Un Livorno con l’acqua alla gola ospita il Parma che veleggia verso posizioni di classifica decisamente più tranquille. Per dar lustro all’incontro, c’è da aggiungere che tra i ducali ci sono alcune vecchie conoscenze amaranto: l’attuale capitano del Parma è Alessandro Lucarelli, Livornese doc rimpianto dai tifosi e molto meno dal presidente Spinelli, sulla panchina siede Roberto Donadoni, tecnico che ben impressionò alla guida del Livorno, ed infine anche Aleandro Rosi e Raffaele Palladino, in periodi diversi, hanno indossato la casacca amaranto.

Con il Livorno ultimo in classifica non c’è il pubblico delle grandi occasioni, la curva si mantiene ben piena e tutto sommato anche la gradinata non delude, anche se il “sold out” è parecchio lontano. Un rapido sguardo al settore ospiti dove, potere di una carta elettronica, non troviamo i Boys Parma, ma alcuni club gialloblu accompagnano la squadra in questa vicina trasferta. Tra le due tifoserie non ci sono stati nel passato screzi particolari, ma ormai lor signori non si prendono più neanche la briga di studiarsi i rapporti recenti tra tifosi e, visti gli errori madornali del passato, probabilmente meglio così.

Ingresso delle squadre in campo e settore ospiti che si colora di tante bandiere giallo-blu, niente male visto che si tratta di tifosi appartenenti ai club e non di ultras navigati. Complimenti a costoro che tentano in qualche maniera di compensare l’assenza dei Boys e, come provetti ultras, tentano di fare gruppo a centro settore.

La curva dei padroni di casa espone un lungo striscione indirizzato al presidente Spinelli: “Se il centenario in A non ci fai festeggiare… da Livorno te ne devi andare. Frugati”. Inevitabili i primi cori contro la presidenza, poi il tifo vira l’obiettivo e la curva comincia ad incitare la squadra.

Prima azione d’attacco del Parma e gol dell’ex Palladino che porta in vantaggio gli ospiti, mugugni in Curva Nord soprattutto tra i tifosi “normali”, mentre gli ultras optano per il sostegno ad oltranza, anche se in un paio di circostanze chiedono alla squadra impegno ed abnegazione. Il tifo dei padroni di casa è continuo, la curva prova a spingere i suoi atleti almeno al pareggio, i cori non mancano ed a dare colore ci pensano un paio di bandiere agitate in maniera quasi maniacale. Se lo spicchio centrale non demorde, il resto della curva risponde a singhiozzi: alcuni cori sono ben fatti e denotano una discreta potenza, altri sono appannaggio quasi esclusivamente degli ultras e non ricevono adeguato sostegno dalle persone che stazionano ai lati del settore.

Nel settore opposto è visibile l’euforia, le bandiere sono spesso alte ed il gruppo è in movimento, segno che il tifo c’è e, anche se tra alti e bassi, non si manca di sostenere la squadra. Dalla mia posizione, sotto la Curva Nord, faccio fatica a distinguere i cori parmigiani, ma noto che non c’è quell’immobilismo che spesso accompagna i gruppi ospiti in trasferta quando non c’è lo zoccolo duro degli ultras.

In Curva Nord c’è da segnalare l’esposizione di uno striscione che ricorda un ultras pescarese: “Bubù… grande amico… vero ultrà”, mentre, più decentrata, c’è una pezza con su scritto “11 Rinaudo”, ed è a sostegno del giocatore che ha causato in Fiorentina-Livorno l’infortunio a Pepito Rossi. Il linciaggio mediatico che ha colpito il difensore del Livorno è stato eccessivo, così come le parole del presidente Della Valle che ha parlato come fosse una persona che non ha scheletri nell’armadio, eppure, qualche stagione fa, parlando di sportività, non mancò di far entrare di diritto la Fiorentina in una squallida storia di favori arbitrali e partite accomodate. Da questa storia ci esce vittorioso solo Rossi, ragazzo fin troppo sfortunato che spero rientri in tempo per guidare la Fiorentina a traguardi importanti e per indossare la maglia azzurra ai prossimi mondiali.

Il sostegno della Curva Nord è continuo ma in campo il Livorno sembra stordito e non riesce a portare pericoli verso la porta avversaria. Così finisce il primo tempo, con qualche fischio che piove sulla squadra mentre rientra negli spogliatoi.

Nella ripresa posso apprezzare la prova degli ospiti, sarà il risultato a loro favore, ma comunque sono una lieta sorpresa: il sostegno alla squadra non può essere continuo comunque qualche coro viene fatto e la riuscita non è davvero malaccio. Il gruppo si posiziona a centro settore e offre anche un minimo di compattezza. Diverse sono le bandiere che vengono agitate ed il colore non manca, è ovvio che la presenza dei Boys sarebbe stata di un altro livello, però di questi tempi bisogna accontentarsi di quello che passa il convento o, per meglio dire, di quello che permette l’Osservatorio.

Sul terreno di gioco il Livorno getta la maschera e si catapulta verso la metà campo avversaria, l’assedio è continuo ed il pubblico partecipa attivamente al tifo. Ora la curva prosegue ad ondate, certi cori sono cantati praticamente da tutto il settore, altri non ricevono la giusta risposta perché tante persone hanno gli occhi fissi sul campo. Poi basta che l’azione si sviluppi in un certo modo per sentire tutto l’incitamento dei presenti. Questo è il miglior momento amaranto ed è anche il miglior momento di tifo della Curva Nord, che riversa verso la squadra tutte le energie a propria disposizione.

Con il Livorno avanti tutta è ovvio che il Parma punga in contropiede, e, proprio su un capovolgimento di fronte, l’ex nazionale Amauri trova la via della rete. Partita praticamente chiusa e tifosi parmigiani che salutano l’evento con l’accensione di una torcia. Il protagonista se la prende un po’ troppo comoda perché, dopo l’accensione, la agita per qualche decina di secondi passandola poi ad un amico che continua imperterrito a tenerla in mano. Gesto semplice ed innocuo che vuol esprimere solo gioia, ma che in tanti stadi è sanzionato con una diffida; speriamo che non sia questo il caso perché, vista la situazione, è sembrata proprio una leggerezza.

Mancano una manciata di minuti alla fine dell’incontro. C’è chi tra i locali prende la via di casa, la curva preferisce restare al proprio posto e riproporre lo striscione esposto ad inizio partita con i soliti cori rivolti al presidente Spinelli. In pieno recupero il Parma segna pure la terza rete, ma questa è roba per le statistiche. La partita termina con la gioia degli ospiti e con la rabbia del pubblico di casa che se la prende quasi esclusivamente con il massimo dirigente. Per la squadra c’è un misto di applausi e fischi, qualcuno dalla tribuna dice qualche parolina di troppo ed il difensore Emerson ingaggia un botta e risposta a distanza con l’autore dell’offesa. La tensione si taglia a fette, mentre la festa è dei gialloblu che tornano a casa contenti per la prestazione della squadra e con una classifica che si fa sempre più importante. L’unico neo è l’assenza di quella pezza dedicata a Matteo Bagnaresi. Poi parlano di discriminazione territoriale…

Valerio Poli.