Qualche volta bisognerebbe arrendersi di fronte al fatto di non essere superuomini. Né tanto meno esseri dotati di ubiquità. Non so in base a quale criterio, decido di passare una giornata tra Marche e Toscana, seguendo nel pomeriggio Fermana-Ancona e la sera Mens Sana Siena-Virtus Roma. Controllo gli itinerari e con i tempi di percorrenza ci sarei anche. Peccato non aver ingenuamente calcolato l’imponderabile, che in questo caso si chiama ingorgo sulla Superstrada Civitanova Marche-Foligno. Una lunga coda che mi farà perdere oltre mezz’ora, facendomi arrivare al PalaEstra solamente a secondo quarto in corso. Evidentemente è destino che da queste parti non riesca mai ad arrivare con qualche minuto di anticipo.

Vista la mia assidua frequenza del palasport senese, con grande familiarità ritiro l’accredito ed entro in tribuna. Prima di realizzare dove sono e cosa sto facendo, devo assolutamente sedermi e tranquillizzarmi dopo la corsa fatta dal parcheggio all’ingresso del palazzo. Guardo il risultato, che segna parità perfetta tra le due formazioni. A differenza della mia ultima apparizione da queste parti (Supercoppa di Lega), gli spalti presentano un buon colpo d’occhio, con la curva di casa che sin dalle prime battute mi sembra in grande spolvero. Nel settore ospiti un’ottantina i Romani presenti, tutti posizionati sopra lo striscione Roma MCMLX.

Già in altre occasioni mi è capitato di commentare positivamente la prestazione degli ultras biancoverdi, ma stasera devo dire che è stata forse la migliore volta in cui li ho visti in casa. Un tifo a tratti travolgente che ha coinvolto quasi sempre anche il resto del pubblico. Questi ragazzi della Brigata hanno saputo dare un degno proseguimento alla tradizione che Siena ha indubbiamente sempre avuto nel tifo cestistico. C’è entusiasmo, probabilmente non dato solo dalle vittorie di una squadra che negli ultimi dieci anni ha monopolizzato il campionato. C’è voglia di fare e questo lo si evince anche dalla grande varietà di cori e dallo stile con cui vengono eseguiti. Mani in alto, ben ritmati dal tamburo e con diverse bandiere sventolate. Se con il passare degli anni sapranno confermarsi, diventare più numerosi ed alzare l’età media della curva, i Senesi diverranno una vera e propria certezza del movimento ultras. Lo dico con sincerità, senza voler incensare o parlar bene di una tifoseria a tutti i costi. Contro la Virtus Roma poi non è mai una gara qualunque, le due tifoserie sono divise da una storica rivalità che non si è mai affievolita nonostante l’avvicendamento di vari gruppi nelle due curve.

Dicevamo dei Romani. So che prima del mio arrivo è stato esposto uno striscione nei confronti dei padroni di casa che recitava “Chi dimentica lo striscione non ha mentalità”. Il loro tifo si mantiene su ottimi livelli, con manate e cori secchi che sono il vero e proprio marchio di fabbrica della tifoseria capitolina. I ragazzi della Curva Ancilotto confermano quanto di buono fatto vedere in questo primo scorcio di campionato. Per ora una discreta costanza e presenze sempre oltre la sufficienza in trasferta hanno contraddistinto gli ultras romani. C’è da segnalare però che il tifo si terrà alto e buono fino a metà del terzo quarto, quando a causa di qualche problema di troppo con le forze dell’ordine i presenti si spengono lentamente, fino a togliere gli striscioni e portarsi verso le uscite a metà dell’ultimo quarto. Anche nell’ambiente del basket vengono confermati alcuni atteggiamenti provocatori e sopra le righe da parte dei soliti noti. Basterebbe forse un po’ più di tranquillità e meno voglia di mettersi in mostra per evitare qualsiasi genere di reazione da parte dei tifosi, che nella maggior parte dei casi sono solamente la parte lesa e repressa nonostante con i loro soldi e la loro passione ingrassino gli ingranaggi del giocattolo sportivo.

Cessano anche i numerosi sfottò tra le due tifoserie. E fortuna che il perbenismo del calcio non ha ancora messo piede nel basket, altrimenti oggi come oggi sarebbero capaci di chiudere il palazzetto per due mesi al coro “Nerone bruciali tutti”. In campo, questo remake della sfida scudetto dello scorso anno, si conclude con la vittoria mensanina. Un successo che si fa ampio e legittimo nell’ultimo quarto, tanto da far alzare in piedi tutti i presenti sotto invito della curva. Scendo nella parte più bassa della tribuna per concedermi qualche scatto più ravvicinato ai giocatori ed al pubblico in festa.

Prima di rimettermi in macchina alla volta di Roma mi concedo un caffè. Con gli ultimi 250 saranno ben 800 i chilometri fatti in una sola giornata. Nonostante non senta la stanchezza devo riconoscere che si tratti di un’ammazzata degna del miglior mitomane di Sport People. Quale senza falsa modestia mi ritengo.

Simone Meloni.