La prima volta che cercai di vedere una partita di Cantù fu quando arrivai in queste zone, ormai quasi due anni fa; la partita era Cantù-Varese e, da perfetto illuso e sprovveduto, pensai di poter acquistare all’ultimo un biglietto: tutto esaurito e tanti saluti. Quella volta la ricordai perché girai tutta Cantù a vuoto in cerca del palazzetto, finché qualcuno mi spiegò che questo si trovava nel vicino comune di Cucciago. Poi arrivò Sport People con tante richieste di accredito, tutte respinte perché il Pala Pianella si sa, è piccolo, e più di 10 fotografi per volta non possono entrare. Poi i prezzi dei biglietti sono abbastanza alti e i posti più popolari perennemente esauriti in abbonamento. Nel frattempo ho scoperto quanto questo centro brianzolo si identifichi col basket in ogni aspetto della propria vita quotidiana. Tutto a Cantù parla di basket.

E non potrebbe essere altrimenti. Tra i Brianzoli e i Croati (il Cibona è la squadra più titolata del Paese) stasera scendono in campo svariati titoli nazionali e numerosi trofei continentali. Per il Cibona il discorso è un po’ più complesso, visto che il sodalizio di Zagabria ha vinto 18 modesti titoli croati, 3 importanti campionati dell’ex Jugoslavia, e, attualmente, partecipa all’Adriatic League, iper-campionato che comprende club croati, serbi, montenegrini, bosniaci, sloveni e, su wild card, uno ungherese ed uno macedone. In pratica, data la pochezza dei campionati nazionali, nei Balcani hanno ricostruito artificialmente il campionato jugoslavo, assegnando posti validi per l’Eurolega e l’Eurocup, come un qualsiasi campionato nazionale.

Certo, la situazione che si presenta stasera è un po’ particolare: si scende in campo per la snobbatissima Eurocup (l’equivalente cestistico dell’Europa League di calcio), è l’ultimo turno della prima fase a gironi, con Cantù già qualificata e Zagabria eliminata. Unico motivo di interesse è capire se sarà Cantù la prima del girone, fatto matematico in caso di vittoria.

Mi accingo ad entrare al palazzetto senza grandi aspettative. La mia prima personale al Pianella però, è già di per sé un ottimo appagamento. Non credo in un grande pubblico e non credo in una presenza ospite. Su quest’ultimo punto, posso tranquillamente asserire che, nonostante la popolarità della palla a spicchi nei Balcani, la presenza ultras, con qualche eccezione, è di scarso rilievo, assente, oppure part-time. Quando andai a Belgrado, a vedere la sfida di Adriatic League tra Partizan ed Hemofarm, degli ultras grobari non vi era traccia alcuna, ed un tifoso spiegò a me e ai miei amici che sì, il tifo organizzato c’è, ma non segue regole precise, se non quelle di derby e di partite di cartello. Tra l’altro, informandomi prima della partita, ho constatato come l’apporto ultras a Zagabria per il Cibona sia pressoché irrilevante.

Prendo il mio accredito ed entro finalmente in campo, dopo aver chiesto qualche istruzione di base all’addetto stampa su come muovermi. Il Pianella è ancora più piccolo di quanto già sembra nelle immagini televisive, ed è inutile dire che l’influenza del pubblico qua si sente eccome. Ma questo è saputo e risaputo. Il prepartita passa lentamente nel vedere il pubblico affluire, mentre la curva rimane con pochi effettivi e gli striscioni posti solo ai due lati. Pochi minuti prima della partita, comunque, arriva anche lo striscione Eagles più due bei bandieroni del gruppo, dall’effetto notevole. Quello che mi stupisce è come, comunque, benché vi siano dei vuoti in ogni settore, il numero degli spettatori non è assolutamente scarso. Nessuna sorpresa, invece, per quanto riguarda il discorso ospiti.

La partita inizia con la classica palla a due, i Canturini cominciano a tifare ma mi sembrano decisamente pochi. Col passare dei primissimi minuti, però, la curva si riempie alla spicciolata e, pur non potendosi definire piena, offre un notevole colpo d’occhio (ricordando che è Giovedì sera). Il tifo ingrana, accompagnato da due tamburi suonati egregiamente; anzi, se vogliamo dirla tutta, è da tanto che non sento un battito così coinvolgente e in sintonia con l’ambiente. Qui nel basket certe tradizioni non si sono mai interrotte, per fortuna. Dopo un incredibile parziale di 0-7, Cantù rientra inesorabilmente in partita. Il primo quarto è spettacolare ed equilibrato, con cifre quasi da NBA: il punteggio finale è di 22-23, ma subito si ricomincia per il secondo periodo. Zagabria lentamente perde fiducia, Cantù comincia a dilagare e a mettere a segno di tutto, per un parziale, nell’intervallo, di 53-37: partita e primato quasi in cassaforte. La leggerezza della serata, dove si sente che c’è divertimento e nessuna pressione agonistica, mi permette meglio di apprezzare l’incredibile atmosfera del Pianella anche per questa partita assolutamente non di cartello, e di scattare, per la prima volta, delle foto decenti alle fasi di gioco.

Il terzo periodo, con le squadre a campi invertiti, è una mera passarella per squadra e pubblico; la curva di casa continua nel suo show, senza interrompere mai il proprio incitamento, spesso accompagnato dal pubblico intero. Alla squadra entrano canestri da tutte le posizioni possibili ed è incredibile vedere come si può giocare meglio quando si è più forti ma senza pressioni. Il terzo quarto termina con un esagerato 74-50, e il pubblico, giustamente, appagato. L’ultimo quarto, sugli spalti, inizia con una sciarpata veramente ben eseguita dalla curva. Poi, mentalmente, l’incedere senza storia della partita porta l’attenzione al derby di Lunedì prossimo contro Milano, e qui si scatena la baraonda. A fare effetto non sono tanto i cori ripetuti contro Milano, ma la partecipazione del pubblico intero. Nel basket possiamo ancora parlare di sana rivalità e sfottò, nel calcio è “discriminazione territoriale”. Basta, si sta parlando di basket. E, in tal senso, mi sento di segnalare il time-out chiamato dal tecnico croato Rimac a 45’’dalla fine, con la squadra sotto di quasi 30 punti, per dire ai ragazzi “Va bene così, abbiamo perso, ma non vi scoraggiate e tenete in alto l’onore fino alla fine”. Nonostante tutto, il Cibona reagisce e perde di “appena” 24 punti, col punteggio finale di 92-68.

La serata è finita e Cantù, a Gennaio, affronterà un  nuovo girone di Eurocup. Così come ha fatto in questa prima parte di competizione, la squadra biancoblu sicuramente non risparmierà i suoi migliori effettivi, e non snobberà il trofeo. Già questa, per il tifoso, è una soddisfazione. Intanto i giocatori vanno a battere il cinque per tutto il perimetro del campo e qualche giocatore, uscendo, lo batte anche a me, che non c’entro niente. E poi ti chiedi perché vai a vedere sempre meno partite di calcio…

Stefano Severi.