Doveva essere una delle gare più attese di questa stagione, per vedere contrapposte due ottime compagini ultras di questo girone divise da forte rivalità, invece, il divieto imposto dall’Osservatorio ai campani già un paio di settimane prima, era più che scontato e prevedibile.

Sembrano lontani anni luce ormai, quelle stagioni delle sconfitte 0-3 a tavolino per via di sospensioni per incidenti, incontri ravvicinati nel pre e dopo gara, striscioni di sfottò a ripetizione da una curva all’altra. Ormai è solo utopia sperare in un futuro più roseo per le curve italiane, dato l’inasprirsi sempre più della repressione.

Una gara con una sola tifoseria sugli spalti ed un esordio casalingo reso ancora più amaro quest’oggi per i rossoblù dopo l’inaspettata e assurda decisione della società di imporre, per questa stagione, prezzi esorbitanti per i biglietti e gli abbonamenti (un biglietto di ingresso del settore di curva a 11.50 €, per una serie D, è difficilmente accettabile per chi deve pagarlo) con conseguente affluenza minima sugli spalti.

In attesa che la società ritorni sui suoi passi, rivedendo i costi dei tagliandi, circa 1.500 spettatori affollano le gradinate dello stadio Iacovone per questo esordio del Taranto, uscito vittorioso domenica scorsa dal campo ostico del Gelbison.

Il tifo dei padroni di casa non sarà proprio eccezionale, sia per il forte caldo, sia per l’andamento della gara terminata con un 1-1 non certo ricco di emozioni e che non ha scaldato a dovere il pubblico presente. Nonostante tutto, il sostegno dalla Nord, risulterà essere comunque continuo, con ormai il consueto sventolio dei bandieroni dei gruppi e con pregevoli battimani al ritmo dei tamburi.

Da segnalare uno striscione sarcastico contro l’ex presidente Nardoni, “Stiamo lavorando per voi…Grazie NarDoni”, prendendo spunto da una frase espressa proprio dallo stesso presidente durante il periodo estivo, quando nelle fasi salienti dei tanti ripescaggi avvenuti in serie C, non avvenne quello della compagine Ionica per via di errori burocratici e di finanziamenti economici venuti a mancare, in maniera ingiustificabile, nel momento più importante, nonostante si stesse appunto lavorando per il tanto dichiarato salto di categoria.

Fabio Mitidieri.