Dopo Ascoli – Brescia, sfruttando appoggi famigliari in Abruzzo, il sabato faccio rotta verso la seconda partita del mio lungo weekend pallonaro: Teramo – Triestina. Negli ultimi 3-4 anni ho visitato lo stadio teramano almeno una volta a stagione ed oggi, con ancor maggior interesse, sono curioso di vedere in trasferta la tifoseria alabardata che non vedo da qualche anno.

Arrivando con largo anticipo in zona stadio, in men che non si dica sono già pronto a calpestare il terreno in erba sintetica del “Gaetano Bonolis”. Gli spettatori non superano le 1.500 unità che fanno apparire uno stadio così grande ancor più vuoto di quello che è.

Il Teramo inoltre non naviga in acque tranquille e dopo la batosta della storica promozione in serie B, poi cancellata subjudice per illecito, il pubblico sembra vivere una fase di disinnamoramento che si ripercuote in certa misura anche sugli ultras.

La Triestina, dal canto suo, sta invece disputando un ottimo campionato: la squadra si trova al secondo posto in classifica, miglior risultato dall’ultimo fallimento, per cui mi aspetto un bel seguito nonostante l’enorme distanza tra le due città.

I teramani, come loro consuetudine, continuano ad entrare alla spicciolata anche a partita iniziata. Mentre le squadre entrano in campo, sventolano due bandiere biancorosse dietro la pezza dei TERAMO ZEZZA e lo striscione per ricordare Jonathan, rimasto poi esposto per tutto l’arco della sfida.

Settore ospiti quasi completamente vuoto con il grosso degli ultras che deve ancora entrare, molto probabilmente rimasti bloccati nel traffico prenatalizio.

Nel primo tempo i biancorossi, pur non essendo tanti, effettuano un discreto numero di battimani non fermandosi mai con la voce. Al ventesimo minuto effettuano una sciarpata, seppur non troppo fitta, ma abbastanza duratura. Il colore è inoltre dato solo dalle due bandiere biancorosse che sventolano comunque per quasi tutta la durata della prima frazione.

In avvio di ripresa, a firma TERAMO ZEZZA, viene esposto uno striscione per un componente del gruppo colpito da diffida: “I VALORI ULTRAS DI UNA VITA NON LI FERMERETE CON UNA DIFFIDA! VICINI A VALENTINO”.

In questo secondo tempo, pur perdurando il risultato di parità, i teramani non mollano di un millimetro, cercando di alzare ulteriormente l’intensità dei cori, accompagnati il più delle volte da bei battimani, sicuramente in numero maggiore rispetto alla prima parte di gara.

La costanza e la caparbietà vengono premiati a dieci minuti dal novantesimo grazie al gol di De Grazia, che sblocca il risultato e fa esultare il pubblico di fede teramana, così come tre minuti dopo quando arriva il raddoppio grazie al bomber Zecca, che di fatto chiude la partita.

Veniamo ai tifosi ospiti, che arrivano in leggero ritardo ed appena entrati appendono subito le pezze alla recinzione sventolando il bandierone riportante la data di nascita della Triestina. Sinceramente a livello corale risultano discontinui, con pause e cori che si alternano.

Nel secondo tempo i triestini vanno leggermente meglio, ma il tifo, pur migliorando, risulta sempre compromesso da diverse pause che influiscono logicamente sulla prestazione. Dopo i due gol segnati dai padroni di casa invece, escono definitivamente di scena non tifando più ed al triplice fischio finale palesano tutta la propria delusione, con gli stendardi che vengono tolti dalla balconata e snobbando i giocatori, i quali si stavano recando sotto di essi per salutarli.

Dalla parte opposta invece, si saluta la squadra cantando e applaudendo questa importante vittoria che allontana il Teramo dalla zona calda della classifica. Esco dallo stadio e mi dirigo precipitosamente a casa: questa notte mi spetterà un sedile di un pullman come letto, direzione Torino, per un’altra avventura da raccontare.   

Marco Gasparri