Nonostante il giorno assurdo, di giovedì alle 15 in pieno pomeriggio lavorativo, l’afflusso al “De Simone” di Siracusa è buono. Un po’ meno buona è la notizia che accompagna la vigilia e che riguarda l’arrivo di altre diffide per la curva aretusea: inevitabilmente la rabbia su certe decisioni folli e sul fatto che si calchi sempre pesantemente la mano sulla tifoseria organizzata, finisce per condizionare e opacizzare con un velo di tristezza questa stagione esaltante.
Come se non bastasse, aleggia il più che concreto spettro che questura prima e prefetto dopo, stiano già meschinamente operando affinché la trasferta a Barcellona Pozzo di Gotto contro l’Igea Virtus, la più importante dell’anno, l’ultima che probabilmente sancirà la promozione in C, sia vietata in tutti i modi. Considerata l’importanza del traguardo in vista e il prevedibile grande afflusso di pubblico, la gara odierna contro il Paternò finisce per giocarsi in un clima il cui sentimento dominante è la rabbia, per usare un eufemismo.
La partita si trascina così veloce, c’è solo voglia di vincere e archiviare la pratica in vista dell’ultima casalinga a cui rimandare ogni eventuale festeggiamento, ammesso e non concesso che non ci pensi già la concomitanza di risultati dagli altri campi ad aspettare comunque l’ultimo minuto per i verdetti finali. Curva Anna che si presenta discretamente piena, cori contro la Lega Italiana seguiti subito dopo da quelli di incitamento alla squadra. Oggi la curva è in fase di preparazione in vista degli scontri finali e quindi spazio anche ad un nuovo coro e a striscioni che rimarcano la fede, che ricordano i diffidati, oltre al continuo sventolio di bandieroni molto grandi, diventati ormai prerogativa e segno inconfondibile dello stile siracusano.
Cori trascinanti nel primo tempo e cori più secchi nel secondo che spingono la squadra a una vittoria sulla carta scontata, anche se poi nel calcio nulla è mai scontato. Solito storico coro a fine partita con tutta la squadra accorsa sotto il settore per festeggiare, prima di portarsi all’esterno e tra una birra e l’altra proiettarsi alla prossima settimana, all’ultima partita di campionato in casa, con una coreografia da preparare che coinvolgerà praticamente tutto lo stadio.
Ospiti assenti, ovviamente per divieto e ormai non fa più notizia ma solo una gran tristezza.
Foto di Giuseppe Ragnolo























