In questo mercoledì di fine ottobre va in scena un classico giocato più volte in questi ultimi anni, Teramo – Sambenedettese, questa volta valevole per i sedicesimi di finale della coppa Italia serie C, gara unica al “Gaetano Bonolis” di Teramo.

Queste partite infrasettimanali di Coppa, come detto più volte durante le mie tifocronache, possono riservare sempre delle piacevoli sorprese, soprattutto quando, come stasera, si affrontano due tifoserie rivali con le città divise da appena una sessantina di km.

Nonostante ci sia tanto traffico in giro, dopo una corsa forsennata riesco ad arrivare ben venticinque minuti prima del fischio d’inizio, ma passando tra il settore ospiti e la curva di casa ancora non vedo molta gente. Per non far troppo tardi decido di entrare per rendermi bene conto della situazione, ma una volta messo piede in campo mi rendo conto che le due fazioni non sono ancora entrate: in queste sfide il rischio di arrivare tardi è sempre da mettere in conto. A pochi minuti dal fischio d’inizio, da fuori sento esplodere una bomba carta che preannuncia gli ultras marchigiani, i quali entrano tutti insieme sventolando le bandierine a disposizione, immancabili quelle appartenenti agli IRRIDUCIBILI.

Dopo aver appeso le varie pezze dei gruppi alla vetrata, mi rendo conto che manca quella dei FUTILI MOTIVI dovuta (come apprenderò) alle tante diffide arrivate di recente. Con la partita iniziata da poco, effettuano una bella sbandierata per poi iniziare a cantare in maniera decisa, effettuando dei bei battimani.

Il tifo è di alto livello ed entrambe le tifoserie non si risparmiano nei cori ostili e inoltre, al quarto d’ora, gli ospiti decidono di colorare ulteriormente il settore accendendo una torcia cui ne farà seguito subito dopo un’altra. Nonostante la Samba dopo neanche venti minuti vada in svantaggio, continuano a tifare come niente fosse, ma prima il raddoppio e subito dopo il gol della tripletta personale di Zecca, chiudono di fatto la partita e lasciano di sasso i sostenitori arrivati dalle Marche.

Al fischio che manda le squadre al riposo, gli ultras rossoblù chiamano la propria (imbottita di riserve) sotto al settore per chiedere maggiore impegno. Dalla parte opposta i teramani, con la sola pezza dei TERAMO ZEZZA a centro curva e un paio di bandiere biancorosse, si concentrano molto più sulla sostanza, riuscendo a sostenere gli undici in campo in maniera convinta, pur non partendo proprio a razzo. Indubbiamente i tre gol siglati nella prima frazione hanno aiutato molto, non solo per le esultanze (una più intensa dell’altra) ma anche a livello corale, con una serie di bei battimani ad accompagnare i cori. Durante la pausa tra i due tempi continuano a stuzzicare i rivali con qualche coro ostile, prontamente ribattuto dai dirimpettai.

Nella seconda frazione, sulle ali dell’entusiasmo gli abruzzesi continuano a produrre una gran quantità di cori, da quelli classici a quelli inventati da loro, per finire a quelli cantati in dialetto teramano. Passati pochi minuti effettuano una sciarpata, non troppo fitta ma comunque colorata, dopodiché aumentano il numero dei battimani effettuandoli in maniera sempre più decisa.

Tornando a parlare dei sambenedettesi, in questa seconda parte le loro motivazioni sono minime e lo si nota soprattutto ad inizio ripresa, quando le pause vanno per la maggiore, ma con tutto l’orgoglio possibile, dopo aver acceso una torcia riprendono la loro personale prestazione non pensando troppo al risultando, sventolando ogni tanto le bandierine.

Con l’entrata di qualche titolare fra gli ospiti, la squadra produce gioco ed arriva il gol della bandiera di Rapisarda, ma solo al novantesimo ed ovviamente non basta a rimettere in discussione il risultato o placare il nervosismo dei tifosi che, a fine partita, chiamano nuovamente a raccolta i giocatori.

Sulla sponda opposta i giocatori biancorossi vanno a ricevere gli applausi sotto curva e distinti, in attesa di sapere chi sfideranno fra Viterbese – Ternana.

C’è ancora tempo per le due tifoserie di scambiarsi qualche altro insulto vicendevole prima dell’uscita dallo stadio dei marchigiani, che di fatto cala il sipario su questa intensa sfida sugli spalti: è proprio grazie alle due tifoserie che queste competizioni hanno un minimo di senso, altrimenti si giocherebbe nel deserto e in un silenzio imbarazzante.

Marco Gasparri