Ci sono alcuni momenti della vita in cui pensi di essere veramente caduto in basso. Può andar bene tutto, ma in una umida e piovosa giornata di Ottobre, di Lunedì sera, Chiasso-Vaduz di Challenge League è un po’ troppo persino per gli amanti del sadomaso. Un elogio della follia urlato ai quattro venti, il non plus ultra di una partita da non andare a vedere.

Avendo però questa passione della scrittura, non solo sulla vita sugli spalti, ma anche su storie di calcio, parlerò dell’FC Vaduz, con la promessa che, almeno sulle righe di Sport People, non ne sentirete parlare mai più. Come un po’ tutti sanno, Vaduz è la capitale del Liechtenstein, piccolo principato incastonato tra Svizzera e Austria, con 36.000 abitanti. Una specie di Principato di Monaco in lingua tedesca. Tutte le squadre del Liechtenstein partecipano ai campionati svizzeri, pur spalmati nelle varie serie. Squadra di punta, neanche a dirlo, è l’FC Vaduz. Esiste, però, anche una Coppa, riconosciuta a livello europeo, tra le sole squadre del piccolo Stato, che dà diritto ad un posto in Europa League (che, in nove casi su dieci è stabilmente preso dall’FC Vaduz, nei casi restanti dai Balzers o dall’Eschen Mauren). Un po’ come se tutte le squadre di San Marino fossero affiliate alla FIGC con la disputa della sola Coppa Titano invece del campionato, con un posto valevole per l’Europa che, praticamente sempre, sarebbe preso dal San Marino Calcio di Lega Pro.

Il Vaduz, tuttavia, poco ha a che fare con squadre come il nostro San Marino di Lega Pro o il Monaco del campionato francese; essa è una squadra invisa agli Svizzeri (che con costanza ne contestano la partecipazione ai campionati elvetici), più volte partecipante alla Super League, che ha un seguito misero di appassionati (neanche un migliaio i tifosi abituali al Rheinpark, lo stesso stadio della nazionale del Liechtenstein) e che se può ambire a certi traguardi lo fa solo in virtù di una evidente forza in termini di soldoni, derivante dall’economia fiorente e tax-free del Principato.

Non so cosa mi credevo con questo Chiasso-Vaduz. Di sicuro sapevo che il Vaduz è primissimo in classifica, e favorito alla vittoria finale. Sapevo anche di un piccolo seguito ultras. Sapevo di un gemellaggio fra i tifosi del Principato e quelli del Bellinzona. Sapevo che la società aveva organizzato un pullman a soli 35 CHF andata e ritorno (meno di 30 € che, per i ricchi abitanti del Principato, è come fossero 15 €). Insomma, appurata l’esistenza di fantomatici ultras, e con la squadra che vola, un minimo di aspettativa era quanto di più lecito potesse esserci.

Invece, nonostante tutto, il settore ospiti è rimasto chiuso, senza uno steward che abbia mai atteso i tifosi del Vaduz. L’unico segno di presenza ospite (e ho fatto fatica ad accorgermene) era una bandiera appesa accanto al tendone ristorante, tipico dei campi minori svizzeri, col suo invitante odore di grigliata. Gli spettatori, in tutto, nonostante si giocasse contro la prima in classifica, saranno stati 200. Unica nota per i GACS, presenti a inizio partita in meno di 10 e diventati, nel corso del primo tempo, una quindicina. Ci hanno provato a tifare in un contesto così squallido, con la squadra che ha incassato il gol decisivo ai fini della partita dopo appena 4 minuti. Ma, nonostante tutto, con le troppe pause tra un momento e l’altro, non riesco proprio a dargli neanche la sufficienza. Questo per il primo tempo.

Perché poi mi sono ricordato che a casa ho una fidanzata e un cane. Poi piove, e sono troppo in là con gli anni per prendere acqua. A mai più rivederci FC Vaduz!

Stefano Severi.