Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Quando prenoto il mio treno per Verona mi viene subito alla mente di controllare il calendario di DNB. Vedere all’opera la Fossa è un chiodo fisso che mi porto dietro da qualche anno. Quindi se dopo un interessante Verona-Roma posso chiudere la giornata con una partita della Fortitudo è tanto di guadagnato. Stranamente la sorte mi arride e al PalaDozza i biancoblu ospiteranno i lombardi del Basket Mortara. Ironia della sorte, peraltro, vuole che uno dei due servizi finora usciti sulla Fortitudo sia stato quello inerente alla gara di andata nel piccolo paesino della provincia pavese.

Il tragitto dalla città di Romeo e Giulietta a quella delle Due Torri è alquanto breve. In un’ora il mio treno attraversa parte della provincia di Mantova entrando poi in quella di Modena,  giungendo infine a destinazione quando sono le 16:30. Il palazzetto non è molto distante dalla stazione e in venti minuti sono in Piazza Azzarita. Il PalaDozza è uno dei templi del basket italiano. Poi per me, cresciuto con Bologna che era davvero la Basket City, con trofei arraffati a destra e a manca, è un vero e proprio monumento da osservare con rispetto. È la prima volta che lo vedo. Ritiro il mio accredito (una delle poche volte che compilando un form online riesco a trovare il pass senza problemi) e sono nella pancia del palazzetto.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Prima di salire sugli spalti voglio fare un giro attorno alle entrate. C’è un piccolo negozietto che vende materiale della Fortitudo e poi c’è lo stand dove le ragazze della Fossa vendono fanzine, adesivi, sciarpe e magliette del gruppo. Già questo mi fa tornare con la mente indietro di parecchio tempo. Ricordo quando nell’organizzazione di molti gruppi c’erano i più giovani o le ragazze che erano dediti alla vendita del materiale e alla raccolta per il fondo cassa. Inoltre noto come l’intero perimetro del palazzetto sia tappezzato da volantini che pubblicizzano vari eventi organizzati dalla FdL. Evidente che da queste parti non si tratti solo di un semplice gruppo ultras, ma della vera e propria anima attorno alla quale ruotano molte componenti, non solo del tifo. Decido di salire sulle gradinate. Poco meno di un’ora prima della palla a due tutti gli striscioni sono già al loro posto. Altra usanza che, vuoi per le restrizioni, vuoi per un cambio di mentalità che negli anni ha sempre più teso ad eliminare insegne lunghe ed elaborate, si è persa ormai da anni. E non solo nel calcio.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Consultando un po’ i numeri delle altre partite disputate qua, l’affluenza non è mai scesa sotto i 3.500 spettatori. Va ricordato che siamo nella quarta serie della pallacanestro ed il PalaDozza ha una capienza complessiva di circa 5.000 posti. Bologna è certamente una delle più grandi città del paese, ma portare questi numeri in DNB non è affatto scontato. Soprattutto per un pubblico che nella propria storia ha conosciuto sì stagioni di sofferenza, ma anche grandi soddisfazioni con coppe e scudetti vinti e conseguenti partecipazioni alle più importanti kermesse europee. Gli ultimi anni, per il tifoso fortitudino, sono stati un vero e proprio calvario. Dopo lo scudetto del 2005 infatti è arrivata la retrocessione in Legadue nella stagione 2008/2009, al termine di una delle giornate più nefaste della storia biancoblu. I bolognesi sono in lotta per non retrocedere con la Sebastiani Rieti. Nell’ultima giornata delle regular season i laziali sono impegnati sul campo della già retrocessa Udine, dove vincono a fatica, mentre la Fortitudo se la deve vedere in trasferta contro una Teramo in piena bagarre per la conquista del terzo posto. Gli abruzzesi hanno la meglio, con un canestro del fortitudino Scales che non viene, giustamente, convalidato perché messo a segno a tempo scaduto, che scatena il panico tra il pubblico di casa e la panchina ospite. A nulla serve il ricorso della società felsinea per un altro canestro, di Malaventura, non convalidato sempre nell’ultimo quarto e di fatto valido.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

È retrocessione in seconda divisione. Qua comincia il vero e proprio declino della storica società emiliana. Nella stagione successiva, infatti, a causa di dissesti finanziari, la Fortitudo non riesce ad iscriversi al campionato di Legadue, vedendosi costretta a ripiegare sulla Serie A Dilettanti (l’ex B d’Eccellenza), sempre con la spada di Damocle di un eventuale rifiuto anche alla partecipazione ai campionati dilettantistici se i debiti non verranno prontamente ripianati. Inizialmente è il Comune di Bologna ad aiutare la società, non in grado persino di adempiere ad una rata del mutuo con il Credito Sportivo per la ristrutturazione del PalaDozza. Il campionato regolare termina con la seconda posizione, con la Fortitudo che vincerà i play-off in un’emozionante serie contro i rivali di Forlì.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Un mese dopo la vittoria, la Commissione Tecnica di Controllo esclude la società dai campionati professionistici, relegandola alla disputa di tornei dilettantistici a livello regionale. Uno smacco che termina con la radiazione del sodalizio biancoblu con tanto di revoca, da parte della FIP, del codice di affiliazione 103. Il patron Gilberto Sacrati, proprietario anche della Eagles Basket Bologna, cambia denominazione a quest’ultima chiamandola Fortitudo Pallacanestro Bologna, trasferendo tramite atto notarile marchio e titoli vinti dalla vecchia Fortitudo. La FIP tuttavia non riconosce tale passaggio, ritenendo la detentrice dei titoli solo ed esclusivamente la società con il numero di affiliazione 103.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Per la Fossa dei Leoni, che nel frattempo segue la Eagles in DNA, il baratro è sempre più vicino e le cose sembrano precipitare quando nell’ottobre 2012 la Fortitudo 2011 (una holding capeggiata da Romagnoli che nel frattempo è già proprietaria della Biancoblu Bologna Basket, militante in Legadue) acquista, presso il tribunale fallimentare di Bologna le spoglie della Fortitudo e l’attività agonistica della Eagles. Un mese dopo quest’ultima viene esclusa dal campionato per inadempienze finanziarie, scatenando l’ira del cuore fortitudino che vede in Romagnoli un vero e proprio usurpatore di una storia che si è fatta ormai tribolata e, sportivamente, drammatica.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

La Biancoblu Bologna, che aveva precedentemente acquistato il titolo sportivo del Basket Ferrara, stabilisce la sede sociale in Via San Felice 103 (storica sede della Società Ginnastica Fortitudo) nel maldestro tentativo di voler dare un tono di continuità alla propria attività. Il PalaDozza registra il minimo storico a livello di presenze ed a Bologna quasi nessuno identifica la nuova società come il proseguimento della Fortitudo, tanto è vero che si arriva alla paradossale situazione di vedere di tanto in tanto presenziare la Fossa, nelle trasferte della Biancoblu, per contestare Romagnoli e soci. L’azione più eclatante degli ultras felsinei avviene durante la finale di Coppa Italia disputata al Forum di Assago tra Siena e Varese. Oltre 200 ragazzi della Fossa raggiungono Milano occupando una parte del palazzetto e scandendo cori di contestazione, a favore della Fortitudo ed esponendo striscioni per attirare l’attenzione delle istituzioni sportive al fine di non far morire la propria storia.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Al termine della stagione, con la Biancoblu che non riesce nemmeno a raggiungere i play-off, avviene la svolta. Viene costituita la società Fortitudo Pallacanestro Bologna 103 da Fortitudo 2011 (85% della proprietà) e Orgoglio Fortitudo (15%), decretando ufficialmente la rinascita della società amata e seguita sia dalla Fossa che dai semplici tifosi. Si ricomincerà dalla quarta serie, ma i numeri sono da Serie A. 3.015 abbonati e 4.000 spettatori di media la dicono lunga sulla voglia di basket del pubblico fortitudino.

Questo excursus storico ritengo sia necessario per inquadrare bene ciò di cui si parla. Mentre osservo i seggiolini verde acqua del palazzetto, vedendo le persone entrare con sciarpe e bandiere in mano, penso che una cosa del genere ancora mi rende orgoglioso di aver scelto il tifo come stile di vita. Gli spettatori entrano alla spicciolata e in curva c’è già un buon colpo d’occhio, tanto che tra me e me penso che non si riempirà ulteriormente. Mai valutazione fu più sbagliata. Proprio un paio di minuti prima dell’inizio decine di ragazzi fanno capolino dai boccaporti del settore caldo del tifo, lasciando davvero pochi spazi vuoti attorno a sé. Le tribune non sono da meno e, anche se conosco le potenzialità di questo pubblico, rimango davvero stupito nel vedere con i miei occhi tanto attaccamento.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Su questo parquet si sono avvicendati campioni di livello mondiale ed assistere a gare in cui spesso si sbagliano i fondamentali e gli avversari sono semplici ragazzi che durante la settimana lavorano, demotiverebbe in molti. Invece da queste parti rafforza e fortifica. Lo speaker del PalaDozza invita a seguire la Fossa nelle prossime trasferte di Alessandria e Legnano. Vi chiedo, quanto tempo è (io lo ricordo giusto in alcuni campi di Serie C una decina di anni fa) che non sentivate una cosa del genere? Eccola la grande forza di questo gruppo. L’aver saputo, negli anni, mantenere un legame non solo con chi frequenta il proprio spazio, ma con l’intero pubblico fortitudino. È per questo che nessuno mi toglie dalla testa che non sarebbe mai potuta esistere una nuova Fortitudo senza i suoi ultras. Non voglio apparire in vena di sviolinate, lungi da me. Bologna, forse assieme a Cantù, è la città dove più la cultura cestistica ha attecchito negli anni, favorendo lo sviluppo di un seguito massiccio e costante. La “cultura del palazzetto” sotto le Due Torri penso sia un qualcosa difficile da spiegare per chi viene da fuori.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Le due squadre fanno il loro ingresso in campo e nella curva alla mia sinistra comincia il vero e proprio spettacolo. A livello di tifo nulla da invidiare ad una qualsiasi curva dei Balcani. Incredibile, forse perché non ci ero più abituato, come ogni coro venga eseguito praticamente da tutti (e quando dico tutti intendo proprio tutti) ed appena si abbassa un po’ l’intensità, i coristi si sbraccino facendolo ritornare forte e compatto. Altra particolarità, il continuo sventolio dei bandieroni che generalmente nei palazzetti vengono alzati quando il gioco è fermo. Il settore è colorato anche da bandierine a scacchi biancoblu. Ottimo anche il repertorio corale. La Fossa, fortunatamente, ancora non si è buttata nell’emulazione forzata degli argentini (maledetto YouTube) che spesso risulta stucchevole e fatta in maniera pessima (ad onor del vero nella mia vita ho sentito riprodurre bene dei cori sudamericani solo da un paio di tifoserie campane) e sfodera un classico repertorio italiano. Cori eseguiti lentamente e con parole belle e non frutto di stantii “copia ed incolla”, mani sempre in alto e tamburi battuti alla grande. L’impostazione è quella del gruppo da stadio più che da palazzetto. Senza nulla togliere, ma penso tutti riconoscano la differenza sostanziale che passa tra le tifoserie del calcio e quelle della pallacanestro. Bene, a Bologna questa differenza è nulla.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

In campo i padroni di casa prima schiacciano l’avversario e poi ne subiscono il ritorno andando persino sotto di un paio di punti nell’ultimo quarto. Il pubblico capisce e, ove possibile, aumenta ancor più i decibel. Bellissimo il coro a rispondere da una parte all’altra della curva che alla fine coinvolge anche buona parte del palazzo. “Per amore solo per amore, nei miei gesti e nelle mie parole” non è solo la strofa di una canzone di Vecchioni, ma anche il messaggio che la Fossa lancia per quasi cinque minuti alla propria squadra. E questi ultimi lo raccolgono in pieno, riprendendo in mano la partita ed andandola a vincere. La sciarpata finale è la giusta ciliegina su una torta già sostanziosa e buonissima.

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Fortitudo Bologna-Mortara 73-64, DNB 2013/14

Io, che avevo sperato nei supplementari per gustarmi qualche minuto in più di tifo, sono costretto a riporre la macchinetta ed a portarmi verso le uscite. Ma la mia sensazione di voler, almeno una volta nella vita, vedere all’opera questa tifoseria non era per niente infondata. Il freddo sta scendendo su Bologna mentre davanti all’entrata del palazzo aspetto l’arrivo di Maddy e Stefano. Almeno a chiacchiere, infatti, la giornata ultras non è finita. C’è ancora tempo per una panoramica su quello che fu e quello, poco, che ancora è. La vera forza di chi ha frequentato le curve, star a parlare per ore senza neanche conoscersi.

Testo e foto di Simone Meloni.