Sortita a Belgrado prenotata da diverse settimane senza secondi fini di groundhopping. Quando ancora non si conosceva il nome delle due compagini che si sarebbero contese la Coppa di Serbia. Mattinata balneare, trascorsa nello splendido contesto belgradese di Ada Ciganlija, prendendo un po’ di sole e azzardando un bagnetto di tanto in tanto.

Intorno alle 14, non senza fatica, ho necessariamente dovuto abbandonare l’oziosa location per incamminarmi e raggiungere con ben tre autobus (37, 44, 273) il Rajko Mitić, più comunemente conosciuto come Marakana. Stadio praticamente attaccato (distano solo 1 km fra loro) a quello degli odiati cugini del Partizan. Incredibile e mai visto prima il dispiegamento massiccio di celere per questa stracittadina. Praticamente già tre km prima, ad ogni incrocio, fermata o giardino pubblico, ho scorto un numero impressionante di polizia. Indistintamente a cavallo, cinofila, sopra blindati e a piedi. Tutti quanti già preventivamente in assetto antisommossa, armati fino ai denti.

Individuato non senza difficoltà lo stanzino per il ritiro degli accrediti (percentuale di scritte e insegne solo in cirillico davvero molto elevata), dopo aver ritirato il pass mi sono fiondato in tribuna, non volendo perdere nemmeno un secondo dell’accesa e passionale sfida sugli spalti. Stadio gremito ma non esaurito, l’orario non propriamente fantastico delle 18:00 in un giorno lavorativo non ha naturalmente favorito il sold out.

Ospiti tutti presenti con una t-shirt nera di grande impatto cromatico, mentre nella curva dei Delije a inizio gara viene organizzata una coreografia coi cartoncini, con i dirimpettai intenti ad eseguire una torciata a fiamma verde. Vengono esposti anche quattro striscioni – presumo di sfottò – dalle due curve, ma il cirillico non mi ha permesso di decifrarne il contenuto.

Sul campo il primo tempo si chiude con la Stella Rossa in vantaggio per 1-0, coi suoi ultras che festeggiano la rete con una poderosa torciata. Ripresa che si apre invece con una fitta fumogenata biancorossa in casa Crvena Zvezda e un altrettanto compatta torciata, in questo caso tutta gialla, da parte ospite. Grobari che pervengono al pareggio qualche minuto più tardi, accompagnando la rete con l’ennesimo superlativo spettacolo di torce e fumoni accesi in più punti del settore.

Effimero scambio di colpi proibiti tra celere e supporter bianconeri ma la calma si ristabilisce praticamente nell’immediato. Da rimanere sbalorditi comunque per l’aspetto pirotecnico da ambo le fazioni, con curve “fumanti” praticamente senza sosta durante tutta la gara. Stupefacente anche l’incitamento costante, che nemmeno un goal appena subito ha mai silenziato su ambo i fronti.

Sul rettangolo verde la Stella Rossa riuscendo a trovare il 2-1 nel corso della ripresa, ha mandato in visibilio i suoi sostenitori, aggiudicandosi match e trofeo. Anche durante la premiazione, tanto per cambiare, la Curva biancorossa si è colorata di torce, fumogeni e una marea di fuochi d’artificio, per festeggiare questa coppa nazionale che si va ad aggiungere al campionato vinto qualche giorno prima, grazie a due punti di vantaggio proprio sui cugini.

Ospiti fatti uscire per primi e blocchi alle vie d’accesso per 20 minuti da parte della polizia. Che poi finalmente dopo urla e improperi vari, ha tolto i cordoni, facendo defluire il pubblico. Mezzi pubblici comunque deviati, perciò per tornare verso la centralissima Trg Republike, si è dovuto optare per una passeggiata. Sempre sotto l’occhio vigile di centinaia di celerini, schierati fino a notte inoltrata, nei punti più strategici e di movida della città.