Consultando il calendario di Eccellenza Abruzzese noto subito che i biancoverdi marsicani ospiteranno il Francavilla in occasione della prima giornata. Dopo lo scorso campionato di Promozione, che ha visto primeggiare gli Avezzanesi in ogni competizione disputata, c’è chiaramente entusiasmo e curiosità attorno alla squadra. Oltretutto di fronte c’è una storica rivale come la compagine giallorossa. Mi informo un po’ attraverso il web, e sembra che ci sia una discreta attesa, questo è sufficiente per invogliarmi a mettere per la prima volta piede allo stadio “Dei Marsi”. Data la scarsezza dei collegamenti con Roma ed i loro orari improponibili, a seguito di una questuante richiesta, riesco ad avere in prestito la macchina del padre della mia ragazza, che andando a metano mi permetterà quantomeno di risparmiare.
Decido di partire per mezzogiorno, in maniera da potermela prendere tranquillamente e senza patemi d’animo. Nonostante le previsioni annunciassero pioggia, il sole splende su Roma, tanto è vero che approfittando di queste ultime belle giornate di fine estate in molti hanno pensato di mettersi in marcia verso mare e montagna, ed uscire dalla Capitale è tutt’altro che facile. Con una mezz’ora scarsa sono sulla Tiburtina, fino a Tivoli il traffico è come sempre un po’ rallentato, ma una volta usciti dalla città delle Ville, l’asfalto scorre libero e (autovelox permettendo) abbastanza veloce. Rimango sorpreso peraltro di come da dopo Arsoli (vale a dire dall’inizio della tratta abruzzese) la strada si allarghi e risulti persino piacevole. I chilometri scorrono abbastanza velocemente, ed intorno alle 14 faccio il mio ingresso ad Avezzano. Di gente in giro, essendo domenica, ce n’è chiaramente poca e seguendo i cartelli riesco ad arrivare abbastanza semplicemente in zona stadio, passando proprio sotto la curva dei biancoverdi , dove alcuni ragazzi stanno già sventolando bandiere ed intonando cori. Parcheggio e mi avvio verso la porta carraia.
L’addetto stampa ha tra le mani proprio il mio accredito, quindi l’ingresso sul terreno di gioco risulta una pura formalità. Dopo aver indossato la pettorina ed aver preparato la macchinetta, posso dare il primo sguardo all’ambiente che mi circonda. La curva di casa va pian piano riempiendosi, ed alla fine saranno circa duecento i presenti con uno zoccolo duro di 150 ragazzi a tifare, mentre dal punto di vista del colore è da segnalare l’esposizione di tanti piccoli stendardi sulla vetrata.
Nel settore ospiti per ora ci sono solo 3 ragazzi, e ciò appare alquanto strano. In realtà, a pochi minuti dall’inizio, i tifosi di Francavilla fanno il loro arrivo, ma, a causa di problemi legati ai biglietti, non riescono, almeno per ora, a fare ingresso nel settore loro destinato. Sempre nel prepartita, da segnalare la deposizione di un mazzo di fiori da parte di alcuni esponenti della curva biancoverde in memoria di una ragazza scomparsa prematuramente e ricordata anche con uno striscione.
Le due squadre fanno il loro ingresso in campo e gli ultras marsicani le accolgono con un bella torciata ed alcuni potenti battimani. Gli ospiti si sentono tifare, ma per il momento sono costretti oltre il cancello d’entrata. La Curva Nord, nel frattempo, si produce in una buona prestazione canora, contraccambiata dalla squadra che in campo domina e dopo pochi minuti sigla la rete del vantaggio.
I Francavillesi, al di fuori dello stadio, continuano a cantare accendendo un paio di torce e gettando in campo due fumogeni giallorossi, sperando forse di convincere la polizia a lasciarli entrare. Ma la solita gestione dell’ordine pubblico italiana (forte con un manipolo di ragazzi, debole di fronte ai criminali) non fa una piega.
Intanto gli Avezzanesi mettono in mostra alcuni belli stendardi ed offrono una sciarpata che colora la curva. Avevo ricordi vaghi su loro quando ne vedevo le foto sui vecchi Supertifo, e vederli oggi all’opera mi ha fatto una buona impressione. In città è tornato l’entusiasmo per il calcio e, dopo anni di oblio, retrocessioni, fallimenti e tentativi vani di far tornare il nobile sport ad Avezzano (leggasi Valle del Giovenco), il progetto societario in corsa sembra finalmente essere serio e determinato a portare i biancoverdi su ottimi livelli. Sicuramente da parte di un semplice osservatore come il sottoscritto, non può che essere bello vedere un piazza comunque di un certo rilievo (Avezzano conta circa 43.000 abitanti) di nuovo entusiasta per un pallone che rotola sul prato verde, soprattutto in un periodo storico come questo in cui i tifosi si allontanano continuamente dagli stadi, stagione dopo stagione.
La partita in campo continua con la netta supremazia dei padroni di casa, i quali prima dell’intervallo infilano per la seconda volta il portiere avversario provocando una bella esultanza del proprio pubblico. Arriva l’intervallo ed a questo punto mi aspetto che qualcosa si sblocchi in chiave ospite. Ed effettivamente c’è da dire che le tifoserie si attivano entrambe per far sì che la presenza adriatica possa fare il proprio ingresso. I 15’ che separano la prima frazione di gioco dalla seconda, sono infatti contrassegnati da cordiali scambi di opinioni e messaggi di pace tra le due opposte fazioni. Risultato: poco prima del fischio d’inizio dei secondi 45’ gli ospiti fanno finalmente il loro ingresso al “Dei Marsi”. All’incirca una ventina i presenti che appendono subito i propri striscioni. Sioux è il gruppo guida della tifoseria giallorossa mentre spicca anche la “pezza” dei Mads Celano, storici gemellati dei Francavillesi, nonché storici rivali degli Avezzanesi.
Ora, per la mia gioia, la sfida sugli spalti è duplice e completa. Si ricomincia da dove si era finito per i padroni di casa che accendono torce e, forse stimolati dall’ingresso dei dirimpettai, aumentano il tono della voce, migliorando sensibilmente la prestazione del primo tempo. I Francavillesi cominciano subito a farsi sentire con bei battimani, ma la squadra non li aiuta di certo, ed in campo l’Avezzano dilaga continuando a battere impietosamente l’estremo difensore avversario. Alla fine si conteranno sei reti per i padroni di casa ed appena una per il derelitto Francavilla.
Le due tifoserie si beccano lievemente, con i biancoverdi che sembrano più impegnati a ricordare il proprio odio verso L’Aquila. La rappresentanza ospite va pian piano spegnendosi, e negli ultimi minuti si metterà in mostra per la goliardica accensione di una torcia al gol della bandiera. Finisce con la Curva Nord ad applaudire i propri beniamini e la compagine giallorossa a cospargersi il capo di cenere sotto i propri sostenitori.
Anche per me è arrivato il momento di togliere il disturbo e tornare verso casa. Il giudizio complessivo, sempre considerando che siamo in Eccellenza, è più che buono, a netta conferma di come ormai le categorie non professionistiche rappresentino il nonplusultra dal punto di vista del pubblico. E non solo degli ultras.
Mentre sono in macchina tiro le somme sulla partita, il primo tratto di Tiburtina scorre senza problemi poi, una volta giunto a Carsoli, ho la malaugurata idea di immettermi in autostrada. Fino alla barriera di Roma Est tutto fila liscio e tronfio della mia decisione già assaporo il rientro a casa, peccato che non abbia fatto i conti con i lavori in corso nei pressi del casello. Un qualcosa di a dir poco estenuante. Un’ora e cinquanta minuti di fila che mi fanno rimpiangere non poco la scelta di aver optato per l’autostrada, o quantomeno di non essere uscito a Tivoli o Castel Madama. Ma la cosa che davvero mi fa uscire di testa è che dopo il casello ci sono ancora chilometri e chilometri di coda. Decido di uscire alla prima utile, Via Collatina. E da là, dopo essermi sorbito ancora una ventina di minuti in mezzo allo smog, riesco finalmente a riconquistare la strada per casa. Stanco, innervosito e sempre più convinto che le nostre città stiano diventando un qualcosa fuori dalla concezione di vita tranquilla ed umana.
Simone Meloni.