Una sana dose di patriottismo ultras mi ha portato a rivalutare, e non poco, la scena italica, preferendola a tante realtà viste all’estero coi miei occhi. Le tifoserie che nel continente ci sovrastano sono veramente poche, limitate non nell’arco di una nazione, ma a delle realtà ben precise. Altre stanno sul nostro stesso piano, o leggermente al di sopra o al di sotto, bisogna un po’ vedere svariate situazioni. Tutti gli altri, e sono tanti, possono anche mettersi su internet per spulciare i nostri calendari delle più svariate serie di calcio, per acquistare un bel biglietto verso il Bel Paese e imparare qualcosa. Ma la partita scelta da me oggi, in Svizzera, è una di quelle che possono soddisfare anche i palati fini di casa nostra. Per i sedicesimi di finale di Coppa Svizzera si affrontano, in una sfida unica, il San Gallo, militante in Super League e in Europa League, e il Lugano che, come tutti ormai sappiamo, milita in Challenge League. Allo stato attuale delle cose, la tifoseria sangallese è una delle realtà più solide della Svizzera, con ottimi numeri ed un modo di tifare coinvolgente e bello da vedersi e da sentirsi.

Poi c’è il fascino della Coppa Svizzera, con la sua formula molto simile alla FA Cup inglese, anche se in formato minore, e che, spesso e volentieri, fa confrontare il top del professionismo col dilettantismo più puro. Quest’anno, almeno in Canton Ticino, sono mancate sfide del genere, e il Lugano è rimasto l’ultimo baluardo del Cantone di lingua italiana in questa competizione. Un risultato che riflette la triste situazione del movimento calcistico ticinese, sovrastato dall’hockey e incapace di esprimere un calcio votato a risultati importanti.

Con precisione svizzera, anche oggi piove su Lugano. Ormai una bella giornata di sole a Cornaredo non la vedo da tempo, e mi rassegno a dover usare lo scomodissimo ombrello che, con tutti i suoi difetti, manterrà intatta la mia scarsa ma preziosa attrezzatura. Anche se sarei voluto arrivare prima, arrivo con buoni 45 minuti di anticipo. A farmi capire che l’evento è importante per entrambe le tifoserie ci pensano gli striscioni già appesi sulle rispettive balaustre, che posso scorgere da fuori. Arrivando dalla pista Resega vedo bene i tanti Sangallesi arrivati a Lugano, ma intuisco che anche i ragazzi delle Teste Matte sono più del solito.

Rallento un po’ al botteghino per il ritiro dell’accredito, a causa di un ragazzo tedesco che, pur munito di tesserino da giornalista, ma senza accredito, cerca di entrare di straforo, ma il suo tentativo è vano. Per fortuna con Sport People di questi problemi non ne ho, e mi posso dirigere verso il campo. La mia impressione dall’esterno è confermata da quanto vedo dentro. I ragazzi del Lugano sono più o meno una cinquantina, e si capisce che stanno preparando qualcosa, anche grazie ad un telo nero posizionato sopra al loro striscione. Dalla parte opposta circa 400 ultras del San Gallo, con gli striscioni messi al contrario (ne ignoro completamente la ragione), con le insegne di tutti quanti i gruppi: Green Power, Flash, Compadres, Jokers, Cruisers, Sankt Brothers, Green Fires e Bangor Maniacs.

Le rispettive tifoserie non fanno tanti complimenti nel mandarsi reciprocamente, e più volte, a quel paese. La cosa che più mi fa sorridere, quando vedo rivalità tra tifoserie di lingua tedesca ed italiana, è che entrambi si offendono in lingua italiana, una specie di idioma franco per indirizzarsi offese. La legge dei numeri è tutta dalla parte degli ultras ospiti, ma nel prepartita sono soprattutto i Luganesi a farsi notare con dei battimani ben riusciti.

L’entrata in campo delle squadre è accolta da uno spettacolo ben diverso da quello solitamente offerto dalle desolanti partite della Challenge League. Le Teste Matte, nonostante la poca simpatia della società verso la pirotecnica, eseguono una bella torciata, contornata dall’abbassamento del telo nero sopra lo striscione con in evidenza la scritta “FCL 1908”. Che lo spettacolo sia ben riuscito lo si vede dalla cortina fumogena che si sprigiona dalla curva e che rimane sopra lo stadio come un banco di nebbia per alcuni minuti. Ad allungare questo effetto, dalla parte opposta, c’è la splendida fumogenata-torciata dei Sangallesi. Fumi gialli e verdi con torce gialle contendono il primato alle torce rosse della sponda opposta. Inutile quanto sbeffeggiato l’annuncio, in duplice lingua, che la pirotecnica è vietata e severamente punita. Ad annunci del genere rispondono queste coreografie che poi, con grande ipocrisia, vengono spesso rilanciate come spot pubblicitario dagli stessi soggetti che ne deprecano l’uso.

I primi cori degli ospiti sono uno sulla base di “Bella Ciao”, e l’altro su “Azzurro” di Celentano, dimostrazione ulteriore di quanto sia apprezzata la nostra musicalità. I neroverdi, accompagnati dal tamburo suonato in maniera pressoché impeccabile, tengono molto a lungo i loro cori. Ad esaltarli in maniera supplementare c’è l’immediato vantaggio, al 7° minuto, con un gol di testa di Vitkieviez. La prima esultanza dei giocatori di Super League avviene davanti ai propri tifosi che, per non farsi mancare nulla, accendono una torcia come contorno. Dalla parte opposta i Luganesi, in netta inferiorità numerica, ce la mettono tutta a farsi sentire, facendosi apprezzare, come da loro miglior repertorio, con dei buoni battimani. La loro pecca, di fronte ad una tifoseria del genere, è di fare cori che si smorzano troppo presto, spezzettando il tifo, con gli stessi cori che poi vengono ripresi più in là, per durare sempre piuttosto poco. Sul versante ospite, invece, il problema è opposto: alcuni cori vengono tenuti molto a lungo e inevitabilmente calano di intensità, a volte senza più riprendersi definitivamente. Però, al di là di queste piccole pecche, nulla si può dire ad entrambe le tifoserie.

Inutile dire che la differenza di categoria si vede tutta. Tra il 25° e il 27°, giocando sul velluto, il San Gallo porta a tre le reti di vantaggio, col Lugano psicologicamente KO. La fortuna è che le Teste Matte, avendo capito da subito l’antifona, non si fanno assolutamente influenzare dal risultato, coi momenti di pausa che sono molto pochi. Chi di pausa non ne fa neanche mezzo secondo sono i neroverdi venuti dal nord della Svizzera che, dopo aver acceso un fumogeno giallo al terzo gol (con l’ennesimo annuncio dagli altoparlanti “anti-pirotecnica”, stavolta solo in Tedesco), si ripetono affiancando uno striscione che dice “TH: Fortsetzung folgt”. Giustamente direi. Peccato che non so cosa sia il TH, mentre il resto della frase è qualcosa sul genere “deve continuare”. Finisce un primo tempo veramente piacevole sugli spalti, mentre, per quanto riguarda il campo, il piacere è solo Sangallese.

Per fortuna dei bianconeri, il San Gallo inizia il secondo tempo al piccolo trotto, già appagato per quanto prodotto nel primo. Nonostante l’esito scontato della partita, le tifoserie prendono sul serio il loro compito sugli spalti, e riprendono a tifare sin dal primissimo minuto. Il più del tempo rimango a contemplare la bellezza visuale e vocale degli ospiti che, accompagnati dallo sventolio delle numerose bandiere e da tante birre, non danno nessun segnale di cedimento. Anzi. Nonostante la pioggia continua, ma almeno non eccessiva, in questa frazione i neroverdi fanno i loro migliori battimani. Poi un tutti a destra e tutti a sinistra ritmato coi movimenti delle mani, anche questo tenuto bene e a lungo. Infine una sciarpata, fitta, anch’essa completata da movimenti a destra e a sinistra. Quello che colpisce è come, a parte pochi tifosi sui bordi, tutto il gruppo partecipi in maniera organizzata e coinvolta al tifo.

Come detto più volte, ai Luganesi, per fare il balzo di qualità, serve un numero maggiore, oltre che un più ampio repertorio vocale. A parte questo, i padroni di casa fanno comunque una buona figura, se si pensa soprattutto all’ennesima prestazione indecorosa della loro squadra, anche se con un avversario di caratura superiore in tutti i sensi. Almeno, in questa ripresa, gli undici in campo corrono e ce la mettono tutta per evitare una autentica figuraccia, e il pubblico di Cornaredo appoggia i giocatori a gran voce. Come da tradizione lo speaker annuncia 1.100 spettatori, e stavolta il numero ci può stare. Sempre troppo poco per un’occasione di galà come questa, soprattutto se si pensa che fino a qualche anno fa si superavano anche i 5.000 a partita. Altri tempi, altro Lugano. Almeno lo sforzo di chi gioca in casa è ripagato, a 6 minuti dalla fine, dal gol di Sadiku, che riaccende un minimo di entusiasmo. I bianconeri provano ancora a ripartire negli ultimi istanti, ma ormai è troppo tardi. Le Teste Matte, prima del fischio finale, festeggiano comunque la loro buona prova con l’accensione di una torcia, imitati, proprio alla fine, dagli ultras del San Gallo.

La partita finisce. San Gallo agli ottavi di finale e Lugano, come tutto il Ticino, fuori anzitempo dalla Coppa Svizzera. Vanno comunque a battere cinque ai propri tifosi i giocatori dalle casacche nere, anche se la mia attenzione è per i festeggiamenti sotto al settore degli ultras del San Gallo. I giocatori vanno sotto i loro tifosi e, di fronte a loro, come da rito, alzano tre volte le mani al cielo. Piove ancora, ma senza esagerazione. L’Autunno, qua, è già cominciato.

Stefano Severi.