società Riva Trigoso e la società San Bartolomeo Lazzarin, praticamente due quartieri di Sestri Levante. Con la fusione anche la squadra è cresciuta fino ad arrivare nella massima categoria regionale ma è il settore giovanile il vero fiore all’occhiello della società arancionera.

Prima dei saluti vengo instradato anche verso lo stadio “Sivori”, distante solo qualche centinaio di metri più in là. Intitolato a Giuseppe Sivori, calciatore del Sestri Levante negli anni trenta, con una grossa scritta su un muro dell’impianto a rimarcalro. Tantissimi adesivi attaccati dagli ultras liguri lungo le strade mi fanno capire che la scena cittadina è presente ed attiva, nonostante Genova con le due squadre più popolari e conosciute, disti non molti chilometri. Li ricordo anche nella finale dei play off di serie D della stagione 2014-15, disputatasi nello stadio neutro di Foligno, contro il Monopoli, quando mi fecero una gran bella impressione nonostante davanti avessero quasi mille ultras monopolitani.

Lo stadio visto da fuori ha un bell’aspetto, senza tanti fronzoli che possano rovinare quell’anima che sa di vissuto. Davanti ad esso c’è un ampio parcheggio, destinato agli ospiti, in cui infatti, poco dopo il mio passaggio, arriva una volante ed un blindato in attesa dei tifosi lombardi. Visto dall’interno, l’impianto presenta due tribune, quella coperta più rialzata dove prendono posto gli ultras locali, e quella di fronte, più bassa rispetto all’altra e anch’essa coperta per gran parte, tranne un angolo dove, tramite una recinzione, viene ricavato il settore ospiti.

Fin qui la stagione del Sestri Levante è stata molto positiva. In testa già dalle battute iniziali ha poi incrementato il suo vantaggio sull’altra ligure Sanremese, assottigliatosi nel tempo ma rimasto pur sempre ad un buon margine. Dalla parte opposta i lilla lombardi si trovano nella parte centrale della classifica con poche possibilità di riprendere le prime posizioni ma ben lontani dalla zona calda. Dopo l’ottima prestazione in quel di Merano per i play off d’Eccellenza del 2019, sono davvero molto curioso di rivedere anche loro all’opera.

Con l’approssimarsi del fischio d’inizio, le tifoserie prendono posto sugli spalti: i padroni di casa vanno a sistemarsi in un angolo della tribuna, esponendo diversi striscioni rossoblu con al centro quello principale dei PIESSE, mentre i legnanesi sono all’incirca una sessantina, numero tutto sommato buono per una squadra con poche velleità, al centro offrono lo striscione dell’unico gruppo, i BOYS LILLA ormai sulla breccia da oltre quarant’anni.

Quando le squadre entrano in campo, entrambe le tifoserie offrono qualcosa di coreografico: gli ospiti effettuano una bella e fitta sciarpata sventolando bandiere e stendardi ed accendendo alcune torce, mentre dalla parte opposta i liguri sventolano delle bandierine rossoblu. Nel primo tempo i padroni di casa sembrano partire tranquilli, anche con qualche pausa di troppo tra un coro ed un altro, ma con il passare del tempo trovano più continuità pur procedendo con il freno a mano tirato per l’intensità dei cori, alla quale cercano di sopperire con dei battimani e con il colore delle bandiere.

Nel secondo tempo la musica cambia decisamente, gli ultras del Sestri Levante crescono alzando di molto i decibel e sono molto più continui e partecipi. Nella parte centrale della seconda frazione effettuano inoltre una bella sbandierata e subito dopo esplodono un sorprendente e potente petardo a dare la carica ai giocatori in campo. Si vedono anche alcuni battimani ad accompagnare i cori, sempre molto lineari e sul finale abbozzano una sciarpata non riuscita benissimo, comunque prestazione degna sicuramente di nota.

Gli ospiti invece nel primo tempo sono autori di un tifo straordinario con un’intensità corale davvero alta, tenuta per tutta la durata della prima frazione, nonostante dopo una decina di minuti dal fischio d’inizio si sia scatenato un autentico nubifragio. Senza alcun ombrello continuano a tifare come nulla fosse, sventolando bandiere ed alzando stendardi. Numerosissimi i battimani ad accompagnare i cori, si notano infine per l’accensione di un’altra torcia.

Sarebbe impossibile per qualsiasi tifoseria tenere questo ritmo forsennato, per cui nella ripresa si stabilizzano su ritmi più tranquilli, effettuano un’altra bella sciarpata che tengono per qualche minuto assieme a stendardi e quelle poche bandiere risparmiate dalla pioggia battente. Nel proseguo della gara sono numerosi i battimani con cui, intelligentemente, il lanciacori cerca di far riposare le ugole, proponendo in qualche circostanza dei semplici fischi quando il Sestri Levante attacca. A meno di dieci minuti dalla fine effettuano la terza sciarpata della giornata per poi riprendere a tifare, accompagnando i cori sempre con interessanti battimani a tutto settore.

La partita al termine dei novanta ed oltre minuti si chiude sul risultato di parità ad occhiali, ma se sul rettangolo verde i gol non sono arrivati, di certo sugli spalti le due tifoserie hanno saputo regalarmi diverse emozioni. Con il calare della sera anche per me è tempo di prendere il treno che mi porterà a Genova e poi, via pullman, a destinazione, dove crollo cullato dalle emozioni che queste quattro tifoserie hanno saputo regalarmi in queste due giornate di spassionato tifo, calore, colore e valori che contraddistingue il vasto movimento ultras italiano.

Marco Gasparri