L’ottava giornata di ritorno del girone G del campionato di Serie D propone la sfida tra il Terracina e il Guidonia. Per il popolo biancoceleste questa giornata ha un sapore speciale. La sfida è attesa con grande trepidazione ma non per i consueti temi calcistici. Certo, il Terracina ha un bisogno disperato di punti per rimanere aggrappato al treno della lotta salvezza, mentre il Guidonia è una delle squadre più forti del girone. Questi aspetti però finiscono oggi in secondo piano: la scena è infatti occupata dalla ricorrenza del centenario, che il Terracina ha l’opportunità di celebrare proprio al “Colavolpe”, davanti al pubblico amico.
Per una particolare coincidenza, di quelle che accadono di rado, questa partita si gioca il 23 febbraio: proprio il 23 febbraio 1925 nacque ufficialmente il club tirrenico! Esattamente un secolo fa, dunque, prendeva vita un sodalizio che ha legato a sé intere generazioni di terracinesi. Il mondo in cui muoveva i primi passi la squadra tirrenica aveva, chiaramente, un volto totalmente diverso da quello attuale. In Italia, dopo il discorso di Mussolini alla Camera del 3 gennaio 1925, seguito all’uccisione del deputato socialista Matteotti, iniziava la fascistizzazione del paese, destinato a trasformarsi in uno Stato totalitario. Nell’URSS era da poco morto Lenin, il padre della rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917, che aveva partorito il primo Stato comunista al mondo. La Germania, provata militarmente ed economicamente dall’esito della Prima guerra mondiale e dalla conferenza di pace di Versailles, era ancora una Repubblica democratica, con centro a Weimar. Francia e Gran Bretagna continuavano a recitare il ruolo di fari della democrazia in Europa, mentre negli Stati Uniti si vivevano i cosiddetti “Anni ruggenti”, con uno stile di vita improntato al benessere e al godimento, anche se sullo sfondo di politiche discriminatorie e di un crescente razzismo.
Quando nacque il Terracina, la provincia di Latina non esisteva ancora: la cittadina tirrenica faceva parte dell’amministrazione di Roma, dopo secoli di dominio pontificio. La bonifica integrale voluta dal regime fascista iniziò dopo qualche anno, ma non bisogna dimenticare che tentativi di prosciugamento della pianura a sud di Roma erano già stati effettuati nei secoli precedenti. Si ricorda, in particolare, quello iniziato da Pio VI nel 1777, celebrato dal poeta Vincenzo Monti nel poemetto “Feroniade”, che trae il nome dalla ninfa Feronia, cui in età antica era dedicato un santuario i cui resti sono visibili proprio nei pressi del “Colavolpe”. Il pontefice di Cesena, protagonista dei tumultuosi eventi della Rivoluzione francese, fece costruire a Terracina il Palazzo della Bonificazione Pontina, visto che la città da secoli fungeva da centro principale del Lazio meridionale marittimo.
Negli anni Venti, il football era già sinonimo di passione popolare, e anche Terracina fu inondata dall’amore per questo sport. Il primo nome del club fu Società Sportiva Francesco Di Biagio Terracinese, in onore dell’aviatore caduto nella Grande Guerra, con presidente Bonaventura Matthias. Tra i primi atleti merita di essere ricordato quel Mario Colavolpe cui è intitolato l’attuale stadio dei tigrotti, che ha sostituto il vecchio impianto della zona portuale, proprio dove i Romani, al tempo dell’imperatore Traiano, avevano costruito un grande scalo commerciale. Il vecchio “Matthias” è stato a lungo il tempio del calcio a Terracina, e le vecchie foto ingiallite trasmettono l’atmosfera di un vero e proprio girone infernale, con gli spalti gremiti e addossati al terreno in terra battuta. Chissà quale corso avrebbe avuto la storia del Terracina, se questo stadio non fosse stato abbattuto, per una scelta che ha costretto i tigrotti a disputare le partite casalinghe in una struttura logisticamente scomoda, lontanissima dal centro della città.
Proprio parlando di questa storia, la sua trama è scandita da un gran numero di delusioni sportive e pochissime gioie. In cento anni, il Terracina ha totalizzato venticinque apparizioni nei massimi campionati dilettantistici e moltissimi tornei regionali, non varcando mai la soglia del professionismo, che i laziali hanno soltanto sfiorato nel 1998 e nel 2014. Credo sia importante sottolineare questo aspetto, considerando che, malgrado le briciole raccolte a livello calcistico, Terracina è universalmente riconosciuta come una delle migliori piazze ultras della regione e dell’Italia centrale, con una continuità davvero apprezzabile nel tempo e una passione sempre più forte di ogni avversità sul campo. La tifoseria terracinese ha costantemente mostrato verso i propri colori un amore sconfinato, che anche oggi i gruppi della Curva Mare riversano sui gradoni per celebrare questa giornata tanto speciale.
Così, nel prepartita il settore è in fermento e scopro che i ragazzi stanno per realizzare una coreografia: cento anni si festeggiano una volta soltanto, e i terracinesi vogliono essere pienamente all’altezza di questo appuntamento storico. Le squadre entrano in campo alle 14:30, e mentre il Terracina esibisce la sua divisa più rappresentativa, quella a strisce orizzontali biancocelesti, nel cuore pulsante dello stadio va in scena lo spettacolo di una splendida fumogenata, accompagnata dalle bandiere e da un lunghissimo striscione: “100 anni di storia custoditi con vanto e gloria”. La coreografia è ben riuscita e crea un’atmosfera magnifica! Svanito il fumo, la Curva continua a essere colorata con stendardi e bandiere per tutta la partita, mentre a livello vocale predilige cori prolungati e scanditi dal tamburo. Il tifo è incessante, ma la festa dei terracinesi è rovinata dalle vicende del campo. Il Guidonia è nettamente più forte dei padroni di casa, e dopo aver concluso il primo tempo con una rete di vantaggio, nella ripresa buca continuamente la retroguardia locale, terminando addirittura la gara con cinque reti all’attivo, che consegnano una vittoria schiacciante agli ospiti. Così, quando i tre punti sono saldamente nelle mani degli avversari, inizia l’aspra contestazione della Curva Mare, profondamente amareggiata per questo campionato così difficile, che vede il Terracina zoppicare proprio nell’anno del centenario. A fine partita gli ultras chiamano la squadra sotto al settore. Questa volta, a differenza delle precedenti partite, non esprimono parole di incoraggiamento; non criticano tanto il risultato, ma un atteggiamento sul campo e un approccio alle partite che considerano insoddisfacenti.
Il successo arride dunque al Guidonia, che quest’oggi è accompagnato sul litorale tirrenico da un buon gruppo di ultras e altri semplici appassionati. Il tifo organizzato si colloca dietro allo striscione “Avanguardia” e ad altri due stendardi, di cui uno, “1937”, riporta la data di fondazione del popoloso centro della provincia di Roma. I ragazzi di Guidonia sventolano continuamente un bandierone e mostrano un’ottima compattezza, sostenendo la squadra anche con molteplici manate. Come detto, la squadra ospite si impone facilmente sul Terracina, così possono festeggiare un successo che permette loro di continuare a sognare la C.
Al triplice fischio, non termina la giornata del centenario: i ragazzi della Curva Mare si danno appuntamento in pieno centro, precisamente nella zona del porto, invitando tutta la popolazione a unirsi a loro per un momento speciale. Lì, infatti, si ritroveranno, alle 18:30, per realizzare una splendida torciata, che illuminerà e riscalderà questa notte di febbraio, in uno dei luoghi che meglio rappresentato lo spirito della città.
Buon compleanno, Terracina Calcio 1925!
Andrea Calabrese