Archiviata la pratica Imolese con una vittoria casalinga, il Rimini si conferma sempre più padrone del proprio girone. La squadra biancorossa, a cinque giornate dalla fine del campionato di serie D, si ritrova con 10 punti di vantaggio. Nel turno odierno che la vede impegnata in trasferta contro la formazione umbra del Trestina, un’ulteriore vittoria e la simultanea sconfitta dell’Imolese aprirebbero anticipatamente e matematicamente le porte delle serie C, ad appena due anni dalla mancata iscrizione al campionato professionistico.

Ipotizzando un buon seguito di supporter biancorossi pronti a festeggiare la matematica promozione, la questura locale ha imposto lo spostamento dell’incontro nell’impianto sportivo di Città di Castello,
più consono ad ospitare l’evento. Come spesso accade in questi casi, la società locale alza i prezzi, chiedendo un importo di 12 euro senza ridotti o agevolazioni varie, sapendo che dalla città romagnola ci sarebbe stato buon seguito. Così se le prime proteste non hanno sortito alcun effetto, all’arrivo del contingente della Curva Est, dopo una breve contrattazione, viene concesso un prezzo ridotto con il personale delle FdO a vigilare che la situazione non degenerasse.

Tra i tifosi regna ulteriore malumore in quanto, nei giorni scorsi, un comunicato ufficiale del giudice sportivo, a causa dello scoppio di petardi in Curva Est e del lancio di una bottiglietta d’acqua dalla tribuna che ha colpito un calciatore avversario, ha decretato le porte chiuse per la prossima partita interna. Una sanzione onestamente fin troppo severa, che punisce indiscriminatamente tutti in una partita in cui, molto probabilmente, potrebbe realizzarsi quella matematica che oggi richiede qualche coincidenza in più.

Quando fanno il loro ingresso nell’unico settore di tribuna, i ragazzi della Curva Est iniziano da sostenere la squadra, colorando di biancorosso la zona a loro destinata grazie ai soliti bandieroni sventolati poi per larga parte dell’incontro.

Come era logico aspettarsi, a sostenere la formazione locale solo amici o famigliari dei giocatori che, a parte qualche applauso o incitamento personale, non si segnaleranno per nulla d’altro. La Est formato trasferta invece, si compatta bene, seppur dei tanti presenti solo la metà partecipi in forma attiva, mentre gli altri preferiscono godersi la partita. È comunque bello vedere tanti ragazzini impegnarsi sia a sventolare bandiere che suonare un tamburo accanto a tifosi più navigati, tutti accomunati dalla passione per la squadra della propria città, malgrado una Serie D tutt’altro che entusiasmante.

In campo le cose si mettono bene già nella prima frazione di gioco, con gli ospiti che trovano il vantaggio ad opera dell’attaccante Traini, che corre sotto il settore occupato dai supporter biancorossi per i festeggiamenti di rito e raccogliere il calore che gli viene tributato.

Mentre da Imola arrivano notizie poco favorevoli, i locali pervengono al pareggio poco prima della fine del primo tempo, a cui segue qualche battibecco tra i tifosi ospiti e giocatori del Trestina. Da menzionare una discreta sciarpata, in questo primo tempo, e nel complesso una buona prestazione fatte di manate e cori ripetuti. Solo una flessione ad inizio secondo tempo, con l’intervallo canonico che si protrae più del dovuto al bar per rifocillarsi e bere qualche birra, per cui la ripresa del tifo stenta a realizzarsi.

Nulla di nuovo dal rettangolo verde, la squadra biancorossa esce comunque tra gli applausi dei propri tifosi al 90esimo, ci sarà un’altra occasione per festeggiare, ma solo nei prossimi giorni si saprà se il ricorso presentato dalla società è stato accolto o meno e se ciò potrà avvenire al cospetto dei propri tifosi, come tutti si augurano. Festeggiar da soli, in fondo, che razza di festa è?!?

Gilberto Poggi