La regola delle aspettative vale per qualsiasi partita, e così nulla mi aspetto da questo Varese-Alleghe di serie B di Hockey. Per gli appassionati di questo sport qualcosa di appetibile sul piatto c’è: i “Mastini” di Varese vantano due titoli nazionali, negli anni ’90, ed un conseguente trofeo europeo; dall’altra parte c’è l’Alleghe, squadra di una cittadina della provincia di Belluno con tante partecipazioni nella massima serie, più nota, tristemente, per una catena di omicidi dal 1933 al 1946 nota come i “Misteri di Alleghe”, sulla cui verità ufficiale c’è ancora scetticismo, a quasi un secolo di distanza. Il filo conduttore che unisce queste due società è il fallimento economico e la consecutiva ripartenza da leghe inferiori, nel 2005 per il Varese e da quest’anno per l’Alleghe, con la beffa di essere divenuto un club che fa da vivaio al Val di Fassa. Anche Sport People si è occupato, in rassegna, della vicenda dei biancorossi e del tentativo, purtroppo inutile, della tifoseria di salvare il salvabile. Niente da fare e ora si riparte dalla serie B, con le civette prime ed i mastini in quarta posizione a pochi punti di distanza.

Sul fronte che più ci interessa, soltanto qualche curiosità: il Varese so che ha una parvenza di tifo organizzato, mentre l’Alleghe ha una tifoseria appassionata che, come appena detto, ha anche manifestato pubblicamente in piazza per evitare il fallimento societario.

Tanto per cambiare, come tutte le poche volte che vado a Varese, mi perdo, nonostante abbia studiato prima il percorso. Dopo una carambola incredibile di strade arrivo al palazzo del ghiaccio, un piccolo ma gradevole impianto con una tribuna abbastanza grande ed una curva. A conferma della poca fortuna personale con le partite da me scelte ultimamente, la partita è stata anticipata alle 18:30 invece delle 19:30 originali, e arrivo a fine primo periodo. Se non altro già da fuori sento l’incitamento da parte di una tifoseria, senza che riesca a distinguere quale delle due. Entro e vedo subito, ad un’estremità della tribuna, i tifosi ospiti in piedi, con le loro sciarpe e gli striscioni appesi; l’unico disappunto è nel vedere la mancanza di sigle ultras, ma la sigla di un Fan Club di Milano ed uno striscione riportante il solo nome della squadra. Sull’altra sponda, in curva, una marea incredibile di striscioni, che lascerebbero presupporre ad una massiccia presenza di ultras. Aspetto quindi l’inizio del secondo periodo per dare delle valutazioni.

Calatomi nel gioco delle squadre, discreto ma non impeccabile, il tifo non è assolutamente l’elemento più incisivo di questa sera. I ragazzi di Alleghe (o di Milano, non so) ci mettono tanta buona volontà, stanno in piedi e, abbastanza spesso, intonano dei cori. Alcuni di questi mi suggeriscono che non c’è una totale improvvisazione nel tifo, eppure manca quello “stampo” ultras vero e proprio. Insomma, un tifo che è una via di mezzo tra il tifoso normale e quello più acceso. Su sponda Varese noto una dozzina di ragazzi, per nulla ben raggruppati, un tamburo e delle bandiere; i cori sono veramente troppo sporadici e mal coordinati. Il gruppo di casa avrebbe tutte le potenzialità per compattarsi ed incitare in maniera più determinante il proprio roster, ma sembra ben lungi dal voler affilare le armi del proprio repertorio. In compenso la tribuna è abbastanza piena di tifosi e appassionati, fra colbacchi e plaid in pile per coprirsi dal freddo veramente pungente dell’impianto. Tra secondo e terzo periodo vengono estratti anche i biglietti della lotteria di Natale organizzata dal Varese, e il primo premio è una crociera: beato chi l’ha vinta e magari ha un’occasione per scappare da un’ondata di gelo simile.

Nel terzo periodo, appurata la situazione, non mi resta che guardare la partita e seguire, tutto sommato spesso, il tifo dei ragazzi ospiti. Il voto sufficiente ci sta tutto, e la sciarpata fatta alla fine per festeggiare la vittoria della capolista è quel qualcosa in più che alza la media. Poi tutti via a trovarsi un posto al caldo. Io pure mi adeguo, dopo dei brevi auguri per l’anno nuovo ai ragazzi di Hockey Time, che mi hanno permesso di fare foto a questa partita senza la solita burocrazia. Per me è l’ultima partita di un 2013 intenso, dove le partite seguite per Sport People mi hanno impegnato e non poco, ma sicuramente con grande soddisfazione. Nonostante i tempi bui dentro ai quali cerchiamo di divincolarci.

Stefano Severi.