Cfr Cluj – Dinamo Bucarest, match clou della quattordicesima giornata del Campionato rumeno di massima serie, è anche, ahinoi, esempio di esportazione del modello Italiano negli stadi in Europa. Ovviamente esportiamo solo il peggio, in questo caso repressione ed assurde logiche di gestione dell’ordine pubblico.
Veniamo al dunque. Sembra che i supporters della Dinamo, nell’ultimo match esterno di Giurgiu, abbiano insultato l’arbitro, robe che nel calcio (e non solo) si sentono da sempre, dalle divisioni professionistiche agli “infuocati” campionati giovanili, dove a rendersi protagonisti di tutto ciò (e non solo) sono i genitori di tredicenni che giocano a calcio solo per divertirsi.
Tornando al nostro match, a causa di questi insulti, il Giudice Sportivo rumeno ha ben pensato di sanzionare i supporters “Dinamovisti” con ben due trasferte col settore ospiti chiuso, naturalmente senza alcuna limitazione per quanto riguarda la vendita dei biglietti, considerando che per fortuna il biglietto nominale qui ancora non si sa cosa sia.
Cfr Cluj – Dinamo inoltre è una partita molto sentita, i sostenitori della Dinamo infatti, sono legati da un vecchio gemellaggio con i supporters dell’altra squadra di Cluj, l’Universitatea.
Passando alla cronaca, arrivando allo stadio due ore prima del match, noto come il divieto, a quanto pare, non è servito a far stare a casa i tifosi ospiti; infatti, in una Cluj blindata, nella zona dello Stadio Radulescu, già due ore prima del match presenziano e cantano circa un centinaio di Dinamovisti.
La situazione però sembra molto tranquilla, nonostante le premesse, sara forse per l’imponente servizio d’ordine previsto da questura e società, che vede schierato un poliziotto ogni 5 metri (oltre ai tantissimi steward presenti).
Il primo grosso gruppo di sostenitori ospiti entra nello stadio circa un’ora prima del calcio d’inizio, una cinquantina circa, e si sistema nella tribuna centrale, a lato, accanto al settore ospiti chiuso (che tra l’altro si colloca sotto il settore degli ultras locali). Gli ospiti iniziano da subito a cantare (li ho sentiti un pò fermarsi soltanto all’intervallo), non espongono nessuno striscione e nessuna pezza, ma sono lo stesso molto colorati con le loro sciarpe biancorosse.
La situazione si accende quando anche i sostenitori locali prendono posizione e iniziano a farsi sentire. I padroni di casa sono divisi in due gruppi, uno nella parte superiore della curva con molte pezze a rappresentanza di diversi quartieri della città, e uno nella parte inferiore con le pezze “Gruppo Gara” e “Patriots”.
Nella parte superiore della curva anche una piccola coreografia all’ingresso delle squadre in campo, con striscione centrale “Pana in panzele albe”, un modo di dire rumeno che si potrebbe tradurre con un “con te in capo al mondo”, e tanti piccoli striscioni tenuti in curva con le scritte “Lotta” e “CFR”.
Molti i cori ostili fra le due tifoserie, da parte ospite soprattutto sono numerosi i cori contro l’Ungheria e la comunità ungherese, numerosissima in Transilvania (solo il municipio di Cluj conta 60mila ungheresi); inoltre il patron del CFR è un Ungherese, l’uomo che ha preso la squadra in serie B, e l’ha portata a vincere tre titoli nazionali, tre coppe e due supercoppe.
Fra i locali, i due settori cantano grosso modo insieme, tante bandiere, tante sciarpe, anche un tamburo, un simpatico coro ripetuto fra curva e tribuna che si è sentito veramente forte e tanti cori contro i cugini e, naturalmente, gli ospiti.
Al contrario, nel settore ospiti prevalgono i cori secchi, che toccano anche una bella intensità, molti battimani seguiti da quasi tutto il settore (circa 250 effettivi), e anche tanti cori pro-Romania, oltre a una piccola sciarpata finale. Naturalmente erano anche presenti i gemellati dell’Universitatea.
Alla fine a vincere il match sono i locali, ma entrambe le squadre vanno a salutare i loro tifosi sotto la curva. Nessun incidente da registrare.
Alessandro Piccioni.