Lo stadio Libero Liberati compie 50 anni e domenica primo settembre, in occasione di Ternana-Potenza che è stata la prima gara interna stagionale di campionato, la società rossoverde ha festeggiato il “compleanno” dello stadio e ricordato il campione di motociclismo a cui lo stesso è dedicato, vincitore del motomondialie classe 500 del 1957, morto in un incidente stradale nel 1962.

Per l’occasione, prima della partita è previsto un evento commemorativo con inizio alle ore 13:30, motivo per cui la Ternana decide di aprire i cancelli a partire dalle ore 12, vista la grande affluenza. La partita in campo termina 1-0 per i padroni di casa, tantissimo caldo e tantissimo pubblico: quasi 13.000 gli spettatori, di cui circa 12 800 abbonati, pubblico che a Terni non si vedeva da anni.

Ma oggi, in questo articolo, vorrei narrare alcune curiosità di uno stadio tra più storici e particolari d’Italia: il comune di Terni ne commissionò la progettazione all’ingegnere Leopoldo Burrachello, che fu autore anche dello stadio Bentegodi di Verona, con il quale si colgono alcune ovvie similitudini; Burrachello scelse di dare al costruendo impianto una struttura insolita per gli standard italiani: conformò gli spalti su di una planimetria ellittica a tre livelli sovrapposti (con un ulteriore soppalco sul lato occidentale, ove venne ricavata la tribuna stampa) e le curve prive della sezione centrale. Il progetto ebbe inoltre una valenza polisportiva poiché attorno al campo da calcio venne anche tracciata una pista di atletica leggera.

Terminati i lavori, lo stadio venne inaugurato il 24 agosto 1969 con la disputa di un amichevole tra Ternana e Palmeiras. In origine gli spalti erano capaci di sostenere affluenze maggiori, prima di venire ridimensionati dalle attuali e stringenti norme di sicurezza, come in un Ternana-Roma di Serie A in cui lo stadio registrò la sua massima affluenza, con circa 45.000 spettatori (dei quali quasi 20.000 romanisti).

Da Potenza arrivano circa 400 sostenitori dei leoni rossoblù. Nonostante uno stadio abbastanza caldo come numeri e come clima, risultano belli compatti, colorati e si fanno sentire a più riprese, con ottime manate e cori secchi.

Marco Barcarotti