Son sempre più convinto che le norme in fatto di repressione e la conseguente uscita di scena dei gruppi storici ha di fatto innalzato il pericolo di incidenti e, nel contempo, ha deresponsabilizzato tante curve. In principio furono le Brigate Gialloblu e la Fossa dei Grifoni genoana a gettare la spugna, dopo un accanimento che dire mirato è fin troppo poco: accuse che arrivavano ad associazione a delinquere, sovversione, parole che almeno un tempo non erano minimamente accostate all’ultras. Delinquente, teppista, violento, magari anche nazista o xenofobo, ma da qui ad ipotizzare una rete che arrivava ad essere paragonata a quella di un clan mafioso era quasi impensabile. Eppure la mannaia della repressione ha iniziato a colpire indiscriminatamente, e, di conseguenza, tanti gruppi storici hanno abbandonato la scena lasciando terreno fertile alla nascita di microgruppi o semplici clan di amici. Ad un certo punto la geografia di curva ha cambiato sensibilmente forma: via i grandi striscioni ed ecco entrare in gioco pezze e stendardi, o al massimo striscioni di dimensioni ridotte; basta con le grandi coreografie messe fuorilegge ed ecco le due aste sulle quali scrivere di tutto, via pure i vecchi leader diventati obsoleti ed ecco entrare prepotentemente in gioco la nuova generazione che porta una ventata di novità.  I vecchi dualismi in curva saltano: termina l’egemonia delle BNAWild Kaos a Bergamo, salta la triade BrigateFossaCommandos a Milano sponda Milan,  a Torino sponda granata chiudono i battenti gli Ultras e i Granata Korps. Il cambiamento comporta delle novità, alcune positive, in altri casi lo scioglimento dei gruppi storici porta ad un periodo di transizione non sempre facile, che inevitabilmente innesca una lotta all’interno della stessa curva cruenta e dannosa per il tifo.

Non conosco nello specifico la situazione nella curva granata, ma penso di non sbagliare se dico che all’interno della stessa ci sia un gigantesco cartello con su scritto “Lavori in corso”. Qualche voce dei soliti ben informati, qualche sussurro che arriva dall’interno della tifoseria, dice che i granata sono in fermento e che qualcosa non vada proprio per il meglio. Ripeto di non conoscere la situazione nel dettaglio, resta il fatto che il mio pensiero viene confermato quando a Livorno la tifoseria si presenta divisa in tre tronconi: Gruppo Stendardi, M.C.Torino e C.A.S.T. Granata. La divisione, in pratica, è solamente visiva perché cantano per larghi tratti di partita i medesimi cori, ma si posizionano ognuno dietro i rispettivi striscioni o, nel caso del “Gruppo Stendardi”, dietro le rispettive pezze.

La curva amaranto risponde invece alla grande, risulta essere praticamente esaurita malgrado i recenti risultati poco lusinghieri della squadra. L’ambiente è comunque bello carico, la sfida è aperta ad ogni risultato, e la serata mite e stellata è l’ideale per andare allo stadio.

Il prepartita scorre via tranquillo, tra le due tifoserie anche in passato si è segnalata una reciproca indifferenza, perciò c’è da aspettarsi che ognuna tifi per i propri colori senza che ci siano ostilità.

A scaldare l’ambiente ci pensano i granata, che pochi minuti  prima del via fanno partire i primi cori contro le forze dell’ordine, contro la repressione e per i diffidati. Sull’altro versante tutto tace, si attende l’ingresso delle squadre sul terreno di gioco.

Arriva l’ingresso dei ventidue protagonisti, nel settore ospiti si notano palloncini granata mentre la curva di casa non offre niente di particolare, solamente qualche bandiera che sventola. Anche in Curva Sud, dove risiedono un manipolo di ultras amaranto, si notano diverse bandiere ed un bandierone che ricorda Morosini.

I granata iniziano ad incitare la squadra, i cori partono da centro settore e vengono ripresi da quasi tutti i presenti, c’è una buona continuità nel tifo e grazie ad un ottima partecipazione i cori risultano abbastanza incisivi. In un paio di occasioni vengono menzionati i “cugini” bianconeri,  ma in definitiva tutto il tifo dei granata è in favore della propria squadra, che nei primi dieci minuti di gioco segna addirittura due reti.

La curva dei padroni di casa espone uno striscione di solidarietà a quelle tifoserie che continuano a viaggiare senza la tessera del tifoso e, come ben sappiamo, sono esposte a dei guai giudiziari. La cosa è di una gravità assurda, come detto in apertura si dimostra che la repressione non si ferma davanti a nulla e nessuno, ma in questo caso si sta mettendo in dubbio il diritto alla libera circolazione dell’individuo sul territorio nazionale. Come diceva uno slogan ormai datato “Oggi per gli ultras domani in tutta la città”, così oggi tocca all’ultras e la massa se ne frega, domani toccherà al cittadino comune essere etichettato come “indesiderato” e ci si stupirà della cosa. Essere in una democrazia evidentemente non offre garanzia di libera circolazione, per quanto sia la Costituzione stessa a sancirlo.

Presi in rapida successione i due gol, la curva di casa chiede a chiare lettere ai giocatori di tirar fuori gli attributi, cosa fino ad oggi dimostrata ampiamente da chi indossa la casacca amaranto. Il tifo della Curva Nord è quasi esclusivamente sulle spalle dello zoccolo duro degli ultras, non c’è grande collaborazione ed evidentemente il risultato sul campo influisce, e non poco, sul tifo.

I granata ci danno dentro, cori su cori per la squadra, anche capitan Glick, autore del gol, viene omaggiato con un personalissimo coro. I presenti, pur divisi, intonano sempre un unico coro perciò il tifo risulta continuo e potente. A livello di colore offrono ben poco, un paio di bandiere fatte sventolare è tutto quello che si nota, in compenso i cori sono spesso accompagnati da dei bei battimani. A livello estetico, perciò, i granata non sono da disdegnare.

La Curva Nord riprende vigore quando il Livorno accorcia le distanze, addirittura dopo una manciata di minuti arriva anche il secondo gol, perciò il finale di tempo vede i padroni di casa tornare su ottimi livelli: ora i battimani sono a tutta curva, i cori potenti e continui ed il tifo riprende con una forza del tutto inaspettata. Addirittura si chiede la vittoria, la squadra sembra riemergere dal torpore dopo l’uno–due incassato e spinge sull’acceleratore, come del resto la curva. La prima frazione termina con la Curva Nord che è passata nell’arco di trenta minuti dal “Tirate fuori i coglioni…” al “Vi vogliamo così!”.

La ripresa la passo sotto la curva di casa, i granata continuano ad incitare la squadra ma, dalla mia posizione, posso vedere solamente che il gruppo è frenetico ed in continuo movimento, un paio di bandiere vengono sventolate per larghi tratti dell’incontro ed i battimani sono continui.

La Curva Nord può mostrare i muscoli mettendo in campo i numeri a propria disposizione: con una curva praticamente esaurita, il problema è coordinare la massa di persone nel tifare, ma il materiale a disposizione è davvero buono e certi cori riescono alla grande.  L’incitamento degli ultras è continuo, quando alcuni cori sono cantati a tutta curva il risultato è ottimo, mentre altri cori sono cantati solamente dallo zoccolo duro e cercano di coinvolgere anche il restante settore. A livello di colore si nota qualche bandiera. Verso il finale di partita viene esposto uno striscione a favore dei lavoratori di una ditta cittadina in crisi.

Sul terreno di gioco il Livorno riesce a passare in vantaggio con un eurogol di Emerson, il Toro riesce ad acciuffare il pareggio con un rigore di Cerci. Partita vibrante in campo e buona pure sugli spalti, entrambe le tifoserie chiamano i giocatori sotto la curva, i granata salutano da lontano e fanno storcere il naso a coloro che speravano nel lancio di magliette e pantaloncini; gli amaranto si dirigono sotto la nord che non fa mancare gli ultimi cori di rito.

Valerio Poli.