Mercoledì 3 agosto si gioca a Belgrado, naturalmente fra le mura del Marakana, Stella Rossa – Pyunik Yerevan, match valido per il terzo turno di qualificazione per la Champions League 2022/23. La squadra serba è all’esordio stagionale in Europa, mentre gli ospiti armeni hanno già eliminato al primo turno, cominciato nella prima settimana di luglio, il CFR Cluj e al secondo i lussemburghesi dell’F91 Dudelange. Raggiungendo questo turno le due compagini oggi avversarie, nella peggiore delle ipotesi si sono assicurate quantomeno la partecipazione ai gironi di Conference League, competizione che inizialmente sembrava riguardare squadre dal limitato, o in fase di sviluppo, tasso tecnico. O in alternativa i team più curiosi dalle latitudini calcistiche più disparate: questa stagione ai preliminari si sono confrontate per esempio Lincoln e Tobol, una squadra di Gibilterra già ai gironi nell’edizione passata, e l’altra kazaka. Avanzando verso la fase finale però, inevitabilmente assurgeranno a protagoniste squadre ben più blasonate, com’è capitato l’anno scorso con la Roma vittoriosa sugli olandesi del Feyenoord.
Chiuso questo piccolo preambolo, torniamo al match di Belgrado: la risposta del pubblico è encomiabile, come sempre, verrebbe da dire. Sono infatti più di 40mila i presenti e il colpo d’occhio in tutti i settori è davvero notevole. Il settore ospiti vede presenziare una cinquantina di tifosi, i quali non avranno mai modo di farsi sentire davvero all’interno dell’impianto serbo.
I Delije sono protagonisti sugli spalti esattamente come lo è la squadra in campo. L’intera curva partecipa attivamente al tifo, con bandiere biancorosse sventolate con frequenza e battimani ad accompagnare i potenti cori eseguiti dagli ultras biancorossi. La serata sembra essere di ordinaria amministrazione per il pubblico di casa, senza particolari episodi da segnalare. Qualche avvenimento curioso a dire il vero è comunque annotabile: singolare la coreografia composta dallo sventolio di magliette della squadra, prendendo come riferimento l’esultanza di Leo Messi; il tifo organizzato biancorosso espone anche un invito per la prossima partita europea: nel settore nord e sud viene chiesto di indossare magliette bianche, nei settori est e ovest invece si chiedono maglie rosse, in modo tale da organizzare una scenografia permanente. Non si tratta di eccesso di ottimismo, visto che il 5-0 finale la dice lunga sul divario in campo.
La paventata coreografia andrà molto probabilmente in scena contro il Maccabi Haifa, vittorioso per 4-0 contro l’Apollon Limassol, gara in cui sarà in palio il tanto ambito accesso alla fase a gironi della Champions League con i gironi di Europa League come consolazione per gli sconfitti. In caso invece suceda l’imponderabile a Yerevan, nel match di ritorno, la squadra serba parteciperebbe comunque agli spareggi di Europa League con – come detto – l’accesso garantito ai gironi di Conference League qualora dovesse perdere anche quello spareggio.
Nell’arco dei novanta minuti odierni vieni inoltre espresso un pensiero su carta, traducibile più o meno con “Non lasciare che un momentaneo beneficio, diventi un grande rimpianto”, anche se è difficile stabilire se sia un ulteriore chiamata alle armi di tutto il tifo in vista dell’ambito traguardo o faccia riferimento ad altro. Fra le altre cose, si può notare l’immancabile bandiera raffigurante una fragola, dedicato a Marko Ivkovic detto Jagoda che in serbo significa appunto fragola, accoltellato a morte nel 2014 in una trasferta a Istanbul contro il Galatasaray.
A livello canoro, decisamente apprezzabili i cori di botta e risposta all’interno della Curva mentre significativi anche il resto dei cori sia di più lunga durata sia quelli secchi. Molto rappresentativo il fatto che la Curva, dopo aver lanciato un coro proprio mentre la squadra in campo passava in vantaggio, ha proseguito cantando ancora più forte.
Come già accennato, la partita scivola via facilmente e la gara di ritorno della prossima settima sembra più una formalità che altro. L’Europa è pronta a rivedere i Delije sicuri protagonisti, resta solo da capire e definire quale fra Champions, Conference o Europa League sarà il loro scenario. Per onori e introiti ovviamente nulla è paragonabile alla massima competizione continentale, ma il tasso ultras garantito dalla competizione secondaria è una prospettiva a dir poco appetibile. Aspettiamo e vedremo.
Edoardo Pacini