Un vero giornalista spiega benissimo quello che non sa, distinguendo il vero dal falso e pubblicando spesso e volentieri il falso. Tutte le cose, le vicende, le situazioni, dovrebbero essere esaminate, discusse e, soprattutto, indagate senza eccezioni e senza riguardo per i sentimenti di nessuno. La cosa più angosciante e che colpisce di più è come il lettore dia sempre per vero e per scontato tutto quello che viene pubblicato. Si direbbe che per mano dello pseudogiornalista e per visione del lettore,  tutto quello che si legge sul web e sui giornali, è assolutamente vero, a parte i rari casi in cui si ha una conoscenza diretta dei fatti. Tirando le somme, mai.
L’introduzione è il chiaro riferimento dello striscione della Nord agli incidenti del 20 marzo. Risposta chiara e decisa alle diffide arrivate e alle tante sciocchezze scritte in riferimento a quel giorno. I fatti sono ben altri, e ovviamente non è questo il luogo per andare a fondo sulla questione; ci limitiamo, come sempre, ad una succosa e obiettiva tifocronaca tratta dal mio pensiero obiettivo e apprezzato da chi legge.
Un sabato pomeriggio caratterizzato da un caldo umido fastidioso, che va a ripercuotersi in campo e sugli spalti. Un brutto 0-0 sul rettangolo verde, ma a noi, come è giusta prassi, poco ce ne importa di chi scende in campo, di chi veste le maglie e di tutto quello che poco ha a che fare con le gradinate. Indubbiamente l’occhio vuole sempre la sua bella parte, e la sua bella parte si luccica sempre e solo con le tifoserie. C’è un Bari-Pescara, gara che da sempre ha generato movimenti e rivalità non indifferenti e non solo negli anni d’oro del movimento, ma anche nell’ultimo decennio. Sicuramente è  tra le partite in Italia più gettonate per scambio di opinioni tra le due opposte fazioni.
Niente da dire oggi sui numeri e sulla qualità dei pescaresi. Di tutto rispetto i 200 sostenitori arrivati a Bari. Numeri, in confronto alle passate stagioni, più sostanziosi. Sia ben chiaro, di gran lunga inferiori ai numeri dei baresi  all’Adriatico, ma notevoli perché caratterizzati da tanta qualità. Un primo tempo decisamente positivo, in cui gli abruzzesi si fanno notare mettendosi tutti a torso nudo. Soliti battibecchi a fine primo tempo nella zona bar, con tifosi semplici della Curva Sud, ma tutto nella norma e nulla da segnalare. Un secondo tempo decisamente in ombra  e senza sussulti. Tantissimi sfottò rivolti alla curva barese.
Come detto la Nord è completamente coperta dai raggi del sole che generano un pesante mix tra calore e umidità. Impatto visivo possente, ma a causa il caldo torrido il primo tempo non è all’altezza delle solite prestazioni. Ciò però viene compensato dall’ottima prova del secondo tempo. Bella da vedere la sciarpata iniziale, grazie anche al solito effetto dei fumogeni sparsi in modo confusionario in tutta la curva. I soliti bandieroni sempre al vento e le manate, molto fitte, che creano un effetto “treno” per ricordare quella famosa terminologia anni ’80 andata persa nel tempo. Sfottò che non mancano nemmeno dalla curva pugliese.  Lo 0-0 fa perdere lo smalto allo speaker e a chi segue come un burattino questa modernità. Si direbbe, bene cosi, anch’essi giusto che conoscano il gusto della sconfitta. Alla prossima anche per loro, augurandogli una nuova disfatta.
Massimo D’Innocenzi