Giornata estiva ad Empoli, con la colonnina di mercurio che sale al di sopra dei venticinque gradi, temperatura che fa somigliare questa giornata di fine estate ad un torrido pomeriggio di luglio inoltrato.  Per le due squadre è un vero e proprio testa-coda, benché il campionato sia appena cominciato: sorprende e non poco vedere il Padova ultimo in classifica con zero punti, mentre non è del tutto una sorpresa ritrovare l’Empoli in cima alla classifica dopo che la scorsa stagione aveva sfiorato la promozione nella massima serie. Ad essere più affamato è il Padova, bisognoso di punti e seguito da un buon numero di tifosi ed ultras, infatti la Tribuna Fattori per questa stagione ha deciso di sottoscrivere il corrispettivo della Away Card emesso dalla propria società. In questa stagione sembra questa la linea intrapresa da diverse tifoserie, che sono riuscite ad arrivare al compromesso di non sottoscrivere la TdT ma di sottoscrivere quest’altra tessera per le trasferte, che cambia nome a seconda della società che la emette. Spigolature, sfaccettature, diatribe tra chi persiste nella linea “dura e pura” e chi non ne può proprio più di non andare in trasferta. A seconda del pensiero si può vedere il bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto, resta il fatto che per l’ennesima volta non c’è stato un pensiero univoco del mondo ultras, addirittura all’interno della stessa tifoseria molte volte i pensieri sono stati i più svariati fino a rendere complicata l’esatta geografia dei tesserati e dei non tesserati.

La presenza padovana si può stimare sulle 150 persone, la grande maggioranza di queste, almeno un centinaio, sono ultras, il restante sono tifosi dei Padova Club che si fanno notare solo ad inizio partita per qualche bandiera biancorossa sventolata.

Il prepartita scorre via fin troppo tranquillo, entrambe le tifoserie ritardano il loro ingresso nel settore, c’è chi prende d’assalto il bar, vista la giornata afosa, e chi cerca un po’ d’ombra all’interno dello stadio. Al fischio d’inizio del direttore di gara, entrambi gli schieramenti non sono ancora a ranghi compatti, devono trascorrere alcuni minuti per far sì che anche i ritardatari prendano posto sui gradoni.

I padovani sono una tifoseria piuttosto “asciutta”, poco inclini al colore ma estremamente concreta, ed anche in questo pomeriggio rimarcano il loro essere ultras a modo proprio: diverse pezze attaccate alla recinzione, alcune anche di pregevole fattura, e gruppo numeroso e compatto dietro le stesse. Partono con un paio di cori per la squadra, poi è la volta di ricordare i diffidati. Le manate si sprecano e la partecipazione, fin dalle prime battute, è di ottimo livello. Gli scudati tifano alla grande, un paio di lanciacori si alternano in balaustra, il resto del gruppo segue diligentemente le indicazioni ed il tifo si mantiene sempre su alti livelli, senza troppe pause. Come da tradizione non si fanno mancare i cori in stretto dialetto, per la traduzione vado parecchio ad intuito, così come non mancano cori su varie tematiche, alcune anche extra stadio.

Gli empolesi partono bene e fanno gruppo dietro lo striscione Desperados, tifano per buona parte del primo tempo e si fanno notare con le immancabili bandiere. A differenza dei padovani sono un po’ meno continui ma, quando si fanno sentire, dimostrano di possedere un buon potenziale, peccato che a partecipare al tifo siano solamente gli ultras, mentre il restante pubblico se ne sta seduto senza quasi mai interagire. Questo magari anche a causa della prestazione della squadra sul terreno di gioco: il Padova parte bene e si rende pericoloso in diverse occasioni, finché non trova la via della rete che, per quanto fatto vedere, risulta meritata. Il vantaggio iniziale galvanizza il settore ospite, i padovani partiti bene aumentano i giri ed alcuni cori, soprattutto quelli a ripetere, sono dei boati, quelli più prolungati invece hanno il grande pregio di restare alzati per parecchi minuti, il mix di tifo e battimani è ottimo. A trovare la pecca c’è da dire che a livello di colore offrono poco, una sciarpata appena accennata non trova il risultato sperato, a livello di bandiere se ne nota una a due aste ma niente di più.

Il primo tempo termina con il Padova in vantaggio, i Desperados accompagnano la squadra negli spogliatoi a colpi di cori, in altri settori dello stadio si sente qualche mugugno da parte dei soliti incontentabili per una prestazione della squadra azzurra un po’ sotto tono.

Nella ripresa, forse complice il gran caldo, cala il tifo dei due schieramenti: entrambe le tifoserie risultano essere meno incisive rispetto ai primi quarantacinque minuti, ed almeno nella prima parte di questa ripresa si nota qualche pausa un po’ prolungata. Difficile, soprattutto per gli ospiti, riuscire a mantenere i livelli dei primi quarantacinque minuti.

Se la partita perde un po’ di smalto sugli spalti, qualcosa in più si vede sul terreno di gioco: l’Empoli giunge al pareggio con Maccarone, il Padova non demerita ma alla lunga sembra soffrire un po’ il ritmo che tengono i padroni di casa; probabilmente i giocatori scudati non sono ancora al massimo della forma fisica.

In Maratona si alza più volte il coro “Noi vogliamo questa vittoria”, così come non mancano le reciproche offese che si scambiano le due tifoserie. Inevitabili oserei dire, visto che gli ospiti in Toscana hanno ben pochi legami e del resto non ne fanno mistero quando, dopo aver offeso gli ultras empolesi, estendono il sentimento a tutte le altre tifoserie della regione. Qualche coro contro la tessera ed alcuni verso la squadra vengono intonati dai non tesserati empolesi posizionati al lati della Maratona: i numeri sono risicati ma in qualche momento morto della gara, si fanno sentire e vedere con i loro battimani.

L’Empoli, quasi sul finale di gara, trova la via della rete con il difensore Tonelli. Il Padova non ha la forza per cercare la via della rete e sugli spalti gli ultras biancoscudati perdono la pazienza, e cominciano ad inveire contro Alessio Secco, invitandolo a chiare lettere ad abbandonare squadra e città. Ora i cori dei padovani sono carichi di rabbia, la presa di posizione da parte degli ultras è inequivocabile, vengono ritirate tutte le pezze e si aspetta solo il triplice fischio del direttore di gara. L’Empoli trova pure il terzo gol, con il Padova tutto proteso in avanti doveva pur capitare, così al termine dell’incontro la gioia del pubblico di casa contrasta la rabbia degli ospiti. Nonostante la sconfitta i giocatori scudati si dirigono sotto il settore, c’è un breve colloquio tra il centrocampista Iori ed un paio di ultras arrampicatisi sulla recinzione, evidentemente viene chiesto un colloquio immediato con Alessio Secco che esce dal sottopassaggio e si dirige verso i suoi contestatori. Il confronto non è proprio dei più cordiali, il tutto avviene sotto gli occhi di chi deve vigilare per l’ordine pubblico, non ci sono assolutamente intemperanze ma gli ultras chiedono senza mezzi termini l’allontanamento di Secco dalla società. Per il Padova, nonostante una squadra che sulla carta avrebbe delle qualità, è notte fonda: c’è da risalire la china quanto prima per non restare imbrigliati nei bassifondi della classifica. Il tempo non manca, basta non sprecarlo.

Valerio Poli.