Arrivo a Ferrara in una giornata che richiama in tutto e per tutto la primavera inoltrata. Accompagnato dalle persone “giuste” e volenteroso di scoprire questo mondo, legato a una delle compagini più storiche del nostro calcio. Una sosta presso uno dei paesini della provincia estense mi dà l’opportunità di tastare con mano l’attaccamento al glorioso club biancazzurro, malgrado un’annata pessima che attualmente vede gli emiliani all’ultimo posto, con tre allenatori che si sono avvicendati sulla panchina.
Parliamo di una città che conta 130.000 abitanti (350.000 se si sommano quelli della provincia), situata a pochi passi da un colosso urbano e del pallone come Bologna, che però a queste latitudini non ha mai attecchito totalmente. A conferma di ciò, i 7.000 spettatori odierni.
Già verso le 12 fuori la Curva Ovest si respira un clima di aggregazione. Compagnie di amici stazionano davanti ai cancelli tra una birra e una chiacchiera. È evidente quanto gli ultras estensi in questi anni siano riusciti a creare un bel clima da stadio, in grado di intrecciare generazioni e ceti sociali differenti, andando dunque a restituire appieno quella popolarità che la Spal ha sempre avuto in città. Nel frattempo lo zoccolo duro del tifo spallino comincia a distribuire le numerose bandiere che andranno a costituire una semplice me bella coreografia al momento dell’ingresso in campo delle squadra, con il telone centrale in cui viene raffigurato Nando Donati, leggendario calciatore che ha vestito la maglia estense negli anni settanta.
La Ovest offre una prestazione continuativa, riuscendo a coinvolgere spesso e volentieri il resto del pubblico. Nel secondo tempo viene dedicato più di qualche minuto ai cori in favore del movimento ultras e di solidarietà ai ragazzi diffidati. Tornando a quel senso di eterogeneità summenzionato, è davvero bello riscontrare una variegata presenza curvaiola, composta peraltro da una ricca rappresentanza femminile. Sintomo di quanto la provincia italiana riesca ad avere ancora una marcia in più in fatto di aggregazione. A occhio e croce direi che nel feudo del tifo ferrarese pendono posto almeno tre generazioni, cosa che è davvero spettacolare da vedere.
Il pubblico di casa viene scosso anche dalla buona prestazione della squadra, che riuscirà a battere i veneti per 2-1, conquistando tre punti d’oro in chiave salvezza. Da Cittadella giungono circa duecento supporter che offrono una buona prova canora, dimostrando la loro importante crescita degli ultimi anni.
Al triplice fischio ovazione di tutto lo stadio Mazza e soddisfazione per la vittoria. Lascio l’impianto emiliano con la soddisfazione di aver respirato un bel clima e di aver assaporato tutta l’impronta ultras che a Ferrara persiste e si rigenera ormai da anni. Oltre ad aver vissuto una giornata che ha rispolverato il rapporto con le mie origini, sia in fatto di curva che di attaccamento alla questione calcistica.




