La partita tra Sorrento e Messina si è disputata sul campo neutro dello stadio “Alfredo Viviani” di Potenza, teatro forzato delle gare interne dei rossoneri ormai da due stagioni. A causa dei lavori di ristrutturazione dello Stadio Italia, l’impianto sorrentino, la squadra continua a emigrare lontano dalla propria terra, e proprio per questo motivo, gli ultras rossoneri hanno deciso di disertare tutte le partite casalinghe (solo sulla carta). Una scelta che proprio gli stessi avversari di oggi hanno adottato per buona parte della stagione, almeno fino alla svolta societaria. Se di svolta possiamo parlare visto che i problemi non sono certo superati. Le due vicende, insomma, dimostrano che spesso anche stare lontano dalla propria casa, pur essendo una scelta estrema, appare l’unico modo per lanciare un messaggio forte a chi di dovere.

Dall’altra parte, i messinesi si presentano a Potenza forti della vittoria interna contro l’Altamura e con la voglia di dare seguito alle ultime positive prestazioni, anche se l’obiettivo salvezza è ancora lontano, ma non impossibile. In oltre 200 si sono mossi verso la Basilicata per sostenere i propri colori in un momento decisivo della stagione. Il tifo giallorosso è incessante per tutti i novanta minuti: cori, battimani, colori e bandiere a testimoniare che, anche a centinaia di chilometri da casa, il Messina non è mai solo.

Durante il match viene esposto uno striscione dedicato a Sara Campanella (L’amore non uccide, Sara vive in tutti noi), giovane ragazza siciliana vittima dell’ennesimo caso di femminicidio. Un gesto che non deve sorprendere: il movimento ultras, spesso dipinto in maniera distorta dai media, è da anni capace di dimostrare grande sensibilità e attenzione verso tematiche sociali importanti. Temi come la violenza di genere, le ingiustizie e la difesa dei diritti vengono portati sugli spalti con messaggi forti e chiari.

Sul campo la sfida è tirata, combattuta, ma si chiude con la vittoria dei padroni di casa. Il Messina non riesce a conquistare punti, ma il pareggio della Casertana contro il Giugliano tiene ancora accesa una flebile fiamma di speranza.

Testo di Michele D’Urso
Foto di Pier Paolo Sacco