Milan-Samp è la morte del calcio: il giudice sportivo ha imposto si giocasse con la Sud chiusa (i gruppi hanno inscenato una protesta fuori dall’ingresso 14) a causa di cori definiti di “discriminazione territoriale”. Nello specifico si parla di cori contro Napoli ed è emblematico che, qualche tempo dopo, gli stessi napoletani abbiano esposto un “Napoli Colera” con l’invito a chiudere la loro curva.

Siamo all’apoteosi dell’assurdo, si confonde in malafede razzismo e sfottò, che da sempre hanno caratterizzato le sfide calcistiche, specie quelle nord-sud o quelle animate da forte campanilismo. A valutare le cose con il metro del sospetto, non si può non pensare di essere di fronte ad una nuova stagione della repressione: punito tutto il punibile, non potendo sanzionare i sempre più rari fumogeni, gli striscioni o le intemperanze vere e proprie, adesso sanzionano anche il nulla. Il fine ultimo, verrebbe da credere, sia spingere la gente a restare a casa in poltrona, ingraziandosi le pay-tv che ultimamente piangevano miseria e minacciavano di chiudere i rubinetti. Il dato di fatto che anche in tv il calcio tira sempre meno, il dato di fatto è che senza atmosfera il calcio è un prodotto il più delle volte pessimo e invendibile, il dato di fatto è che senza gli ultras non c’è partita. Unica nota lieta, almeno quella, la presenza degli ultras doriani.

Testo di Gilberto Poggi.
Foto di Alberto Cornalba.