Il Livorno torna  a giocare tra le mura amiche ed è desideroso di continuare il buon cammino che fino ad oggi ha intrapreso, il Cagliari vuol mettere fieno in cascina facendo valere il maggior tasso tecnico. La partita è tutt’altro che scritta, le due formazioni sono in un buon periodo di forma e c’è da aspettarsi un incontro giocato su alti ritmi.

Sul piano del tifo poco c’è invece da aspettarsi dagli ospiti, la tessera del tifoso ha troncato le gambe agli ultras cagliaritani che tanto si sono fatti apprezzare in giro per lo Stivale con il loro modo di pensare e di agire. Anche un poco attento osservatore esterno non può che ammirare questi eterni viaggiatori che, nonostante la posizione geografica decisamente scomoda, hanno sempre assicurato la presenza al fianco della squadra.  Oggi si vive di ricordi, niente striscione “Furiosi”, niente “Sconvolts”, niente ultras in un settore che vede la presenza di una cinquantina di semplici tifosi stanziati in terra ferma, basti pensare che l’unico striscione rossoblu presente, è del “Cagliari Club 4 Mori Livorno”. Si fanno notare ad inizio partita per 2-3 bandiere sventolate, per il resto seguono diligentemente la partita nel più assoluto mutismo, salvo esultare al momento della rete ed animarsi in un altro paio di occasioni. Poco, troppo poco per quello che poteva essere, per quello che sarebbe stato un tempo, ma attualmente è questo quello che passa il convento, così ci tocca bere la solita favoletta dello stadio comodo, accogliente e polifunzionale adatto al target familiare, peccato poi che per un Sassuolo-Inter si chieda agli ospiti 35 euro per un settore popolare… poi il problema sono gli ultras!!!

Tifo che quindi pende da una parte sola. La Curva Nord si presenta all’appuntamento con numeri di tutto rispetto ma, in definitiva, è lo stadio che risponde presente all’appuntamento, mostrando pochi vuoti ed un calore che rispecchia fedelmente la serata calda.

La Nord si presenta senza tante novità, il solito striscione attaccato alla vetrata, le tante pezze attaccate alla balaustra (tra queste ne spicca una degli amici del Celtic di Glasgow) e tre altri striscioni appesi in alto. Uno striscione di carta ricorda Mario, tifosissimo del Livorno e per anni gestore del Bar Stadio deceduto quattro anni fa, mentre attaccato alla balaustra un altro striscione è dedicato a Carlo, tifoso del Livorno deceduto in un incidente stradale pochi giorni prima dell’incontro.

Fanno l’ingresso le due squadre sul terreno verde ed i padroni di casa si fanno notare per una bella torciata vecchia maniera, accompagnata dalle immancabili bandiere. Non siamo ai livelli di qualche stagione fa, quando si poteva più o meno tranquillamente accendere torce e fumogeni in quantità industriale, ma comunque va dato atto che questi spettacoli si rivelano sempre piacevoli perché sempre più rari a vedersi.

Non avendo avversari di fronte, il tifo della Curva Nord è a senso unico, la squadra viene incoraggiata costantemente, la partecipazione è buona ed anche il colore non lascia certo a desiderare, con i bandieroni e le bandiere che vengono agitati per lunghi tratti della partita.

Già nei primi minuti di gioco, viene esposto uno striscione che chiede la possibilità di tornare in trasferta, ovviamente senza sottoscrivere la tessera del tifoso.  I cori sull’argomento si sprecano, viene ribadita la propria contrarietà a qualsiasi forma di fidelizzazione, poi la curva torna a gran voce ad incitare la squadra. La Nord mostra i muscoli e con un simile potenziale a propria disposizione, e con gli ospiti silenti, non ha difficoltà a farsi sentire per tutta al prima frazione di gioco, favorita dalla squadra che passa in vantaggio con il capitano Luci. Bandiere e battimani sono continui e sono belli a vedersi, la curva è compatta e ben coordinata, il tifo si alza senza tanti problemi e le pause sono ridotte al lumicino.

La ripresa si apre con una torcia accesa nella parte inferiore della curva mentre, sul terreno di gioco, è il Cagliari che prende in mano le redini della partita gettandosi a capofitto nella metà campo avversaria. Il tifo livornese non viene meno, la squadra è in difficoltà ma gli ultras amaranto fanno in pieno il proprio dovere, continuando a tifare senza troppe pause. Come nella prima frazione di gioco, battimani e bandiere non mancano, come non manca il secondo striscione della serata, questa volta la lingua scelta per mettere nero su bianco i pensieri è il greco: l’amicizia Livorno-AEK Atene è cosa nota e nonostante la distanza, è un rapporto che si mantiene vivo grazie alle rispettive visite che si scambiano le due tifoserie.

Il Cagliari trova giustamente il gol del pareggio, finalmente il settore ospite si anima ed il finale vede nuovamente i giocatori rossoblu vicini al colpo grosso. La Curva Nord fa il proprio dovere fino al novantesimo ed al triplice fischio del direttore di gara, non mancano gli applausi ad una squadra che sul terreno di gioco ha lottato e mostrato carattere.

A partita conclusa si alzano dalla curva di casa un paio di cori contro i prossimi avversari in campionato, quei veronesi con i quali i rapporti sono pessimi soprattutto per motivi extra calcistici. Peccato che al Bentegodi nessuno di quegli ultras che hanno intonato i suddetti cori si presenterà, una tessera magnetica decreta inesorabilmente la loro presenza  o assenza durante una partita di calcio.

Valerio Poli.