La questione diffidati è un tema inevitabile per questo incontro, come ormai su molti altri campi e curve italiane. A Sora, però, il problema “diffide” è stato particolarmente peculiare fin dall’inizio del campionato. Per riassumere: i sorani, dalla fine dello scorso campionato, avevano deciso di non entrare in casa e seguire i propri colori solo e soltanto in trasferta, a causa delle minacce e delle ulteriori diffide ricevute per l’esposizione della scritta “Diffidati”. Scelta poi condivisa anche da alcune tifoserie ospiti, che hanno preferito disertare lo stadio “Tomei”, essendo venuta a mancare ogni libertà di tifo.

La notizia del rientro degli ultras sorani in casa è arrivata a febbraio, con la partita contro il Senigallia. Un rientro possibile grazie al cambio ai vertici di chi si occupa della gestione dell’ordine pubblico. La situazione, attualmente più tranquilla anche per gli ospiti, ha convinto i tifosi bianconeri a tornare a presenziare, ripopolando finalmente la “Curva Nord Roberto Longo”, troppo a lungo rimasta vuota. Certo, il momento è anche delicato per la contestazione in corso contro la società riguardo l’andamento della squadra in campionato. Un’altra nota riguarda la scelta non proprio chiara della stessa dirigenza di aumentare il costo dei biglietti ospiti e di conseguenza dei locali, per questa partita, penalizzando l’affluenza in un momento in cui il sostegno per la squadra è fondamentale. Questa situazione ha generato incredulità e qualche giusta lamentela.

Dall’altra parte, quella del Teramo è una tifoseria storica che ha risentito anch’essa della questione diffide. I teramani, infatti, sono reduci da un’auto sospensione del tifo organizzato, a causa delle tante diffide che hanno colpito gli esponenti dei vari gruppi. Dopo quelle ricevute dopo la gara col Giulianova, che sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il movimento ultras teramano ha subito un duro colpo in termini di numero di provvedimenti. Cosa che li ha portati a seguire la loro squadra senza esporre nessuna pezza o striscione, ammainando ogni riferimento alle singole identità, in attesa di tornare in forze dal punto di vista numerico e con il giusto spirito. A prescindere da tutto ciò, i teramani sono però una realtà viva e lo dimostrano costantemente con la loro presenza e il loro tifo.

Scelta ponderata, quindi, quella della mia sortita al match del “Tomei” di quest’oggi. Tornare a Sora è sempre piacevole, soprattutto per l’accoglienza riservatami dagli ultras locali. Al mio ingresso in campo, mentre sul terreno di gioco si riscaldano le squadre, sugli spalti gli ultras di casa sistemano lo striscione “Finché vivrò ti sosterrò”, presente anche nella partita giocata in casa contro il Chieti lo scorso campionato. Nella curva ospiti, qualche tifoso inizia a prendere posto, ma gli ultras entrano insieme e, una volta posizionatisi sugli spalti, iniziano a cantare onorando subito i diffidati. I sorani attaccano pochi secondi dopo, cantando per la squadra ed espongono poi lo striscione “Come sempre mai al completo”, ricordando proprio il gruppo di diffidati forzatamente assenti. Questa frase, già menzionata in una piccola pezza nelle partite precedenti, è stata realizzata più in grande per l’occasione. Un piccolo apprezzamento personale voglio farlo per la cura che hanno i sorani nella scelta dei font del materiale.

Ma se i diffidati sembrano, al momento, i protagonisti di questa partita, in realtà non sono i soli. Il tifo dei presenti è testardo, continuo, a dimostrazione del fatto che nessuna repressione spegne il sacro fuoco di una tifoseria. Il tifo di casa è sostenuto per entrambi i tempi di gioco a buon ritmo, non solo grazie al tamburo che scandisce i cori e all’accompagnamento delle mani. Se i numeri non raggiungono gli standard soliti, i bianconeri non mancano in nulla, neanche di una sciarpata sul finire del secondo tempo.

Anche i teramani, arrivati in più di duecento, nonostante il caro biglietti, fanno tifo di ottimo livello, con tanti cori contro la repressione e in favore di chi non può seguire le sorti della propria squadra. Si raggruppano insieme, e con la sola voce e le mani battute a tempo di cori, si fanno ben sentire.

La vittoria del Sora rinnova la speranza di salvezza, mentre il Teramo mantiene un dignitoso quarto posto e canta con i suoi tifosi sotto la curva, nonostante la sconfitta.

Imma Borrelli