Ternana e Triestina sono due compagini divise non solo dai 12 punti in classifica, ma anche dal diverso colore politico: Terni, città di acciaierie e della classe operaia, Trieste da sempre terra di confine ma fortemente attaccata al tricolore e fieramente identitaria.

In una fase storica in cui i partiti sono “liquidi” e l’elettorato si sposta con più facilità da uno schieramento all’altro, senza vergogna e imbarazzo, anche la partita di oggi è vissuta con meno enfasi, almeno sotto l’aspetto politico. In passato, infatti, sia Ternani che Triestini avrebbero fatto largo sfoggio di simboli politici, rimarcando con forza le proprie ideologie, aspetto che invece questo pomeriggio passa quasi inosservato.

I Triestini entrano nel loro settore insultando immediatamente i Ternani, che però devono ancora fare il loro ingresso nel settore. I biancorossi si posizionano nel primo anello, con i drappi tenuti in mano, scelta che in verità penalizza il tifo alabardato: i biancorossi perderanno infatti così quella compattezza che una tifoseria in trasferta dovrebbe prediligere. Nel corso dei novanta minuti non risparmiano ulteriori insulti alla tifoseria di casa mentre la vittoria, arrivata grazie a due reti nel corso della seconda frazione di gioco, proietta la squadra giuliana alle spalle del lanciatissimo Pordenone.

Per quanto riguarda il tifo degli umbri, la Nord offre ai propri beniamini un supporto canoro costante e continuo per tutta l’arco della partita che non si interrompe neanche quando le Fere vanno sotto di due reti.

Nella Curva Est, settore storico in passato occupato dai mitici Freak Brothers, viene esposto lo striscione “Un Gallo per una squadra di polli”: giovedì infatti la squadra è stata affidata all’allenatore Gallo, chiamato a dare una scossa ad un ambiente tecnicamente depresso, dal momento che l’ultima vittoria risale al 27 dicembre 2018.  Nel corso del match la Est assiste in silenzio all’ennesima prestazione negativa dei rossoverdi.

Al triplice fischio dallo stadio si levano cori di protesta e fischi rivolti agli undici in campo, per questa sconfitta che rende ancora più difficile quella che doveva essere una stagione di pronto riscatto dopo l’amara retrocessione della passata annata.

Michele D’Urso