È proprio vero, il calcio moderno è lo specchio riflettente della società moderna: inetta, svogliata, priva di una minima inclinazione alla partecipazione popolare. Tanti si riempiono la bocca di andare contro il calcio moderno ma, concretamente, sono tutti immischiati in questa giostra, dalla quale non si trova nessuna via di uscita. Però ci sono tante realtà, in Italia, che vogliono portare una nuova idea di calcio che si allontana nei fatti dal calcio moderno, realtà distinte per la caratteristica dell’azionariato popolare, dove gli unici finanziamenti giungono dai propri sostenitori che diventano i primi veri proprietari del club. Oltre a questo aspetto, se vogliamo economico, un ruolo importante è quello del sociale. Raccolta fondi, donazioni solidarietà, aggregazione. Tutto questo viene vissuto 7 giorni su 7 e trova il suo clou nella giornata della partita.  Da questi presupposti, Il 28 maggio 2012, come scritto in una “pezza” che sta diventando simbolo di questa importante realtà, nacque l’Ideale Bari: idea partorita senza scopo di lucro da parte di questi ragazzi, un misto di romanticismo e ribellione condito da un po’ di fantasia e da un filo di follia. Stanchi di tessera del tifoso, Osservatorio e Casms, delle trasferte vietate, di partite a porte chiuse, repressione, caro biglietti e chi ne ha più ne metta; di uno Stato sempre più repressivo che attraverso il calcio ha iniziato a sperimentare forme di controllo sociale che, oggi più che mai, sono diventate aspre e violente, utilizzando gli ultras come cavie di questo programma di asservimento.

Nel cuore il nome di Bari, e quella curva, vissuta e amata tutt’oggi, che loro portano sempre dentro, e dove, a causa di tutte queste problematiche, non si è più liberi d’interpretare una certa concezione di essere ultras. E allora i sostenitori dell’Ideale riscoprono tutto, privandosi dei campi che contano, girando tra terra battuta e semi-spalti, con 11 ragazzi che scendono in campo e si dannano l’anima senza guadagnare un centesimo. Hanno così riscoperto l’amore per il calcio, quello libero, lo spirito ludico e dilettantistico, senza interessi, senza barriere e senza vincoli.

Fatta questa doverosa premessa, visto che è la prima volta che pubblichiamo un servizio sull’Ideale Bari, oggi, sotto un fittissimo acquazzone, ho di fronte il solito manipolo di sostenitori dell’Ideale. Solite due pezze e tutti compatti, dietro la “ringhiera”. Tra fiumi di birra e tanta acqua venuta dal cielo, si contraddistinguono per un classico sostegno “british”. L’impatto è notevole: lunghissime pause soprattutto nel primo tempo, ma il loro secondo tempo è da ammirare. Diverse torce accese, che fanno un bell’effetto con il cielo cupo. Ancora una volta una giornata “Ideale” per questi ragazzi, che, partita dopo partita, stanno trovando stimoli, voglia di stare insieme ed emozioni grazie a questo progetto del “calcio popolare”.

Massimo D’Innocenzi.