La Bretagna, oltre ad essere una delle più belle regioni di Francia e oltre ad essere meta di appassionati di paesi celtici e di gastronomia, è famosa per il suo amore per la bicicletta, con Bernard Hinault, un mito nella regione, che è stato campione del mondo, vincitore del Tour de France per ben cinque volte di seguito, ma anche di tre giri d’Italia e due giri di Spagna. Di fatto, la bicicletta è stata, ed è ancora, oggetto di culto da queste parti della Francia ma, da una ventina di anni, la Bretagna sta cambiando sotto l’effetto del calcio. Quest’anno ci sono quattro società in serie A (Guingamp, Lorient, Nantes e Rennes) e una in serie B (Brest), occasione quindi per vedere tanti derby interessanti. Ma il movimento ultras francese, che si è sviluppato a cavallo degli anni 1980 e 1990, non è radicato come in Italia. Anzi, da tre anni sta subendo una repressione in crescendo, perché nel 2016 la Francia ospiterà gli Europei. Oltretutto, una serie di incidenti nel 2013 ha messo sotto la luce dei mass-media i gruppi francesi: tra gli ultimi quelli prima di Nizza-Saint Etienne, con scontri tra le opposte fazioni nello stadio, sotto l’occhio di tutti i presenti.

Stasera, a Lorient, l’atmosfera è più tranquilla, anche se non mancano i camioncini bianco-blu e le uniformi della celere francese, la C.R.S. (Compagnie Républicaine de Sécurité), attorno allo stadio del Moustoir, e la nuova compagnia di polizia, in borghese, che deve monitorare i tifosi più caldi; comunque non c’è una grossa tensione. Lo stadio è molto vicino al centro città, e dopo una serie di trasformazioni, sotto il doppio effetto del calcio e del festival di musica celtica che si svolge ogni anno nella città, ma anche nello stadio, il Lorient F.C. dispone adesso di un impianto all’inglese, molto riuscito.

La Bretagna è sotto i riflettori, stasera, anche se il derby non è molto sentito: 160 km dividono le due città, e gli ultras delle due squadre non si odiano; di fatto c’è un rapporto di mutuale indifferenza.

Lo stadio non è esaurito, comunque ci sono un po’ più di 14.000 spettatori, sui 18.500 posti della capienza totale dello stadio. Da Rennes sono venuti in pochi, il settore ospiti non è pieno e sono 350 i tifosi rossoneri. Per onore della cronaca, il gruppo ultras del Rennes, il “Roazhon Celtik Kop” si è autosospeso da due mesi, dopo gli incidenti del derby Rennes-Nantes, dove ci sono stati contatti in campo tra le due tifoserie prima della partita. Risultato di questo, una bella serie di diffide e una chiusura momentanea delle attività del gruppo. Ci sono anche pochi tifosi del Rennes che si trovano fuori dal settore.

Quando le squadre entrano in campo non ci sono alcuni striscioni ultras nel settore del  Rennes, solo quello di un club, e una serie di “Gwenn-ha-Du” (letteralmente “bianconera” in Bretone), la bandiera della Bretagna. L’identità bretone, è molto radicata, come quella della Corsica, o dei paesi baschi; si possono vedere indicazioni in Francese e in Bretone lungo le strade, bandiere bianconere ovunque, ed anche, ma più raramente, scritte per l’indipendenza della regione. Ad onor del vero, i risultati dei partiti che lottano per questa causa non sono degni di nota, anche se alcuni sindaci autonomisti hanno un discreto appoggio elettorale.

Nel settore degli “Ultras Merlus” (il nome di un pesce, ma anche il soprannome della squadra del Lorient, porto importante della Bretagna) c’è una bella coreografia: al primo anello della Curva Sud un bandierone di plastica, col nome della città in Bretone, “An Orient”, con sotto la fondazione del club, “dal 1926”. Il pubblico applaude. Nel settore degli ospiti ci sono tre strisce di plastica, dal colore rosso, bianco e nero.

La partita inizia e nella curva del Lorient sono un centinaio a rimanere in piedi ad incoraggiare i “Merlus”. Non ci sono recinzioni e lo stadio è un bell’esempio di rinnovamento. Attorno a loro, ci sono una quindicina di steward e altrettanti C.R.S., per intervenire in caso di… chi lo sa?.  Una scena abbastanza ridicola, visto che di fronte non ci sono gli hooligans polacchi. Gli unici altri poliziotti che sono dentro lo stadio sono accanto al settore ospiti, chissà, forse gli ultras del Rennes vanno ad ammazzare bambini? Come recitava un vecchio striscione: “Attente mamme, gli ultras mangiano i bambini!”.

Dopo pochi minuti, arriva lo striscione del R.C.K. con il simbolo del gruppo e la sola data di nascita, 1991. I più curiosi possono notare che una curva piuttosto famosa in Italia ha preso lo stesso simbolo e, per una volta, possiamo dire che non sono stati i Francesi a copiare/importare qualcosa da una curva italiana.

Dopo appena sei minuti, l’ultimo difensore del Rennes commette un errore grossolano, rimediando il cartellino rosso, oltre al classico calcio di rigore. Il Lorient segna, l’entusiasmo è alle stelle e gli ultras locali decidono di mettersi a torso nudo. Provano a far cantare il resto del pubblico ma con scarso successo. Il pubblico è piuttosto apatico – i soliti spettatori degli stadi francesi – e, tranne alcune occasioni calde della partita, non partecipa al tifo. Nella parte alta della curva c’è pure un’orchestra bretone, una “bagad”, che si farà sentire più volte. Questo folklore, che è bellissimo, mi sembra fuori luogo allo stadio, soprattutto durante la partita, con il solito manipolo di tifosi che sostengono a più non posso i giocatori del Lorient. Ultimo aneddoto, che illustra la “rivalità pacifica” tra le due tifoserie, noto, a quindici metri dai “Merlus Ultras”, una bandiera col logo del Rennes e un tifoso con la maglia rossa dietro e nessuno ci fa caso.

Decido di andare a vedere la seconda parte del primo tempo vicino a quelli del Rennes e anche loro hanno deciso di seguire la gara a torso nudo; a dire il vero il tempo è bello in questo mese di dicembre nel Sud-Bretagna, e anche la temperatura è vicina ai 2 gradi e non piove, cosa piuttosto frequente nella zona.

C’è un lanciacori col megafono in mano assistito da cinque ragazzi in cima alla recinzione, uno dei quali con un bandierone rossonero. Sono tra i 100 e i 150 quelli che seguono i cori, mentre il resto del settore ospiti seguirà la partita senza cantare. La media degli ultras è piuttosto giovane, la stessa di quelli del Lorient, e il gruppo prova con vari cori a sostenere i colori rossoneri.

Torno verso quelli del Lorient e posso notare, accanto al loro striscione, una bandiera irlandese col nome del gruppo, quella della città e, infine, una croce nera su sfondo bianco (i colori della Bretagna) col nome della sezione di Hennebont, una città della periferia. Ci sono pure alcuni giovani che sono venuti accanto al gruppo per sostenere i “Merlus”.

Prima della fine della partita ci sarà un altro goal, all’86° minuto, che porterà il punteggio sul 2-0. Il Lorient, che era in una situazione critica, ha vinto quattro partite di seguito e Christian Gourcuff, l’allenatore “mitico”, può essere orgoglioso: la squadra è tornata nella prima parte della classifica e proverà ad ottenere un’altra salvezza. Un vero exploit per questa squadra che è approdata in serie A francese per la prima volta nel 1998, e ad oggi ha totalizzato otto stagioni nella Ligue 1. Il Rennes, invece, squadra del ricco presidente Pinault, non ce la fa ad ottenere una seconda vittoria di seguito in questa stagione, e può solo pensare che i soldi non possono ottenere tutto.

Sébastien Louis.