Il treno corre lentamente sull’unico binario della direttrice Roccasecca-Avezzano, rumoreggiando pesantemente con il suo motore diesel che rimanda a un’Italia ormai distante qualche decennio. Arrivare a Sora su rotaia da Roma è un’esperienza che richiede pazienza e passione estrema per la ferrovia. E ovviamente non è una scelta casuale. Ma figlia della volontà di metter per la prima volta piede su quella che è una delle più antiche linee dell’Italia centro-meridionale (con la sua attivazione avvenuta tra il 1884 e il 1902). Un piccolo sfizio da togliersi proprio raggiungendo il Tomei, dove i padroni di casa ospiteranno l’Anzio nella seconda sfida del girone playoff per le seconde classificate.

Dopo la sconfitta ai rigori patita domenica scorsa ad opera della W3 Maccarese, i bianconeri sono costretti a vincere nei tempi regolamentari. Questo perché nella complicata formula playoff di quest’anno chi ottiene il successo durante i 90′ consegue tre punti (zero per chi viene battuto), mentre chi la spunta ai rigori soltanto due. Un punto per chi viene sconfitto ai penalty. Il vincitore del raggruppamento approda alla fase nazionale.

L’aspettativa degli sportivi sorani era ovviamente quella di passare sul campo della W3, al fine di disputare il secondo match domenica prossima. Opzione che oltre all’aspetto sportivo avrebbe agevolato anche un maggiore afflusso allo stadio. Si gioca mercoledì alle 16:30 e come in ogni parte normale del globo terracqueo, la maggior parte delle persone lavora. Ciononostante il richiamo alle armi della Curva Nord ha ottenuto un discreto risultato e nel feudo del tifo sorano la presenza è più che buona.

Per l’occasione gli ultras locali hanno organizzato una coreografia e già un’ora prima del fischio d’inizio fervono i preparativi affinché tutto riesca nel migliore dei modi. Le vicende calcistiche del Sora non arridono propriamente ai suoi tifosi negli ultimi anni, eppure va riconosciuto alla Nord di aver saputo mantenere in vita il movimento, dandogli nuova linfa e un’organizzazione davvero di buon livello.

Qualche minuto prima del fischio d’inizio il lanciacori invita tutti i presenti a compattarsi e quando le due squadre scendono in campo dalla Nord si alzano numerose bandierine con lo stemma societario e il grande striscione Sora Football 1907 in basso. Una scenografia che merita sicuramente un encomio per l’ottima realizzazione.

Quando le due squadre danno il via alle ostilità, i sorani dapprima sventolano le bandierine e poi si producono in un tifo di ottima fattura. Tante manate, bandiere al vento e voce continua a sostegno di una squadra che dopo pochi minuti trova il gol del vantaggio con Di Stefano. La rete galvanizza l’ambiente e fa alzare i decibel ai supporter bianconeri. Ma la partita non è affatto scontata e quando al 16′ il direttore di gara concede il penalty ai tirrenici anche il più ottimista dei presenti sembra capirlo. Dal dischetto però Gamboni non è perfetto e Simoncelli respinge lasciando il punteggio sull’1-0 per i padroni di casa.

La Nord sa che questa può essere davvero l’ultima chiamata per le già residue chance promozione e al rientro delle squadre negli spogliatoi sembra volerlo ricordare ai calciatori, colorandosi nuovamente con le bandierine utilizzate per la coreografia. Stesso scenario che si presenta all’avvio del secondo tempo.

Stendardi, voce e mani al cielo tentano di stimolare il Sora per un raddoppio che sarebbe vitale, ma al 19′ arriva il pareggio portodanzese con il rigore – stavolta trasformato – da Di Curzio. Lo stadio capisce che è il momento di spingere sull’acceleratore e i padroni di casa avrebbero nuovamente l’occasione per tornare in vantaggio. Manco a dirlo ancora su calcio di rigore, il terzo assegnato dall’arbitro. Ma Rossi si fa neutralizzare il tiro dagli undici metri e la partita si trascina così fino al 90′, costringendo le due squadre a decretare il vincitore dal dischetto.

Con una certa ironia i sorani accolgono l’esito del campo, pregustando l’ennesima beffa di questi ultimi anni. Sebbene, infatti, il Sora riesca a spuntarla 10-9 dal dischetto, i due punti conquistati riducono veramente al lumicino le speranze di passare il turno. Servirebbe infatti il successo dell’Anzio ai calci di rigore nel match di domenica contro la W3 Maccarese e a quel punto – in virtù del massimo equilibrio tra le tre squadre – affidarsi alla Dea Bendata tramite il sorteggio che ne scaturirebbe.

Malgrado tutto gli ultras chiamano la squadra sotto il proprio settore e senza polemica la applaudono continuando il loro sostegno, che per tutti i 90′ è stato davvero impeccabile.

Nulla da segnalare su fronte ospite. Da ormai qualche anno, purtroppo, il tifo organizzato dell’Anzio ha sospeso le proprie attività, quindi oggi presenti solo famiglie e tifosi normali.

Simone Meloni