Finalmente torno a viaggiare fuori regione con i miei amati pullman low cost e lo faccio per uno dei tanti derby toscani che propone il girone E della serie D: Siena – Livorno. Questa sfida, che negli ultimi venti anni si è giocata in tutte le categorie, vale la testa della classifica, occupando entrambe le compagini il primo posto.

Arrivo nella città del Palio alle 9:30. Dedico la mattinata alla visita della splendida cittadina toscana, camminando per le vie del centro storico, sito patrimonio Unesco, terminando la mia passeggiata nell’immancabile Piazza del Campo, su cui affacciano il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia. Dopo la mattinata da “turista”, all’approssimarsi del calcio d’inizio mi incammino verso lo stadio “Artemio Franchi”, dove gruppi di tifosi senesi sono già nelle vie e nei bar adiacenti.

Dopo essere passato dietro la curva di casa, non mi resta che dare un’occhiata alla zona intorno al settore ospiti, dove sono attesi 642 livornesi, secondo i dati ufficiali. Vedo tre pullman, diversi transit e macchine private, con tanti ultras livornesi, colorati e carichi, in procinto di entrare. Osservando gli amaranto, trovo tangibile la spigolosità di questa importante tifoseria del panorama ultras italiano. Quando manca mezz’ora al fischio iniziale decido di entrare nel rettangolo verde del “Franchi”. L’ultima volta in cui vi ho messo piede fu per un Siena – Piacenza del girone B di serie C. In quella occasione, gli emiliani furono sconfitti per 2-0 davanti a oltre duemila suoi tifosi, perdendo inoltre l’opportunità di tornare in B.

Anche quest’oggi l’ambiente è caldo. La gradinata è chiusa al pubblico, di conseguenza i FEDELISSIMI prendono posto nella grande curva locale. Gli altri settori dello stadio sono abbastanza pieni. La maggior parte degli ultras livornesi è già dentro e accende un grosso fumogeno amaranto. Dall’altra parte, varcato il cancello principale, i senesi intonano cori contro la tifoseria livornese ed effettuano potenti battimani. Si nota anche un due aste irriverente verso i rivali, come è usuale nei derby di questa regione. Una volta entrate le squadre in campo, le due tifoserie colorano ulteriormente i propri settori: i labronici accendono una torcia e un paio di fumogeni di colore rosso e arancione, mentre la tifoseria bianconera esegue una discreta sciarpata. Subito dopo i locali aprono lo striscione “VICINI ALLA FOGGIA ULTRAS”.

In questo primo tempo entrambe le tifoserie tifano bene e si danno battaglia a colpi di cori e battimani. Dopo una decina di minuti, nel settore ospiti le recenti ruggini tra gruppi tornano a galla e molto probabilmente vengono “chiarite” alcune questioni, ma il tutto dura poco. Poco prima della mezz’ora, più o meno a tema, i senesi punzecchiano i rivali con lo striscione: “PER UN ‘FIORENTINO’ TI SEI PICCHIATO, UNA CURVA HAI RIDICOLIZZATO”. Nei minuti successivi i battimani sono frequenti su entrambi i fronti. I livornesi accendono un’altra torcia, che fa da preludio al gol labronico a cinque minuti dal riposo. Lo realizza Rossetti sugli sviluppi di un calcio d’angolo, facendo letteralmente esplodere il settore amaranto, che pochi minuti dopo accende una nuova torcia prima del duplice fischio.

Nel secondo tempo i senesi indirizzano al livornesi lo striscione “LA STRADA HAI SBAGLIATO IL TUO DRAPPO CI HAI LASCIATO” a cui, a stretto giro, affiancano una bandiera livornese rovesciata. Con il passare dei minuti però il tifo senese cala e solo lo zoccolo duro centrale continua a spronare la formazione in campo. Al contrario, la tifoseria labronica sembra viaggiare sulle ali dell’entusiasmo, cantando senza pause. Dopo una ventina di minuti tocca a loro schernire i locali, aprendo lo striscione “NOI SENZA SCORTA VOI SENZA PALLE!”

Il lanciacori senese cerca di scuotere la sua curva, che mette in mostra lo striscione “CIAO GUIDA”. Dall’altra parte anche i labronici effettuano una sciarpata, non troppo fitta ma sicuramente duratura. A dodici minuti dalla fine, poi, ecco arrivare il gol del momentaneo pareggio senese con Ricchi, lesto ad approfittare di una svista della difesa ospite. La curva bianconera esulta con fervore, ma la partita ancora non è finita e a quattro minuti dal termine Dionisi porta nuovamente avanti il Livorno su rigore. Questa volta festeggia il settore ospiti, che alza inevitabilmente i decibel del tifo fino al triplice fischio finale, che regala loro i tre punti e la vetta della classifica.

A fine partita è festa grande per giocatori e tifosi amaranto, mentre i padroni di casa, nonostante la delusione per la sconfitta, applaudono gli atleti bianconeri, con la speranza che la sconfitta non abbia ripercussioni sul cammino in campionato. A fine partita, nel parcheggio del settore ospiti, si registrano violenti scontri tra la polizia e la tifoseria labronica, che cerca il contatto con i senesi. L’indomani saranno gli stessi cittadini, ormai trasformati a tutti gli effetti in forze di polizia, a far girare video e quant’altro. Poche ore dopo la partita arrivano così i primi due arresti, mentre nei giorni successivi vengono annunciate le prime diffide.

Si chiude così il sipario su questo derby, che francamente non lascia mai deluse le aspettative di noi appassionati. Al termine di questi novanta minuti, mi convinco ulteriormente che, privato della passione delle tifoserie, il calcio sarebbe come un teatro, in cui trascorrere novanta minuti senza emozioni. Molti dovrebbero riflettere su questo aspetto e su ciò che ruota attorno a un gruppo, invece di esprimere giudizi superficiali e lapidari come il solito “tutto questo solo per una stupida partita”, inconsapevoli della parte sommersa dell’iceberg di aggregazione, socialità, solidarietà che costituisce il vivere ultras.

Testo e foto di Marco Gasparri