La sfida tra Fondi e Terracina attira subito la mia attenzione. Vuoi perché rappresenta un derby tra due cittadine dell’Agro Pontino, divise da una manciata di chilometri, e vuoi anche perché proprio là vicino c’è il miglior mare del Lazio, quello che va da Terracina, appunto, a Minturno. Come non approfittarne quindi? Dopo aver facilmente convinto la mia ragazza, preparo tutto il necessario per la giornata fuori e una volta tornato a casa vado a dormire relativamente presto. La mattina successiva, infatti, la sveglia suona alle 5:30. Partiamo quando sono le 6 ed il sole mostra timidamente i primi bagliori dell’alba.
Il viaggio sulla famigerata Pontina scorre più che tranquillo, ovviamente quasi nessuno è ancora in marcia. Tranne dei simpatici personaggi che mi trovo costretto a menzionare per giustezza. Quando infatti stiamo percorrendo l’ultimo tratto, odo una vettura strombettare alle mie spalle. Sono le 7:15 di mattina, sto rispettando i limiti e data la stratosferica mole di autovelox posti in quella tratta non ho alcuna intenzione di accelerare. Faccio pertanto segno allo Schumacher che mi succede di passare. Costui, a bordo della sua vettura, mi passa al lato ed assieme ad altri quattro compagni di avventura si rivolge nei miei confronti in maniera alquanto irritata. Ok, penso, il sabato sera di droghe sintetiche passato a Roma deve farsi sentire. Dopo alcuni metri lo vedo rallentare e tirar fuori dal finestrino, con delicatezza e classe, un oggetto luccicante. Lo stesso che in molti utilizziamo per affettare il pane o il salame. Penso che non ho ancora fatto colazione e non ho voglia di mettere nello stomaco carboidrati e proteine di prima mattina. Quindi rifiuto l’offerta della colazione dei magnifici quattro e continuo per la mia strada vedendoli scomparire alla prima traversa sulla mia sinistra. Si continua dritti per la nostra strada, arrivando in una delle calette più belle della Via Flacca.
Vi evito la logorrea del racconto marino arrivando alle ore 15, quando lascio la dolce consorte sull’asciugamano per risalire in macchina. Fondi è distante all’incirca 15 km e quindi in venti minuti sono a destinazione. Come sempre attorno allo stadio c’è poca gente e se non fosse per i ragazzi degli Old Fans probabilmente questa realtà calcistica, che volente o nolente negli ultimi 15 anni si è affermata nel Lazio e fuori, verrebbe totalmente dimenticata dal resto della cittadinanza fondana. Scambio quattro chiacchiere con un altro fotografo e prima di entrare vedo l’arrivo dei terracinesi. Quasi tutti in motorino più alcune macchine. Dopo anni di purgatorio in Eccellenza ce l’hanno fatta a tornare nella categoria dilettantistica più importante. E devo dire che al netto di un campionato, quello dello scorso anno, che li aveva visti subire ogni tipo di angheria, calcistica e curvaiola, la promozione è stata più che meritata. Soprattutto se venuta a scapito di quella Monterotondo Lupa che aveva dimostrato, con tutta la sua arroganza, come il calcio si sia ormai ridotto ad un colabrodo nel quale permea ogni tipo di sporcizia.
Per la compagine tirrenica i problemi non sembrano tuttavia essersi conclusi, va infatti raccontato quanto successo poche ore prima della partita. La società aveva trovato un accordo ventennale con il comune per la gestione dello stadio “Colavolpe” (anche lo scorso anno vera e propria croce e delizia del club, spesso chiuso per inagibilità e sempre chiuso per gli ospiti a causa di alcune carenze strutturali), attraverso il quale avrebbe potuto far crescere notevolmente le proprie ambizioni grazie all’organizzazione di eventi. Peccato che al primo concerto, il BLAST, con circa 10.000 persone attese da tutto il paese, sindaco e forze dell’ordine abbiano bloccato tutto esattamente un giorno prima che si svolgesse, causando oltre che la reazione indignata di chi aveva a quel punto raggiunto Terracina, anche quella iraconda del presidente terracinese che per tutta risposta ha deciso di riconsegnare al comune le chiavi dello stadio. Tutto molto italiano, aggiungerei.

Prima di entrare, un’ultima considerazione sullo stadio. Memore dello scorso anno, quando contro la Salernitana ebbi più di un problema con stewards ed addetto stampa per l’ingresso, mi sono portato dietro mail e copia cartacea dell’accredito. Ma sin da subito noto che non servirà nulla di ciò: cancelli pressoché sguarniti, pochissima polizia, pochi controlli in generale. Il bello delle categorie non professionistiche. Alla porta carraia mi aprono senza chiedere chi sia e cosa debba fare. Da solo mi procuro il fratino, lascio il documento all’arbitro ed entro sul terreno di gioco. La differenza tra la spiaggia e l’entroterra si sente tutta. Fa caldo ed il sale accumulato al mare non fa che peggiorare la situazione. Ma poco male, ora ci sono gli ultras da commentare.
Gli Old Fans dopo anni di restrizioni, divieti e tessere possono finalmente reintrodurre il proprio striscione, fatto ex novo per l’occasione. Una pezza semplice, blu con scritta rossa, che viene accolta dagli applausi dell’intera Curva “Iacuele”. Accanto ad esso alcune pezze tra cui spicca quella contro la Tessera del Tifoso. Dall’altra parte i terracinesi, un centinaio circa, espongono numerose pezze: Ultras 1994, Mods, Boixos, Centro Storico e Vecchia Cricca. Sicuramente un piacere vedere striscioni nelle due curve, senza alcuna autorizzazione o cavillo burocratico per portarli dentro.
Le squadre fanno il loro ingresso in campo e le tifoserie si compattano cominciando a tifare. I fondani sono una trentina circa e subito si mettono in mostra con bei battimani mentre gli ultras ospiti offrono cori e sbandierate. In campo bisogna registrare un primo tempo a totale favore del Terracina. I “Tigrotti” si portano sul 4-0 in poco più di 30’ infiammando il proprio pubblico che, dopo anni di anonimato, si ritrova al cospetto di una squadra volitiva e ricca di carattere. Una batosta che stordisce i ragazzi in maglia rossoblu ma non la Iacuele che continua imperterrita a cantare, a dimostrazione di cosa voglia dire lo stendardo utilizzato da molti “Oltre il risultato”. Da segnalare l’esposizione di due striscioni da parte degli Old Fans: “Con Domenico nel cuore” e “Noi vero baluardo contro la tessera”. Su quest’ultimo sicuramente poco da obiettare, va ricordato quanto questi ragazzi, negli ultimi anni passati in Serie C2, si siano sbattuti andando sempre in trasferta senza mai entrare, causa l’esistenza della famigerata card. Per una realtà come la loro è sicuramente un qualcosa più che ammirabile, oltre che d’esempio per molti altri.
Le squadre vanno negli spogliatoi con il pubblico ospite che cerca in ogni maniera di rimediare acqua potabile, evidentemente terminata nel baretto posto dietro le gradinate. Qua sarebbe da aprire un capitolo a parte sui geni della LND che concordano gli orari di queste partite. Giocare alle 16 del 18 Agosto direi che non è un’idea fantastica, se si vive in un paese mediterraneo come l’Italia. Chi di dovere forse prima di addentrarsi in discorsi troppo complicati, quali divieti ed ordine pubblico, farebbe bene a studiare la geografia. Anche io, preso dalla morsa del caldo, ne approfitto per andare in macchina e prendere una bottiglia d’acqua ancora fresca. Al mio rientro la partita sta per ricominciare e mi rimetto vicino alle panchine per meglio immortalare il tutto.
Il tifo si mantiene sui livelli del primo tempo, con i padroni di casa che cantano alternando cori lunghi a battimani e sbandierate, e gli ospiti che spesso si prodigano in bei battimani alzando stendardi e bandiere. Il Fondi sembra essere rientrato più reattivo e riesce quantomeno ad uscire dal campo con l’onore delle armi, segnando due reti e chiudendo sul 2-4 il match. Grande soddisfazione in casa Terracina con la squadra che va a salutare sotto il settore, ricevendo i meritati applausi che si mischiano ai cori contri i rivali di sempre latinensi. Clima più cupo per i giocatori fondani i quali rientrano negli spogliatoi una decina di minuti più tardi, per discutere con i ragazzi della Curva.
Ed io? Beh, non mi resta che ritirare il documento e tornare in spiaggia. Una giornata piacevole, di quelle che in fondo mi mancherebbero anche se vivessi in Serbia e potessi assistere tutte le domenica agli incontri di Stella Rossa e Partizan. Perché qui, come mi disse qualcuno tanti anni fa, c’è la sintesi e l’essenza dell’ultras. Con quel “qui” sia ben chiaro che intendeva le categorie dalla C in giù. Oggi forse è meglio traslare questo concetto dalla D in giù. Il ritorno a casa, dopo una bella seratina in riva al mare, è tranquillo. Per strada non c’è nessuno, nemmeno smaniosi offerenti di post-cena.

Simone Meloni.