Strana notizia in cronaca alla quale non potevamo rimanere insensibili. Due giovani venticinquenni residenti a Sondrio, un uomo e una donna, sono stati segnalati dal Questore e colpiti dal Tribunale con la sorveglianza speciale per un anno.

polizia-camionNonostante fossero già stati avvisati oralmente dal Questore – riferiscono sui media – i due hanno perpetrato nella propria condotta irregolare: bello questo quadretto paternale e bonario, ammesso che sia vero, peccato solo che questa omissione ha portato alla reiterazione di un reato che poteva essere evitato. Il Tribunale dovrebbe chiedere conto anche di questo, ma soprassediamo.

L’uomo era stato già più volte denunciato per reati sia contro la persona che contro il patrimonio, nella fattispecie rissa, furto e rapina, tanto da meritarsi un foglio di via di tre anni che gli vietava l’ingresso nei Comuni di Forcola e Morbegno, dove lo stesso si sarebbe reso colpevole dei dati reati.

La donna, invece, era nota agli inquirenti per spaccio di sostanze stupefacenti, reato che le era già valso l’arresto in passato. Oltre ad una pari serie di contestazione sempre contro il patrimonio e la persona.

I due devono ora dunque sottoporsi a quello che il regime di sorveglianza impone, ossia obbligo di dimora, divieto tassativo di lasciare la propria abitazione negli orari notturni, nonché l’impossibilità di partecipare a riunioni ed assemblee di carattere pubblico.

La cosa singolare, però, è che ai due è stato comminato anche il Da.Spo. per la durata di 5 anni, periodo in cui non potranno assistere a nessuna manifestazione di carattere sportivo, calcio, basket, pallavolo, hockey, rugby o qualsiasi altro sport. Questo, sottolineano nelle note di cronache, per impedire che gli stessi reati ascritti vengano perpetrati in occasione di manifestazioni sportive. Questo però, senza che vi sia traccia di alcuna precedente partecipazione degli stessi a manifestazioni sportive. In pratica una sanzione quasi regalata, per puro esercizio di potere: come se ad un gruppo di giovani pizzicati per strada a far schiamazzi, ritirassero la patente per evitare che suonino anche il clacson delle loro auto nei giorni a venire.

Se c’è una cosa che abbiamo imparato da tutti questi anni di stadio, è che le pene devono avere un minimo di commisurazione con i reati che vogliono punire o prevenire, altrimenti non si fa che alimentare rabbia, frustrazione e odio sociale nei confronti della legge e dei suoi sedicenti tutori. Ogni abuso, ogni prova di forza, soprattutto ogni scrollata di spalle della società di fronte ad essi, perché non la toccano in prima persona, contribuiscono ad alzare verso l’alto l’asticella dell’arbitrarietà dei controllori, sempre meno controllati e sempre più potenzialmente a rischio di quei deliri di onnipotenza ed impunità che in questi anni ci hanno regalato le tragedie chiamate Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi.

Facessero il loro mestiere, niente di meno e nemmeno niente di più, che gli eccessi colposi sono diventati all’ordine del giorno e parecchio pericolosi.

Matteo Falcone.