Gara tutto sommato tranquilla, con il contingente ospite che si presenta in Toscana con numeri più che dignitosi, del resto la Curva Sud sta vivendo un ottimo periodo di forma e la squadra fa altrettanto essendo capolista del girone. Ovvio che entusiasmo ed euforia siano amiche della compagine ascolana e con questi presupposti seguire la squadra diventa un piacere. A Prato la minestra è sempre la stessa, la squadra dopo un buon inizio non ha continuato sulla strada intrapresa ed anche per questa stagione c’è da mangiare un  po’ di pane duro. Non che la tifoseria non sia abituata alla sofferenza, chissà per quale arcano motivo ma i pratesi negli ultimi anni hanno avuto poco da gioire e molto da soffrire. Inutile soffermarsi sulla vicinanza di Firenze, inutile parlare di campionati giocati sul filo della salvezza, Prato è una di quelle piazze destinate a stringere i denti ed a soffrire.

Come da tradizione arrivo di buon ora nei pressi dell’impianto sportivo e noto una buona presenza di ascolani, ma tutto procede nella massima tranquillità, tra un panino mangiato in fretta e furia e l’attesa di varcare il prefiltraggio per entrare nel settore destinato alla tifoseria ospite. Controlli accurati da parte di stewards e forze dell’ordine, pezze e striscioni della tifoseria bianconera vengono fatti aprire e controllati uno ad uno consentendo o meno il loro ingresso. Vengono sequestrate alcune torce e la perquisizione delle persone è piuttosto meticolosa tanto che la coda si smaltisce con una lentezza disarmante. Anche sull’altro versante le cose non migliorano, i pratesi vengono controllati uno ad uno ed anche in questo caso stendardi e bandiere vengono passati al setaccio, controllando accuratamente dimensione e scritte in questione. Un tempo negli stadi entrava qualsiasi amenità possibile, oggi introdurre un ombrello o un accendino è quasi un fatto eclatante.

Ottima presenza degli ultras ascolani che salutano l’ingresso in campo delle squadre con l’accensione di qualche fumogeno ed alcune torce, spettacolo semplice ma pur sempre d’impatto, anche perché alcuni bandieroni ed un paio di due aste fanno da ricco contorno.

I pratesi si attardano un po’ nell’ingresso e solo dopo una manciata di minuti anche gli ultras di casa saranno compatti al loro posto.

Tifo che si mantiene su buoni livelli, gli ascolani si fanno forti dei numeri a loro disposizione, i pratesi si ritrovano belli compatti ed ottimamente coordinati.

La giornata piovosa non favorisce il tifo di chi, come i marchigiani, hanno a loro disposizione un settore completamente scoperto, comunque l’inizio è veemente ed il tifo poggia soprattutto su cori a ripetere e battimani, mentre il colore è assicurato da diversi bandieroni sventolati in maniera continua. A tal proposito, è doveroso segnalare la presenza degli ultras di Monaco a fianco degli ascolani, un paio di pezze bianco-rosse ed un bel bandierone confermano un rapporto che si basa su basi solide. I bianconeri sostengono continuamente la squadra, non mancano di ricordare la rivalità con la Samb ed i suoi ultras ed infine ricordano in vari frangenti i diffidati.

I padroni di casa ce la mettono tutta per farsi sentire, incitano la squadra ed in un paio di occasioni confermano la loro poca complicità con l’attuale presidenza, ma in definitiva, forti pure del risultato sul campo, destinano la loro voce agli undici giocatori che sembrano non temere la capolista.

Il Prato in effetti gioca ala grande e mette sotto il più quotato Ascoli, gli ultras di casa alzano i decibel e si fanno sentire chiaramente, i piceni non alzano bandiera bianca ma cominciano a chiedere alla squadra più impegno, tanto che qualche coro di contestazione si alza già nella prima parte del secondo tempo.

Il risultato finale premia il Prato e se gli ultras locali fanno festa, tra gli ascolani serpeggia un po’ di malumore. Onore a chi segue la squadra in Lega Pro, onore a chi si sbatte ancora e chi continua  a crederci, onore a chi tra mille difficoltà porta avanti i propri valori. Il calcio italiano era tra i più belli del mondo, gli ultras italiani erano tra i più scopiazzati del mondo. Sicuramente i vertici del nostro calcio non sono mai stati usati come metro di paragone ma del resto la colpa di chi è? Degli ultras, of course. Alla prossima barzelletta!

Valerio Poli